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Caino (Riflessioni sul principio di precauzione)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
06/09/2017

Nel suo caso pensare che gli altri si comportino come si comporterebbe lui, nelle stesse circostanze, è esercizio del principio di precauzione.

Quando le conseguenze di un evento altamente improbabile possono essere catastrofiche, non ci sono ragioni per non adottare tutti gli accorgimenti necessari per ridurre il rischio al livello minimo consentito dalla tecnologia.

Forse è diventato così perché la sua vita è una catastrofe. Ma non riesco a provare compassione, empatia o pietà: ascoltarlo è piacevole come andare dal dentista.

Penso solo che per fortuna, la provvidenza gli ha donato tempi di riflessione astronomici. Come la distanza che lo separa dal genere umano.

Se dopo il Libeccio arriva la Tramontana,

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
05/09/2017

Se dopo il Libeccio viene la Tramontana, l’estate finisce.

Quando dopo il vento d’Africa, il vento dei sogni e della follia, arriva una brezza fredda e tagliente, torna la pace sul mare e le onde vengono soffocate come steppa che annega sotto la neve.

Una pace australe.

Fino al giorno prima, il Libeccio avrebbe partorito un Maestrale capace di trasformare i suoi sogni e le sue violente follie d’Africa in lessico mediterraneo.

Lo penso mentre cerco di afferrarlo con le dita perché so che sono arrivato tardi e che dopo sarà Tramontana.

Ma il vento è fatto di spiriti danzanti. Sanno quando è arrivato il momento di fuggire, di lasciare la terra dei nostri sogni alle schiene dei dannati che coltivano i campi sotto la neve.

La folla degli esami di riparazione

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/09/2017

All’inizio dell’anno scolastico ci sono gli esami di riparazione.

L’inizio dell’anno scolastico è la folla degli studenti che aspetta di entrare a scuola per l’esame di riparazione.

A scuola, si può essere rimandati a settembre.

C’è una seconda possibilità.

C’è la possibilità di scambiare l’estate per quello che non si è fatto durante l’inverno.

Non sono mai stato rimandato a settembre, a scuola.

Spesso, invece, nella vita.

Dove però gli esami di riparazione non sempre riescono bene.

Ci vuole il coraggio dell’ostinazione e l’umiltà della tenacia per superare un esame di riparazione.

Lo penso mentre guardo la folla degli esami di riparazione e pedalo verso una giornata che anche per me assomiglia a un esame di settembre, senza sapere se, questa volta, sarò in grado di superarlo o se sarò bocciato.

I pensieri politicamente scorretti di una ragazza impertinente (Allegria copulatoria)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/09/2017


Bimba Impertinente è cresciuta ed è diventata Ragazza Impertinente.

Il padre approfitta di un lungo viaggio in auto per attirare la sua attenzione sui rischi dell’incipiente allegria copulatoria.

Non è possibile evitare gli entusiasmi delle pratiche di accoppiamento.

Non è nemmeno opportuno.

Però vanno praticate con una consapevole valutazione del rischio e considerando il rischio come il risultato vettoriale dell’analisi delle possibili interazioni fra due fattori: la probabilità dell’evento e la gravità dello stesso.

Si possono utilizzare meccanismi di prevenzione generali e pratiche di protezione individuali.

Insomma, un discorso importante.

Il classico discorso che a un certo punto della sua vita un padre deve fare a sua figlia.

Con il tono del padre, non dell’amico, né dell’uomo che ha visto cose che altri umani non hanno nemmeno immaginato.

Lo faccio con una certa soddisfazione.

Trovando un silenzio attento che si interrompe a un semaforo:

=> Babbo, ti dispiacerebbe moderare il tuo entusiasmo fisiologico?

Ghiacciato, direbbe Bimba Piccola che, per fortuna, è ancora Bimba Piccola.

Il pozzo del Barbiere di Siviglia

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/08/2017

Su di un fianco del mostro fascista che vomita la giustizia a Pisa si trova una piazza modestamente antica.

Di un’età che potrebbe funzionare benissimo come scenografia per il Barbiere di Siviglia.

C’è un pozzo in più, ma si può anche evitare di essere pignoli quando si ha sete.

Perché tutte le piazze di un tempo davano da bere agli assetati voltando le beatitudini in standard urbanistici.

La strada era un luogo in cui vivere, non solo da attraversare con le mani in tasca e gli occhi sul selciato dei nostri pensieri.

Lo penso mentre guardo quella fontana.

Non dà più acqua.

Le fontane non fanno parte del servizio idrico integrato.

È stata ridotta a un cestino di rifiuti.

Pochi perché Pisa non ama i suoi turisti e li confina nei pressi di una Torre più antica di questa piazzetta.

Ma è brutto vedere che quello che un tempo dava da bere, adesso che non serve è usato come discarica.

Brutto vedere quel pozzo e pensare alla durezza del proprio tempo.

Fortunatamente c’è sempre uno stereo da accendere e un nuovo Rossini da ascoltare.

Esecrabile: quello che non vorrei avere pensato

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/08/2017

Due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, si appartano su una spiaggia di una nota località balneare.

Di notte.

