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Il 138 dal punto di vista dell’ombelico

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
22/09/2013

Baroni

In questi giorni, si fa un gran parlare di una profonda revisione costituzionale, negli spazi lasciati liberi dalle dichiarazioni di Rodotà sul terrorismo, le discussioni interne al PD sulle regole di ingaggio congressuali, la storia giudiziaria del miliardario ridens.

Tutto questo non impedisce il sorgere di una domanda: è davvero necessario cambiare la Costituzione?

Ci sono molte ragioni per dire di si e qualcuna per opporsi.

La principale, per chi scrive, non è una ragione, è una metafora.

Chi scrive ha la passione della bicicletta e un ombelico piuttosto importante.

Di conseguenza, succede che, in salita, ma anche in discesa e perfino in pianura, degli attempati ultrasettentenni lo superino come nulla fosse.

La prima reazione di chi scrive è: Ora cambio bicicletta, compro il cambio super record elettronico, le ruote di titanio elasticizzato, la curva di carbonio ultrega e non mi vede più nessuno…

E’ una reazione stupida: gli anziani che lo superano montano biciclette altrettanto attempate.

Il punto è che loro non hanno l’ombelico che pigia sul manubrio: ci tengono le mani e quando c’è da pedalare scattano un rapporto e si alzano ancora in piedi.

Come dire, la bicicletta nuova si compra quando si è dimagriti. Non per dimagrire.

Forse, il discorso sulla revisione costituzionale, con tutti gli abbellimenti necessari, potrebbe non essere molto diverso…

Cammina con la voce

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/09/2013

045

Cammina con la testa incassata nelle spalle.

E’ grosso.

Un grande e grosso bambino di una quarantina di anni.

Cammina ogni mattina con la testa dentro le spalle.

Ondeggia, il cellulare senza scheda all’orecchio, le scarpe da ginnastica sfondate, la maglietta disegnata dal sudore di un’altra notte in una cameretta di bimbo.

E canta.

Canta con una voce di tenore bellissima.

Canta quello che gli viene in mente.

Oggi: Mamma, dammi cento lire che in America voglio andar…

Una voce che esce da quella testa e da quelle spalle e diventa cristallo nell’aria.

Mentre due bambine bionde danzano il sentiero degli zaini verso la notte.

Facce di sempre

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
18/09/2013

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Treno.

Dopo l’estate.

I soliti visi di fine giornata e quel sorriso senza senso che accompagna il semplice vedersi.

Quel sorriso che odora di lisoformio e vilpelle e che accompagna il buongiorno che non conosce addii.

Non perché è per sempre, ma perché non è mai stato.

Zupha

1 Comment/ in profstanco / by Gian Luca Conti
13/09/2013

ChagallC

Gita in carcere.

Un detenuto deve sostenere l’esame costituzionale.

Il carcere è a Porto Azzurro.

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Donne e cani

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/07/2013

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Che ti portano fuori i bambini.

Cui porti fuori il cane.

Che ti portano fuori i bambini, come se fossero cani.

Cui porti fuori il cane, come se fosse un bambino…

Virma (Il caldo che non arriva)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
03/07/2013

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Virma ha tutta l’aria della battona.

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Anche oggi, esami (Il trapianto del cervello)

2 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
27/06/2013

Si presenta per la quinta volta.

Stanco, ma con l’aria di chi ha capito tutto.

Sudato, ma con la faccia di uno che non puzza, di uno che non pensa di poter essere un’offesa permanente per chi lo odora.

Prima e unica domanda: Quando è che un giudice può sollevare una questione di legittimità costituzionale? Prima e unica risposta: Quando la legge è contraria al buon costume, ai principi della Costituzione, all’interesse pubblico… Che è come dire, siccome studiare è faticoso, allora penso di poter immaginare la Costituzione e sicuramente non mi sbaglio.

Si sbaglia, invece, gravemente. Esattamente come quando pensava che le sue ascelle non potessero avere odore e che, comunque, quel bell’odore di casa e stalla non possa dare fastidio a nessun essere umano che non gli voglia – del tutto, arbitrariamente e senza alcun motivo – male.

Abbandona l’aula con la faccia del vitello che guarda i colleghi dal recinto del macello e aspetta fuori, aspetta a lungo, finché non ha termine la sessione e può gridare l’ingiustizia: Mi dica che cosa devo fare: questa volta [la quinta, N.B.] avevo persino letto il libro…

Un trapianto di cervello, la sorridente risposta di una giornata d’esami.

Il mestiere dell’oblio

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
27/06/2013

Mentre cerco di comprare il Sole per le nostre figlie perché non voglio che abbiano mai a soffrire quella fatica di sangue che cambia il colore degli occhi, li divora acida e scava dentro, seccando, sbriciolando, inaridendo, o quel ridere di sorci che fa tanto pioggia nel bosco nel sudore di una mano sudata quando il sorriso è sollievo di funerali visti in un fragore di sudore_piscio_minestra,

Mentre cerco di comprare il Sole perché non voglio che loro siano figlie dei miei occhi, bensì orfane della mia anima, ecco

Mentre tutto questo è insonnia a sottofondo come asfalto e di Goldberg le residue trincee della memoria hanno cancellato anche l’ombra,

Tu prendi il caffè in terrazza con Roberta. Come sempre, senza sentire, vedere, odorare, concentrata e assorta nel mestiere dell’oblio, fino a diventare fumo e aroma, dove il Tu d’altri sogni diventa il Lei di ricordi rigati come cannoni nella notte di Sant’Elena. Ed

E’ qui, Qui, qUi, quI che tu_Lei prendi_e il caffè. Qui e non Altrove.

Mattina concessionaria

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
20/05/2013

Concessionaria di macchine.

Lucida di macchine lucide.

Lontana da tutto.

Inevitabile per i tagliandi e organizzata con dei divani di pelle nera, una sorta di salotto in mezzo alle macchine per chi aspetta la messa in strada della vettura.

Tizia, bionda come la cenere, aspetta la macchina. Seduta sul divano, jeans nervosi su gambe nervose.

Sfoglia un libro ostentandolo.

50 sfumature di grigio.

E si lascia guardare coltivando il dubbio dell’ingenuità o dell’offerta…

Come una fuga di gas

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/05/2013

Ascensore.
Vecchia sfiorita con fiori.
Sa, professore, che mi è nato il quinto nipote…
Congratulazioni, secco come la frusta dell’indifferenza.
Ma è maschio anche questo. Avrei tanto voluto una femmina…
Non si preoccupi, Signora. Può sempre cambiare idea
😕
Da grande, secco come uno schiocco nelle porte che si chiudono.

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