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Suicidio per cause naturali

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/06/2019

Viale Mazzini

Era nata o nato in un corpo che non era il suo.

Aveva imparato a nasconderlo e forse lo aveva anche cambiato un po’.

Camminava, spesso, in quelle ore in cui non ci si incontra. Quelle ore che nascondono le rughe e nelle quali è più facile lasciarsi amare da chi non conosce l’amore.

Viaggiava con gambe muscolose. Fasciate in fuseaux neri che la facevano somigliare a un ciclista più che a una donna.

Solo una volta l’ho sentita parlare. Ha preso fra le sue le mani di una donna di servizio. Una ragazza, rumena, poco più di venti anni. Meno di trenta all’anagrafe. Molti di più allo specchio, ma quello non importa.

Ha detto che erano belle ma le unghie erano rovinate e le ha chiesto di passare perché voleva sistemarle. Ha voluto specificare che non le avrebbe chiesto nulla.

Ho visto il sorriso di quella ragazza. Sfiorata da un’attenzione piena di dolcezza. Un sorriso di chi non spera più di trovare parole dedicate a lei.

Adesso, è morta. Come si muore in un appartamento. Sola e di solitudine. Suicidio per cause naturali, anche se il medico legale scrive diversamente.

Ma a me piace ricordarla mentre camminava. Fuori luogo, nelle ore più calde o in quelle più fredde. Mi piace pensare che sia stata ingoiata dalla strada, da questa strada che osservo ogni giorno dall’alto e che mi somiglia a un mare.

Un mare senza pietà che sa inghiottire i suoi naufraghi e non dona nessuna allegria a chi sopravvivendo riprende il viaggio.

Resta la sua casa con le finestre chiuse come palpebre sotto il sudario.

I pensieri politicamente scorretti di Bimba Impertinente (Gretini)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
25/05/2019

HotPlanet

Viva Greta

Greta i “gretini” sono lo spettacolo del venerdì.

Anche Bimba Impertinente, che è al suo primo anno di liceo, sciopera per un pianeta meno inquinato e più verde. Le piace Greta e le assomiglia persino un po’.

Venerdì, si è presentata in piazza Santa Maria Novella al raduno degli studenti delle superiori e quando i suoi amici le hanno proposto di investire cinque euro per saltare la manifestazione e andare a fumare un narghilè da qualche parte in centro.

Ha pensato che fossero dei “gretini” ed è andata a manifestare con gli altri.

Come quasi sempre, il padre l’ascolta orgoglioso e un po’ stupito della sua serietà.

Lui, forse, non si sarebbe fatto sfuggire il narghilè ma i figli talvolta sono meglio dei genitori e ci si riproduce anche per questo.

In questo ambientalismo alla Greta, c’è qualcosa di stonato. Sono gli slogan: Make love not CO2; Make the world Greta again; Ci avete rotto i polmoni, etc.

E l’idea degli adulti: Io li starei a sentire questi ragazzi.

Ambiente e giustizia sociale

La tutela dell’ambiente è il fronte vivo di una delle tante guerre fra il nord e i sud del mondo. Chi ha la pancia piena vuole respirare a pieni polmoni. Chi i polmoni se li è già bruciati cercando di mettere insieme il pranzo con la cena per i propri figlioli, non ha il tempo di pensare al clima.

Una questione vecchia: la tutela dell’ambiente è un problema di giustizia sociale e senza giustizia sociale non è possibile chiedere ai paesi più poveri e meno industrializzati di rinunciare al benessere per amore degli alberi.

C’è al fondo di questa idea di ambientalismo una idea di benessere che non è tanto lontana da chi guarda con fastidio il venditore di rose al ristorante. Sto molto meglio se non ti vedo, perché qui si sta bene e dove stai te non mi interessa.

La stessa idea di ambientalismo che è dietro le fondazioni che si occupano di tutela dell’ambiente per le regate d’altura.

Chi investe qualche milione di euro per una barca a vela è davvero interessato al benessere del pianeta?

Conta in questo caso un pregiudizio da casa del popolo di periferia che non ho timore a confessare perché mi appartiene e caratterizza.

Ambiente e neoliberismo

Però chi in questo periodo si è interrogato sulle ragioni dell’ambientalismo (Frank Bösch, Zeitenwende 1979, 2019) ha chiarito molto lucidamente il legame fra questo movimento e il neoliberismo.

Questo ambientalismo di stampo neoliberista, che pensa alle ragioni dell’ambiente prima e indipendentemente dalle questioni di giustizia sociale, non è e non può essere una soluzione.

Il salario viene prima dell’aria e l’aria per essere respirata ha bisogno di esseri umani che non muoiono di fame.

Bimba Impertinente e i suoi amici, però e sicuramente, sapranno essere, anche in questo, molto meno “gretini” dei loro genitori.

L’ombra del cielo

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/05/2019

Il padre pedala

Vecchia bicicletta tenuta insieme da una sinfonia cigolante

Il figlio è seduto sulla canna, le mani sul manubrio, traccie di meningite sul viso

È grande quanto vecchio è il padre

Entrambi alzano gli occhi verso un tramonto, un bel tramonto pisano che gli entra dentro senza aspettarsi parole né memoria

L’ombra del cielo è di tutti

Alcuni riescono a non trattenerla, lasciando che sia luce di poesia prima delle parole

Loro non vomitano i sogni dopo essersi lasciati divorare dal crudele vivere di chi ha raccontato troppo per conoscere il significato delle parole in cui si è nascosto.

I pensieri di Bimba Piccola (Ti voglio troppo bene)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
15/05/2019

Animata

Si ferma prima di uscire per andare a scuola.

