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Il processo del mare

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/05/2011

carl-schmitt-the-enemy-bigger-cropLa lotta contro il nazifascismo, intesi come forme di terrorismo e come crimini contro l'umanità, è terminata con un processo fortemente ambiguo.
Uno dei criminali processati e condannati è stato Carl Schmitt, che sulla sostanza politica di questo processo, sulla sua intima contraddizione rispetto ai principi dello Stato liberale e della democrazia, ha fondato molta della sua riflessione successiva, fino a definire i valori con l'espressione Punto di aggressione e a teorizzare la tirannia degli stessi.
Eppure è stato un processo.
Le democrazie vincitrici hanno voluto celebrare la sostanza della loro vittoria nella forma dell'attuazione del diritto.
Questo processo, non meno della costituzione delle Nazioni Unite, ha segnato simbolicamente la volontà di entrare in una nuova era.
Nell'età in cui i Costituenti hanno potuto sintetizzare l'essenza del nuovo clima internazionale con la formula di cui all'art. 11, Cost.: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
E' questo il punto di aggressione da cui osservare la morte di Osama Bin Laden.
Un cittadino straniero che altri cittadini stranieri hanno sorpreso nel sonno di una cittadina straniera, aggredito, ucciso, portato a bordo della loro base galleggiante e gettato in mare dopo un funerale militare.
Siamo lontani dal processo di Norimberga.
Molto.
Non c'è stato nessun processo ad Osama Bin Laden.
C'è stata la sua morte, festeggiata ed ostentata.
Ma il punto è quale è la sostanza di un ordine internazionale in cui uno Stato può "legittimamente" colpire ed uccidere coloro che ritiene essere i suoi nemici ovunque si trovino?
Uno Stato, al di fuori di una guerra, può esercitare la sua forza senza ricorrere alle forme della giurisdizione?
La morte di Bin Laden segna non solo la fine dell'età avviata dal Processo di Norimberga, ma anche e soprattutto dei sogni che si erano sviluppati a partire dalla Società delle Nazioni e che l'Organizzazione delle Nazioni Unite sembrava aver reso concreti.

Star and stripes (Elegia pakistana)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/05/2011

work.1209002.7.flat,550x550,075,f.star-and-stripes14 Navy Seals hanno ucciso Obama Bin Laden nella casa che questo occupava alla periferia di Islamabad.
Il suo corpo è stato portato al sicuro negli Stati Uniti.
Molti cittadini americani sono scesi in piazza per festeggiare la morte del loro nemico.
Il presidente degli Stati Uniti ha affermato che il Governo americano aveva raggiunto il suo principale obiettivo e che la grandezza degli Stati Uniti è nel riuscire sempre a raggiungere i propri obiettivi.
E' davvero così?
L'estremismo islamico considera la lotta contro l'occidente come diritto di resistenza nei confronti di una crociata.
Non è una visione particolarmente sbagliata e può essere superata solo con il dialogo e la comprensione.
Che non si avvicinano innalzando la testa del nemico su di una picca.

Pesci di maggio (Noterelle intorno al Ruby’s gate)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/05/2011

pesciE' arrivata la memoria defensionale di Fede.
Dopo quella della Minetti.
Non molto diversa: Io non ho portato questa signorina Comesichiama … Se non sono stato io … Non intendo accusare Mora … Ma ognuno si deve prendere le sue responsabilità … Io sono un amico sincero del Primo ministro …
Manca solo Mora.
Che risponde con il silenzio.
Non proprio silenzio.
Qualcosa dice: sarà presente al Festival del cannolo siciliano di Piana degli Albanesi.
Per uno con le sue caratteristiche fisiche, assomiglia ad un suicidio.
I samurai usavano la spada.
Mora, il cannolo.
Molto più adatto.
Molto più Finale di partita con Nani, ballerine, eunuchi e lacché.

Il papa a Marrakesh

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/05/2011

JPII-1Questi giorni sono illuminati di dress code.
La beatificazione di Giovanni Paolo II.
La beatificazione della monarchia britannica per il tramite del matrimonio reale.
Persino, la prima dell'Aida, con l'Orchestra del Maggio diretta da Mehta ed una regia da ascoltare ad occhi chiusi.
Nel frattempo, un disgraziato si è fatto saltare in aria a Marrakesh.
In uno dei posti più belli del mondo per bere l'aperitivo.
Non poteva farlo a Roma, Londra o Firenze?
Dove non avrebbe rovinato l'aperitivo a nessuno.

