Primi morsi
Gli eterni attimi in cui si é abbastanza grandi da avvedersi della nudità del proprio seno e abbastanza piccoli da coprirla con un costume a fiori.
Gli eterni attimi in cui la mela di Adamo é stata appena mordicchiata e non é ancora finita.
Il computer è sempre più piccolo.
L’adattatore in compenso sembra un albero di Natale.
E d’altra parte anche io non sono un avvocato come lo erano quando si potevano chiamare avvocati.
(In Sesta Sezione, una ciotola che fu di pasta al pesto ingombra l’anticamera del Collegio)
Come pomodori nell’orto
Ci sono giorni in cui se ti giri e ti rigiri non li riconosci più.
Per come sono cresciuti nella notte del tuo sguardo.
Nella frescura della distanza.
Come pomodori nell’orto un giorno, il giorno, della Primavera.
Leone, lo chiamava il suo babbo, perché era un leone in gabbia ovunque si trovasse.
A scuola, ma anche sul campo da calcio e perfino sul pratone dell’Olmo, che è davvero grande e per quello che allora era un bambino delle elementari conteneva Far West e Yukon, confinando i mari del sud e il Peloponneso di Ulisse.
Si staglia ancora oggi in questa sala d’attesa per nulla sterile, sporca di vecchi, di piscio di vecchi e donne incinte.
Come uno scoglio quando la tempesta lo copre e si richiude in se stesso per non affogare, per respirare gli ultimi fiati di schiuma.
È nelle Urgenze, che significa un tumore, un malaccio, una terapia biologica, un troiaio che leva il sonno e strappa i capelli sotto il cappellino che è la divisa di questa porzione di dolore.
Leone: un cazzo, pensi mentre lo copri di quell’oblio che è pietà e sudario distogliendo lo sguardo.
Le piace.
Le piace ma non lo conosce.
**io gli vado accanto e faccio finta di aspettare qualcosa
***Eppoi?
**Eppoi da cosa nasce cosa…
Parla di un dito monco.
Difende la ghigliottina che lo ha trattato come fosse un sigaro.
Nel sonno di tutto il collegio.
Ma si parla per la cancelliera che annuisce vivace.
Parlerò a macchia di leopardo.
Come fossi una mutanda sudicia
Non sa nemmeno fare di conto troppo bene e le tabellone sono un mistero più profondo della Santissima Trinità.
Ma sa essere davvero dolcissima…