Torna indietro.

Mi abbraccia.

Dice: Ti voglio bene

Tace, quel silenzio che è prima di dire qualcosa di importante.

Aggiunge: Forse troppo.

Ha ragione.

Si vuole troppo bene quando si sa che si potrebbe soffrire molto per la persona che si ama.

Alla sua età, non lo avevo capito.

Ma lei è molto meglio di me.

Elena per Menelao

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
13/05/2019

Bottino

La verità sulla guerra di Troia non è facile da conoscere

Non ci sono cronache più attendibili di un cieco canto

La verità sulla guerra di Troia è la verità di Elena

Elena non ha perso la guerra di Troia

Si è sentita viva nel vedere Menelao e Paride che lottavano per lei

Mai ha pensato di evitarla:

sapeva che da quella eterna contesa lei avrebbe ottenuto l’eterna età del mito,

la sua intelligenza aveva capito che il suo destino era diventare bottino e preda di chi avrebbe vinto

e lo desiderò con tutta se stessa

Non che l’uno o l’altro vincesse ma che chi avesse vinto la cacciasse come preda e la possedesse come bottino

Che era l’unica cosa orribilmente certa.

12 maggio

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
13/05/2019

mani di madre

Il 12 maggio era la festa della mamma

Ma tu non sei più e non ti ho chiamata per farti gli auguri, né sono passato dal fioraio

Ho pensato alle tue mani

Nere dei carciofi

Ruvide dei panni lavati in terrazza

Storte d’artrosi e quasi lucide

Come di cera

Ho pensato che queste mani mi hanno insegnato il significato delle carezze

Perché non sanno carezzare dita agili, abituate a sfogliare il disincanto delle carte da gioco

Leggera ti sia la terra, si dice ma io che ho visto i mattoni murare la tua memoria sperando che un pezzo di cielo rimanesse impigliato fra te e la notte.

 

Il cielo sopra maggio

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/05/2019

Oggi, non c’erano rondini

Danzavano sopra le nuvole

Nascondendo la primavera

Fino a maggio, quest’anno, è arrivata la solitudine dell’inverno.

Il meriggiare del decano

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
10/05/2019

I convegni hanno un cerimoniale piuttosto rigido che riserva a ciascuno il suo posto.

I decani della disciplina hanno diritto alle prime file. Gli ordinari alle seconde. Gli altri, non importa: sono lì per salutare ed essere visti.

I decani in pensione per avere oltrepassato anche il limite d’età per il cimitero non hanno un posto preciso perché non hanno più nessun peso. Si presentano un po’ per far vedere che sono ancora vivi e un po’ per sentirsi meno morti.

Alcuni prendono posto nelle prime file. Altri si sorreggono come naufraghi al primo che li saluta.

All’avvio degli interventi e delle relazioni, si abbioccano. Il sonno ad una certa età è allenamento e non solo bisogno.

Il loro russare serpeggia nell’aula come un frinire di cicale nel meriggiare della loro giovinezza.

Nessuno, però, sorride.

Perché è pieno di senso questo modo di prendere commiato dalla propria dignità.

Troia, ti stupro (XII trans. e fin.)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/05/2019

Casalbruciato

Casalbruciato, 7 maggio 2019.

Nelle prassi del disciolto Partito Nazionale Fascista, un gerarca appena nominato si doveva recare in una casa di piacere e dare mostra della propria virilità mentre i suoi camerati lo aspettavano per gioire insieme a lui della impresa.

E’ un modo di considerare l’universo: un oggetto di conquista per i lombi del suo prepotente gerarca.

Ma è anche un modo di considerare se stessi, come qualcosa che merita essenzialmente per ciò che si è capaci di fare con il proprio strumento riproduttivo.

Riecheggiano e rimbombano queste riflessioni nei fatti di Casalbruciato, non luogo alla periferia di Roma nel quale i militanti di Casa Pound hanno mostrato i lembi dei loro muscoli a una famiglia bosniaca che aveva raggiunto il punteggio necessario per l’assegnazione di un alloggio popolare.

La riflessione più triste, però, riguarda la validità e l’efficacia della Costituzione. L’art. XII, disp. trans. e fin. vieta la ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista. E’ significativamente una disposizione transitoria perché per i Costituenti non aveva senso imporre stabilmente un divieto che trovava il proprio presupposto nella ignoranza di valori che aveva generato il ventennio.

I costituenti immaginavano che sarebbe stato possibile edificare un nuovo Stato e una nuova nazione in cui nessuno avrebbe più agitato i propri lombi come strumento di potere e oggetto di sintesi politica.

Hanno avuto torto e non solo a Casalbruciato.

La cosa più triste è che ne erano probabilmente consapevoli: Gobetti e le sue analisi non si superano neppure in settanta anni.

Salvini e Padre Pio

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
07/05/2019

La non – notizia di oggi è che Salvini prega Padre Pio.

Il protettore degli studenti, dei maturandi, dei camionisti, degli spacciatori e di tutto ciò a cui Jacopo da Varagine non aveva pensato.

Salvini è un uomo intelligente e non privo di una certa disinvoltura opportunistica e la scelta di Padre Pio appare assolutamente indovinata.

Non perché Padre Pio rappresenti benissimo l’Italia della prima repubblica, quella che costruiva le autostrade e che andava a messa.

Ma perché, a Napoli, Padre Pio si mette negli angoli dove le persone altrimenti farebbero pipì e un santo pipifugo è quello di cui Salvini ha bisogno.

Quasi quanto della intelligenza elettorale di papà Verdini.

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