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Coito ergo bus: i risultati

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/02/2008

La tramvia di Firenze ha guadagnato le prime pagine dei quotidiani nazionali.
Il senso della notizia è che un progetto urbanistico è stato – e non capita di frequente – oggetto di un profondo dibattito cittadino e di un voto popolare.
L’esito del voto merita alcune riflessioni.
Prima di tutto, il vero vincitore è stato l’elettore silente, ovvero quel sessanta per cento di elettori che non ha partecipato alla competizione.
Il significato della astensione in un referendum consultivo è una sconfitta sia del comitato per il si che del comitato per il no: chi non vota in un referendum consultivo non dice né si né no. Sta semplicemente zitto e questo significa che alla maggioranza dei cittadini non interessa la politica locale.
Questa è una sconfitta di tutti.
Massimamente della amministrazione comunale che avrebbe dovuto sollecitare la partecipazione al voto, in quanto esercizio di un dovere di solidarietà politica, invece di prendere parte attiva alla campagna referendaria e di sottolineare che l’esito del referendum sarebbe stato del tutto ininfluente per la realizzazione del progetto. Dire agli elettori che il loro voto sarà inutile significa scoraggiare la partecipazione alla competizione elettorale.
In ogni caso, il vero sconfitto è stato il Comune che non è riuscito a far passare le ragioni di un progetto che dovrebbe cambiare il volto della città.
Se si ricorda la campagna elettorale del sindaco Domenici, si ricorderà che il programma elettorale aveva al centro la realizzazione della tramvia.
La sconfitta della tramvia è stata una sua sconfitta.
Pesante e personale.
Non è un caso che il Sindaco non abbia commentato i risultati ed abbia lasciato questo compito a Matulli e Cioni.
Quello che spaventa, però, sul piano costituzionale, è l’affermazione del Comune: Al di là dell’esito, il progetto sarà comunque realizzato.
E’ una brutta affermazione perché la democrazia rappresentativa non può permettersi di ignorare le ragioni della democrazia diretta senza virare verso un totalitarismo della rappresentanza che è democraticamente molto insidioso: il referendum di Razzanelli è riuscito a mobilitare il quaranta per cento dei cittadini intorno al futuro della città, il che per chi ha pratica di strumenti urbanistici è una cosa straordinaria.
Il Comune dovrebbe valorizzare – e non ignorare – questa voglia di partecipazione.

Tombolino

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/02/2008

Mischia
Tombolino giocava a rugby.
Era tarchiato.
Tozzo.
Grosso.
Una cassettiera cresciuta male.
Portava i capelli lunghi, fluenti, quasi femminili.
Aveva una faccia da bambino.
Faceva il tallonatore.
Il suo ruolo era in mezzo alla mischia, esattamente al centro di sedici energumeni che spingevano.
Le mischie hanno un momento magico: l’inserimento della palla.
In quel momento, tutti spingono ed il tallonatore lancia la gamba in avanti cercando di artigliare l’ovale.
Tombolino stava per fare il suo dovere.
Ma non ci riuscì.
Urlò: Ohioi Ohioi Mi sento malissimo
E lasciò partire una terrificante scarica di mal di corpo.
Tombolino riempì tutti con una inondazione marrone e fetida.
La mischia si sciolse in un istante.
Fra le risate degli avversari e gli sguardi opachi dei compagni di squadra, Tombolino guadagnò lo spogliatoio.
La partita finì con un risultato che è difficile da ricordare.
Si ricordano tutti invece che Tombolino fu rincorso per tutto lo spogliatoio.
Afferrato e tappato con una bottiglia di bagno schiuma Vidal.
Nessuno lo ha più visto.
Anche se tutti sanno che fa il commesso in un negozio di sport.
Ma quella – per una pietosa convenzione – è un’altra persona.

Funerali

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/02/2008

Era un bambino meraviglioso.
Sveglio.
Simpatico.
Bello come un aprile napoletano.
Suo padre era anziano.
Scoprì di dover morire.
Di lì a poco.
Lo consegnò ad un amico.
Poche parole: prendine cura, guardalo crescere, aiutalo se puoi.
Morì.
Il bambino pianse tutte le lacrime che potevano uscire dal suo viso.
Lo seppellirono.
Il bambino chiese di restare solo con lui.
Qualche attimo.
Non più di qualche attimo.
L’amico del padre lo accompagnava.
Il bambino abbracciò la bara.
Come si abbraccia la mamma dopo un incubo.
Parlò al coperchio.
Poche parole. Infantili e spezzate.
Raccontava che l’Inter aveva comprato Berti, o qualcosa del genere.
Il padre sparì.
Sepolto dai fiori di una mattina di maggio.
Adesso, è sparito anche il bambino.
C’è un ragazzotto, ben piantato.
Vestito di sartoria.
Perfetto per un aperitivo al Colle Bereto.

