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Chi li ha sciolti? (il recinto dei bambini)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/05/2016

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Il bello di un piccolo incidente è il tempo che si trascorre con i propri figli, un tempo che non si comprende mai quanto è prezioso fino a che non si ha l’occasione di gustarlo.

Un tempo che è fatto anche di giardini pubblici. Read more →

Unioni civili e indirizzo politico di maggioranza

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/05/2016

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Il ministro Boschi, o forse il premier, o, secondo Costituzione, il Consiglio dei Ministri ha deciso di porre la questione di fiducia sull’approvazione del disegno di legge in materia di unioni civili.

La tesi politicamente corretta, la tesi di governo, è che questo disegno di legge rappresenta la risposta a due moniti della Corte costituzionale che ha segnalato l’inappropriatezza della tutela assicurata alle coppie formate da individui dello stesso sesso, che vi è una pressoché totale equiparazione nei diritti alle coppie formate da individui di sesso diverso, che questo disegno di legge rappresenta il migliore compromesso possibile per l’unica maggioranza di governo possibile. Read more →

La verità è un suono (Cosimi, Nogarin e altri rifiuti)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/05/2016

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La verità è un suono perché se non si crede in nulla, si sa che la differenza fra ciò che è vero e ciò che non lo è una questione di ritmo e di armonie.
La richiesta di dimissioni per il sindaco 5 Stelle di Livorno è irrimediabilmente stonata.
Nogarin, di cui si può dire molto e si è detto anche troppo, non ha il phisique du role né del corrotto né del bancarottiere.
Ma non ce lo avevano neppure Sindona o Calvi.
La questione è molto complessa per chi non ha chiara la differenza fra un lingotti d’oro e un sacchetto della nettezza urbana.
L’azienda dei rifiuti di Livorno non fa utili. Non li ha mai fatti e probabilmente non li farà mai perché l’incenerimento del cacciucco consuma più energia di quanta non ne produce.
Era così con Cosimi e Lamberti, sindaci di centro sinistra.
È rimasto così con Nogarin.
Non è colpa dei primi e nemmeno del secondo. È colpa di un sistema nel quale la valorizzazione dei rifiuti brucia risorse e i benefici per le fonti rinnovabili premiano l’industria energivora.
Di conseguenza, l’avviso di garanzia per i due sindaci di Livorno, quello di adesso è quello passato, è uno scortese atto bipartisan.
Dà, però, fastidio il rumore e la richiesta di dimissioni per il sindaco di adesso che non può avere colpa anche perché una bancarotta non si fa in due anni.
Dà noia anche perché segue da molto vicino l’entusiasmo per l’assoluzione di Graziano Cioni, che non sarebbe in alcun responsabile per avere caldeggiato il recupero urbanistico di un vasto comparto alle porte di Firenze.
Sicuramente le due cose non sono collegate, ma ho la sensazione che se Nogarin telefona a Ligresti perché gli mandi un antennista rimane senza televisione. A Cioni, invece, pare andasse in un modo assai diverso.
Il punto, forse, è l’inadeguatezza del processo penale per la selezione della classe politica.
Per me, un politico che si fa mandare l’idraulico da un immobiliarista è decisamente fuori dal mondo in cui vorrei vivere con i miei figli.
Un sindaco che non riesce a fare i soldi con i rifiuti è in linea con le dure leggi della fisica.
Ma l’onestà intellettuale è un bene che non si ricicla.

Meno male

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2016

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Lettera aperta al sindaco (da santa Maria Nuova)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2016