Una repubblica terminale

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/04/2011

cipputi02La buona notizia di oggi è che il Manifesto compie 40 anni.
40 anni di buone azioni.
Nel frattempo, il clima politico si fa incandescente.
Bossi cerca pretesti per avviare Berlusconi allo smaltimento.
I frequentatori del sottobosco parlamentare avvisano che dietro Bossi c'è Tremonti e che dietro a Tremonti vi è una minoranza sempre più forte nel temere gli esiti della lunga notte berlusconiana, una minoranza che sente il bisogno di andare oltre l'agonia politica del premier.
Tutto questo è fisiologico.
Banali lotte di potere, democraticamente salutari.
Fa invece paura il coinvolgimento nella competizione politica del testo di legge sul fine vita.
E' un testo pericoloso, che sostiene: "l'alimentazione e l’idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza
e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento".
Come dire, alla fine della vita, in ogni caso, un malato che non ha più speranze non può rinunciare alla alimentazione ed alla idratazione forzata.
La repubblica si arroga il diritto di stabilire il confine fra vita e morte, di scegliere quale sia il giusto modo di morire.
Una scelta etica.
Una repubblica etica obbliga i suoi cittadini a una visione della vita basata sui propri valori.
Difficile immaginare qualcosa di più incostituzionale.
Qualcosa di più lontano dal nucleo assiologico degli artt. 2 e 13, che il testo della proposta di legge oggi in discussione afferma di perseguire.
Difficile immaginare qualcosa di meno adatto a costituire il terreno di una battaglia per il potere politico.
Difficile da immaginare, ma prassi feroce di questa repubblica terminale nella quale le Idi di maggio ci costringono a vivere.

Errori di prospettiva

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/04/2011

LolitaSpigolosa.

Altera.

L’aria stanca di troppi panni lavati.

La bambina perfetta.

Sempre da sola, ma né separata né ragazza madre.

Semplicemente da sola.

Ad un certo punto, parla.

Come se ne avesse bisogno.

Come se qualcuno le avesse chiesto qualcosa.

Come se in quel genere di posti, in cui tutti si conoscono da prima di nascere, chiedere qualcosa fosse considerato ammissibile e non un gesto osceno:

–> Mio marito ? Suona la chitarra, mio marito … Bene … Molto bene … Ma mica ci si mantiene suonando una chitarra ed io … Io pensavo di avere sposato un artista ed invece era un trombaio …

Il piccolo costituzionalista (Povero Calamandrei, ma soprattutto accidenti a Fanfani)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/04/2011

CalamandreiIl piccolo costituzionalista che scrive è cresciuto fra due cose: le fotografie incorniciate di Calamandrei che occupavano ogni spazio libero dello studio in cui faceva i suoi primi passi legali e gli appunti di Calamandrei a margine degli atti della Assemblea costituente, che vi erano custoditi ed ai quali si è spesso riferito nei suoi studi di diritto costituzionale.
Accanto all'art. 1: L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, stava un punto interrogativo.
Eco della posizione di Einaudi, che commentando la formula con cui Fanfani diminuì la capacità eversiva del drafting di Togliatti, ebbe ironicamente a chiedere se significasse che chi non lavorava non poteva votare.
L'on. Ceroni, su cui molti hanno ironizzato, ha proposto di modificarlo aggiungendo che la nostra democrazia è anche fondata sulla centralità del Parlamento.
Un tanto è stato letto, sul piano costituzionale, come una modifica inutile: la nostra democrazia è sicuramente fondata sulla centralità del Parlamento, cui spetta la funzione legislativa e di indirizzo politico ed al quale è collegato il Governo da un rapporto di fiducia tipico della forma di governo parlamentare.
Si è ingiusti con l'on. Ceroni: non sarebbe una modifica inutile. Nella storia delle forme di governo, due organi combattono fra di loro per la supremazia, il Parlamento ed il Governo. La Costituzione ha scelto di privilegiare il primo, la storia degli ultimi anni, dopo le riforme elettorali in senso maggioritario, hanno privilegiato il secondo, sicché oggi abbiamo uno strano governo del Primo ministro, piuttosto complesso da ricostruire sul piano dogmatico.
Ma la proposta di legge costituzionale dell'on. Ceroni non riguarda la battaglia fra Parlamento e Governo per l'allocazione della funzione di indirizzo politico. Non appartiene alla sua cultura politica un governo di assemblea del genere teorizzato a sinistra negli anni dei governi di solidarietà nazionale. Riguarda il ruolo delle magistrature di garanzia: Presidenza della Repubblica e Corte costituzionale e, forse, anche quello del Popolo.
L'on. Ceroni chiede un ridimensionamento di ciò che costituzionalmente dovrebbe arginare le maggioranze a garanzia del diritto delle minoranze di poter prima o poi diventare maggioranza.
In fondo, il senso della sua richiesta, sulla quale avrebbe chiesto il parere di costituzionalisti di cui non fa il nome, per loro fortuna, sarebbe molto più chiaro se suonasse come L'Italia è una repubblica fondata sulla centralità del Parlamento.
Perché di democratico, in un Parlamento eletto sulla base di liste chiuse decise a Palazzo Grazioli o nei cd. caminetti del Partito democratico e nel quale, secondo i desideri del Primo ministro, i gruppi parlamentari dovrebbero votare secondo le indicazioni vincolanti del partito di appartenenza, resterebbe ben poco.