Coito ergo bus

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/02/2008

Firenze è una città sonnacchiosa.
I fiorentini – ricorda De Sade – sono personaggi inquietanti, malsani, malaticci.
La politica locale di Firenze è triste: non c’è da stare allegri nelle stanze che furono di Lorenzo il Magnifico.
Sono ambienti che rinfacciano a chi li abita la grandezza dei suoi antenati.
Dei Medici, a Firenze, è restata una insana passione per i veleni, una politica obliqua, fatta di accuse personali, di comunicati stampa, di giochi di potere complessi e quasi alchemici.
Ora si discute della tramvia.
Un progetto faraonico che cambia il volto della città, per alcuni la ferisce, per altri la guarisce.
In ogni caso, è intimamente discutibile.
Ora l’oggetto della discussione è la propaganda istituzionale del Comune: i totem (si chiamano così) che l’amministrazione ha usato per difendere l’opera pubblica da chi la ritiene inutile e dannosa.
Un ricorso al tar li ha sterilizzati e l’amministrazione si è sentita lesa.
Ma non è difficile sostenere che una democrazia matura non usa gli strumenti dello Stato apparato per difendersi contro la democrazia diretta.
Non è difficile affermare che una amministrazione non può usare i denari di tutti i cittadini per scendere in campo a favore di una posizione politica che appartiene solo ad una parte della comunità che rappresenta.
Lo slogan che usa l’amministrazione è cogito ergo bus.
Come dire che chi non usa il bus è un idiota.
Io uso la bicicletta e non mi sento per nulla cretino.

Pensavo di non essere più vergine

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/02/2008

Lui era un ragazzo normale.
Normalmente idiota.
Un insieme di ormoni tenuti insieme da un testone riccio.
Era famoso per una virtù non apparente.
I suoi amici lo chiamavano Probo, da proboscide.
Era pieno di aneddoti sulle sue avventure galanti.
Li dispensava generosamente.
Così raccontava di essere stato con una tipa che al termine di una prestazione straordinaria aveva detto: Sei fantastico, incredibile ed io che pensavo di non essere più vergine…
Altre volte dava spettacolo con un magnetofono su cui  incideva i gemiti della tipa durante la performance.
Lo faceva quasi sempre in macchina e posizionava il registratore sotto il sedile, sicchè la registrazione iniziava sempre con Ma cosa fai? Nulla, sistemo l’inclinazione del sedile…
Adesso gira con la solita testona riccia.
Molti meno capelli.
Continua a parlare della sua vita sessuale appena lo si incontra.
Solo che adesso il tema non sono più le sue performance ma le visite dall’andrologo per avere dei figli.
Angosciante contrappasso.

Aborto: le verità nascoste

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/02/2008

Aborto: verità nascosteLe verità nascoste sull’aborto sono la pagina in costruzione del Movimento per la vita.
Singolare e significativo.

Il movimento per la vita: dai cassonetti alla moratoria

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/02/2008

E’ stato scritto che la moratoria degli aborti è una formidabile trovata elettorale.
Forse è qualcosa di più e di diverso.
Nella moratoria degli aborti, c’è il tentativo di fare politica attraverso dei temi etici e religiosi.
Ovvero di introdurre nella politica degli elementi di antipolitica.
L’etica e la religione sono terreni dominati da posizioni originarie assolute.
Da idee personali, che non ammettono replica o argomenti contrari, perché precedono la ragione.
Appartengono alla sfera del cielo stellato, non alla difficile arte di trovare dei punti di intersezione che consentano agli individui di dialogare fra di loro e di condividere l’elaborazione di un indirizzo politico comune.
Per questo motivo, i temi etici e religiosi non dovrebbero entrare in politica.
Non possono fare politica perché la politica – in democrazia – è il regno delle ideologie liquide, ovvero delle ideologie che possono liquefare la graniticità degli ideali nel confronto fra di loro, per trovare una sintesi ragionevole di posizioni originarie potenzialmente opposte.
E’ possibile immaginare un compromesso fra Berlusconi e Veltroni sui meccanismi elettorali ed è anche possibile che questo compromesso sia un momento alto, sia un punto di incontro migliore di entrambi i punti di partenza.
Non è possibile, invece, immaginare un compromesso fra il Papa e la Bonino sul tema dell’aborto e se ci fosse un compromesso non sarebbe un momento alto: sarebbe comunque la rinuncia di uno dei due ad una parte dei suoi ideali.
Per queste ragioni, etica e religione in politica assomigliano a delle armi improprie: sono degli slogan che la disciplina in materia di par condicio dovrebbe vietare.
L’ingresso in campo del Movimento per la vita nelle sarabande preelettorali di questi giorni è un fuor d’opera.
Il Movimento per la vita esprime un ideale, religioso prima che etico, che non dovrebbe fare politica, perché non può accettare compromessi.
Perciò sarebbe carino che il Movimento per la vita riprendesse la sua attività normale, appiccicando i soliti adesivi con il pupo disegnato sopra sui cassonetti della spazzatura.
Ma aspettarsi ragionevolezza da gente che ritiene di poter dialogare con una madre che cestina il figlio attraverso un adesivo è, forse, un po’ troppo.