Vengono trovati da un gruppo di ragazzi meno fortunati di loro e più forti di loro.

Il ragazzo viene picchiato come un animale e lasciato per morte.

La ragazza viene violentata e buttata in mare.

Il gruppo di ragazzi fugge e continua la sua notte di violenza con un lavoratore del sesso che esercita ai margini di una strada.

Di tutto questo, ciò che è esecrabile non è solo la bestiale violenza del branco che si muoveva la notte di qualche giorno fa in quella località balneare.

La violenza ha sempre delle giustificazioni, sociali, economiche, culturali.

Un uomo diventa un animale perché è un animale e basta poco a farglielo ricordare.

Ciò che è esecrabile sono io.

Io che ho pensato che se due ragazzi si appartano al buio su una spiaggia di notte, può succedere di tutto.

Come se vivessimo in un fumetto di Dylan Dog che passa a trovare Dampyr.

Questo è esecrabile e davvero inaccettabile.

Nessuno può pensare che non si può vivere un chiar di luna sul mare perché è normale che ci siano degli licantropi che si aggirano di notte.

Né a Rimini, né a Saint Tropez, e nemmeno a Dover.

 

Strigliare una barca

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/08/2017

La fine di un viaggio per mare è l'acqua di lavanda con cui si striglia la barca.
Ci ha accompagnato come un destriero nel West di Peckinpah o di Sergio Leone.
Fedele e precisa.
Ha durato la stessa fatica di un cavallo e come il cowboy accompagna il cavallo nella stalla prima di entrare nel saloon e sciacquarsi le budella dalla polvere, così la prima attenzione nella fine di un viaggio è lavare (strigliare) la barca.
Il cowboy sa che non sarebbe mai arrivato a Dawson City senza il suo cavallo e il suo silenzioso sudore.
Lo stesso si sa della nostra barca.
La ricompensa di entrambi, in apparenza, è l'amore di una attenta pulizia, della ricerca di ogni zecca che possa essere un pericolo per la salute e di qualsiasi macchia di ruggine che possa far male al manto: la miglior biada e un dollaro d'argento per te se sarà ben strigliata, o qualcosa del genere.
La ricompensa di entrambi, meno in apparenza ma sempre prima del fondo, è venire prima di ogni altra cosa, di essere il primo pensiero di ogni atterraggio. L'egoismo di esistere per primi.
La vera ricompensa di entrambi – però è forse questa volta per davvero e al fondo del ragionamento – è che il cavallo viene strigliato e la barca lavata perché domani riprende il viaggio.
Domani ci sono le solite mani a dare un senso e una direzione a quel bisogno di amore che è una briglia o un timone.

L’alba di Sisifo

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/08/2017

L'essenza del marinaio di Conrad, che era stato mozzo prima che capitano, è un ragazzo che abbandona la sua prima pelle perché è costretto a fare i conti con se stesso senza intermediari.
Affascinante e lontano quanto il mar Baltico o la Polinesia.
L'Ulisse di Horkheimer inventa l'occidente perché sfida la fedeltà a Dio per conquistare un regno.
Affascinante e più lontano ancora. Come Itaca o il Circeo, per un fenicio di Sidone.
L'essenza del mare per quelli che non vanno così lontano è diversa.
È il ripetersi di riti sottostanti la quotidianità.
L'alba non è né quella di Lord Jim né quella di Ulisse ma il momento in cui ci si tuffa per pulire la carena.
Le vele non sono gli stracci dell'Olandese volante ma sono attrezzi che devono essere armati e disarmati con cura mille volte nel corso della giornata, a seconda del vento.
Il pagliolo è lo sforzo di tenere pulito ciò che i piedi nudi sporcano in continuazione.
L'essenza del mare è il coraggio di ripete ogni cosa non perché è sbagliata ma perché una volta sola non basta e non basta nemmeno la seconda, la terza o l'ennesima fino a che non si scende a terra e questo rito incessante cessa nelle vele ben piegate e nel motore acceso ogni settimana perché una barca deve essere sempre pronta a partire.
Cambia la fatica ma non la sua incoativa essenza.
Sisifo era veramente il nocchiero di Lord Jim.

Dopo l’afa

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/08/2017


Profumo di polvere
Aria di pietra
Voglia di pioggia e stelle
Come cento e mill’anni fa
Ma non come l'anno prossimo quando l'inverno e le sue piogge avranno trasformato in un golem anche quest'ultimo tetto

Come se fossi un padre e non un babbolone (Noi non lo avremmo mai fatto così)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/08/2017

Noi non lo avremmo fatto così.
Noi non avremmo mai appeso i panni ad asciugare sotto la tenda.
Non avremmo mai fatto una tenda sopraelevata usando i chiodi e senza incastri.
Non avremmo mai piegato la tenda bagnata o lasciato gli zaini sotto la pioggia senza una copertura.
Non saremmo mai andati in ciabatte alla veglia sotto le stelle perché gli scarponi non si trovavano e non avremmo mai finito prima la missione di squadriglia perché la carta è volata via con il vento.
Ma sono i nostri figli e non è poco se fanno quello che abbiamo fatto alla loro età.
Come riesce a loro.
Come noi che siamo babboloni e non padri.

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