Pesce d’aprile

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/04/2011

pesciMemoria difensiva della Minetti.
Mossa consentita dal codice di procedura penale, ma non frequente.
I penalisti, di solito, la sconsigliano.
E' solo un modo per consentire al pubblico ministero di conoscere gli argomenti della difesa e prepararsi una replica.
Difatti, né Fede né Mora, indagati insieme alla Minetti per sfruttamento della prostituzione hanno presentato memorie ed entrambi hanno reagito in termini non esattamente britannici a quanto la Minetti avrebbe scritto.
Perché la difesa della Minetti ha anticipato la disclosure della propria difesa?
Sicuramente non per motivi tecnici.
Che la Minetti non conoscesse la minorenne ospite del Primo ministro era cosa che poteva essere detta in udienza preliminare.
Che la Minetti possa parlare di voce propria, invece, era cosa che era bene si sapesse ben prima della udienza preliminare.
E la sensazione è che la voce della Minetti possa essere davvero molto pericolosa per questa strana Bisanzio di nani, signorine, eunuchi, buffoni e lacché in cui ci tocca di vivere.

La casa delle bambole

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/04/2011

bk-nm-1010Vive nella casa delle bambole.
Senza avere otto anni.
La solitudine è una compagna terribile.
Ma anche l'unico modo per imparare a non essere soli.

Anche lui è cattivo (Guariniello sulla Thyssen)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/04/2011

altoforno
Il Tribunale di Torino ha condannato i vertici della Thyssen per la morte dei "loro" operai in un incidente sul lavoro.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione dal procuratore aggiunto Guariniello e dal procuratore capo Caselli.
E' una soddisfazione corretta?
Sul piano giuridico, la sentenza non appare particolarmente rivoluzionaria: la categoria del dolo eventuale (non desidero l'evento classificato dalla legge come reato, ma accetto consapevolmente che si possa verificare come conseguenza di un altro evento che è oggetto della mia volizione) è nata (nella seconda metà del secolo XiX) per perseguire il responsabile di un infortunio sul lavoro. Si trattava di un armatore che per incassare il premio dovuto dall'assicurazione in caso di naufragio aveva mandato a morte "eventuale" i suoi marinai.
Ma dove questo sentimento di soddisfazione dà fastidio è su un diverso piano.
Un piano non diverso da quello del Primo ministro che apostrofa il pubblico ministero di uno dei processi nei quali è indagato dicendo Lei è cattivo.
Il pubblico ministero non dovrebbe essere né buono né cattivo.
Dovrebbe incarnare la legge nella sua proiezione accusatoria.
Non ci dovrebbe essere soddisfazione né in una condanna né in una assoluzione: è la legge che condanna ed assolve e per il pubblico ministero le due soluzioni dovrebbero essere equivalenti.
Ma non è così.
Guariniello è felice di una condanna, esattamente come Berlusconi è arrabbiato per una accusa.
Le due cose, invece, dovrebbero essere estremamente lontane.
Guariniello è la legge per mestiere.
Berlusconi, come qualsiasi imputato, è la legge per diritto di difesa.
L'una non ammette emozioni nella sua applicazione.
L'altra le pretende.
In fondo, la soddisfazione di Guariniello, il suo atteggiamento di gioia per una sentenza di condanna, è un argomento per la separazione fra le carriere e lascia nostalgia per il Maigret di Simenon che consegnava i colpevoli alla giustizia dopo averne indagato il mistero umano e sempre con un sentimento di dolorosa simpatia.

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