Lunedi’, fisiatra (nano azzimato)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/02/2008

E’ alto poco piu’ di sessanta centimetri sopra il metro.
Azzimato come solo i nanetti sanno essere.
La sciarpa di cachemire portata con un movimento ampio, quasi che non corresse il rischio di inciampare.
La cravatta che segue la moda immaginaria di chi non e’ abituato a portarla ma solo a vederla su Ridge di Beautiful (si chiamava cosi’?).
Il vestito tagliato sulla moda di Frankie Cali’.
Siede impettito: il classico mezzo uomo che allontana il cuore dal culo irrigidendo la schiena.
Entra la sua dottoressa: 40 anni di un impermeabile ampio con calze nere e decollete lucide. Un sogno da luci al neon, lento ricordo di un tram chiamato desiderio.
Si irrigidisce ancora di piu’, drizza il collo come se il suo naso avesse una erezione.
Non e’ difficile immaginarlo steso sul lettino, con un qualche slip_esalta_pacco, della stessa ditta che produce i mocassini del miliardario ridens.
Ma – caspita e pofferbacco – possibile che ci sia gente che si finge malata per l’illusione di un corteggiamento?
In fondo anche questo e’ pagare.

Il fisco di Valentino: osservazioni qualunquiste

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/02/2008

Qualche mese fa, sulla metà di agosto, Valentino Rossi è stato oggetto di un avviso di accertamento per oltre 120 Milioni di Euro.
La questione è stata su tutti i giornali.
Il problema era se effettivamente il centro della sua vita personale fosse Londra, dove aveva fissato la residenza, o la Romagna, dove pare che abiti.
Nel primo caso, avrebbe dovuto pagare le tasse alla Regina di Inghilterra, nel secondo a Napolitano.
All’epoca apparve a rete unificate con un video di gusto piuttosto discutibile ed indimenticato.
Oggi, si sa che Valentino Rossi ha chiuso ogni controversia con il fisco pagando 20 Milioni di Euro.
Una cifra sicuramente molto significativa.
Ma molto meno ingombrante di 120 Milioni di Euro.
Non sembra molto giusto.
Le tasse sono un dovere.
Un dovere spiacevole, ma un dovere.
E non sembrano poter essere oggetto di transazioni.
Prima di tutto, perché le transazioni introducono un elemento di disparità di trattamento fra chi ha pagato tutto quando doveva pagare e chi ha aspettato il contenzioso per chiudere una lite risparmiando cifre importanti.
Ma anche perché dietro alle tasse ci sono dei doveri di solidarietà, che vengono misurati – costituzionalmente ponderati – sul parametro della capacità contributiva e la capacità contributiva non può cambiare in virtù di una transazione.
La transazione poteva essere corretta solo se il fisco avesse sbagliato l’avviso di accertamento.
Però avrebbe dovuto chiamarsi rettifica, non transazione.
E’ un ragionamento qualunquista ma non si può davvero fare a meno di osservare che 20 Milioni sono poco più del 15% di 120 Milioni.
Poco.
Davvero poco.

Martedì grasso (Oggi frittelle)

13 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/02/2008

Un bambino come tanti.
Martedì grasso.
Torna a casa.
Pieno di coriandoli.
Contento.
La mamma ha finito di preparare il pranzo.
Un po’ torva.
E’ a dieta.
Il padre è seduto.
A capotavola.
Il posto del paterfamilias.
Tutto è quasi allegro.
Malgrado la pasta scotta: la mamma mette l’acqua a bollire, quando bolle butta la pasta, quando la pasta è cotta spenge l’acqua, quando arriva il paterfamilias – e possono essere passate anche due ore – la scola.
Ma ci sono le frittelle.
Che bello, le frittelle: arrivano le frittelle.
Il paterfamilias le addenta e fa una faccia strana.
Il bambino le addenta e fa una faccia strana.
Il bambino guarda il padre.
Il padre non guarda il bambino.
La madre guarda entrambi, minacciosa.
Nessuno dice nulla.
Tutti mangiano le frittelle di riso.
Di riso al ragù avanzato dalla domenica.
Spolverato di zucchero, però.

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