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Caro Dario,
Mi dispiace scriverti dal pronto soccorso e tramite un giornale invece che per mail o per SMS come si conviene a due amici.
Lo faccio perché sono un pò arrabbiato.
Sono arrabbiato con me stesso.
Passo tutti i giorni da piazza San Marco e non mi capita spesso di cadere.
Oggi sono cascato.
Come un cretino.
Sono cascato perché una buca ha afferato la mia ruota anteriore e mi ha portato in terra come un annegato della Medusa.
Adesso ho la testa rotta, un dito quasi troncato e un’unghia rimasta fra pietra e pietra.
Ho rotto il cellulare, storto la forca a una bici che amo eccetera.
Soprattutto, però, ho dovuto guardare mia figlia Livia, che era con me, piangere e disperarsi perché ero un lago di sangue legato ad un’ambulanza.
Questa settimana sono stato il secondo, mi ha detto il funzionario del Rettorato che con molta compassione mi ha raccolto ed aiutato.
Cosa c’entra il sindaco con le buche?
Non lo so.
Ma so che adesso sono contento che sono caduto io e non Livia, ma so che Livia non vuole più salire in bicicletta perché se sono cascato io, allora secondo lei, puó cadere chiunque.
Ed è vero, in Piazza San Marco, così come è può cadere anche un ciclista professionista dei mondiali che con tanto orgoglio hai organizzato.
Ecco, Dario, non è questo il mondo che vogliamo, il mondo di cui tu ed io abbiamo anche parlato tante volte.
Noi non vogliamo un mondo in cui la pigrizia delle strade impedisce di andare in bicicletta.
E tu, anche su questo, puoi fare qualcosa perché se cade un babbo poco male, si rialza, ma se quando cade lo vede suo figlio è un problema.
Un abbraccio con l’affetto e la consuetudine di sempre.

Arrivo…

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/05/2016

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È grande.
È grande per la geometria e l’algebra, per il francese e l’inglese. Sa di epica come un libro parlante e disegna come il fumo della china.
È grande per tutto questo perché capisce, pensa ed è capace di pensiero astratto.
Ma basta il richiamo della sorella che in un’altra stanza gioca con le bambole perché urli Arrivo e corra con tutto il suo fiato per appoggiare la testa nei suoi sogni bambini e riprenderli esattamente dove li aveva lasciati.
Vorrei che fosse sempre così. Grande perché sa tornare piccola.
Qualsiasi cosa purché resti sempre così.

Tramonti scossi

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/04/2016

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Sono morti i tramonti e ci sono soli che hanno la dignità del suicidio quando il vivere sarebbe memoria, altri che hanno la bellezza di un giovane acheo che cerca la gloria, altri la pesantezza di un vecchio che non vuole accettare la serenità della cera che spegne la fiamma, e così ancora.
Non questo.
Questo odora di spasmi e cacca, ha il sapore di metallo delle trincee, il muso terrore della morte giovane quando si accorge, denti spezzati e ginocchia piegate, della propria inevitabile e assoluta inutilità

Il comune senso del pudore (cronache dal Feccia Nera)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/04/2016

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Il comune senso del pudore è l’attimo in cui le guance suggeriscono che qualcosa non va per il senso giusto.
Non ha niente a che vedere con la morale sessuale.
Può essere una cravatta troppo moderata per il mattino o una giacca con il colletto sciallato in tempi accollati.
Ora, però, sul Feccia Nera, si distinguono le signore di mezz’età, anche tre quarti e spesso perfino quattro quinti che su lanciano in spettacoli di petting a luci rosa, con lingue, saliva e cellulite che escono dappertutto.
Il comune senso del pudore è, soprattutto, capire che le ciliegie a novembre sono di cattivo gusto, anche se si può capire il senso di trionfo che avvolge chi credeva di non poterne più mangiare e all’improvviso se ne trova davanti un cesto intero.

Il piccione Jonathan Livingston

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/03/2016

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Anche il Feccia Nera (il treno regionale veloce su cui i cinghiali dicono Fateci scendere, per Toutatis, ) ha il suo Jonathan Livingston.
Solo che è un piccione e vive su un palo.
Capita spesso di scambiare i piccioni con i gabbiani e, col tempo, se si è fortunati, se si è viaggiato a lungo su quell’Orient Express dell’anima che è il Feccia Nera, si finisce anche per capire che i piccioni, forse, sono animali assai più ragionevoli dei gabbiani…

Adesso che è grande

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/03/2016

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Adesso che è grande, penso spesso a quando era piccola. Più piccola di adesso che è grande perché per me sarà sempre piccina.
Penso spesso a quando dormiva fra le mie braccia ei suoi sogni si muovevano dietro i miei occhi.
Penso spesso al suo respiro in quelle notti e al silenzio pieno della musica che muoveva con le braccia verso il cielo.
Penso tutto questo perché anche se ricordo l’ultima notte che è scivolata nel nostro letto, si che quella notte per me non era l’ultima, era una delle tante. E non mi dispiace sapere che si vive solo perché non si è mai consapevoli del presente, solo perché lo stupore del futuro e la nostalgia del passato ci bendano.

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