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Mangia fica, che avrà voluto dire?

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/04/2011

url-1Zingara di mattina, dopo l'abbandono della prole nelle mani delle solerti educatrici.
Che fa più carcere minorile piuttosto che scuola materna.
Zingara che chiede l'elemosina.
Con esasperante insistenza.
Cortese risposta.
Meno cortese risposta.
Sempre meno cortese risposta.
Ma solo nel tono.
–> Mangia fica
Accidente, che uno ingoia senza altra risposta che il proprio silenzio di fretta.
Salta sul treno.
Gita scolastica più che rumorosa e ipod dimenticato a casa.
Fa lezione.
Noioso al punto di rischiare il colpo di sonno parlando.
Si ferma a mangiare in trattoria.
Solo per il gusto di leggere il giornale in silenzio.
Ma si trova accanto due colleghi, uno dei quali ha appena vinto il campionato italiano di bocce e lo racconta manche dopo manche per un'ora esatta.
Seconda lezione.
Non più avvincente della prima.
Risalta sul treno.
Spera di finire il giornale in silenzio e magari di sonnecchiare un po'.
Nulla.
Si trova di fronte un altro collega, appassionato di politica accademica come pochi altri.
Un'ora a discutere della composizione dei dipartimenti dopo la controriforma Gelmini.
Che cosa significhi esattamente Mangia fica è difficile da sapere.
Ma che porti sfiga, pare abbastanza evidente.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Kiriku)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/04/2011

RonfBIBimba Impertinente non ama le streghe.
Non capisce perché debbano esistere.
Non ama nemmeno Kiriku.
Non le piace una storia che potrebbe finire male.
La storia della strega Karabà che terrorizza il villaggio del piccolo Kiriku, rapendo gli uomini e lasciando prosciugare le sorgenti.
Di una strega che è cattiva perché ha una spina avvelenata nella schiena e che diventa buona dopo che Kiriku la estrae.
Fiaba molto vicina a Propp: l'eroe diventa adulto attraversando una serie di prove.
Il padre tipicamente idiota guarda il cartone con la figlia che, alla fine, piange come una fontana:
–> Perché piangi: Kiriku ha estratto la spina avvelenata e la strega è tornata buona?
–> Piango perché se Kiriku ha estratto la spina da Karabà, qualcuno aveva infilato la spina dentro la strega …

Lui è cattivo

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/04/2011

 

E' difficile sentire questa canzone senza essere assaliti da una serie di brividi.
Di terrore e raccapriccio.
Ieri il Silvio di Meno male che Silvio c'è si è presentato in Tribunale.
Il Silvio di Meno male che Silvio c'è non riesce a non essere simpatico.
Simpatico in una maniera che fa venire i brividi.
Di terrore e raccapriccio.
Si è rivolto al pubblico accusatore, presentandosi scherzosamente: Lei è quello cattivo.
L'altro ha risposto che il suo mestiere sono le accuse, non le battute.
Un'accusa è frutto di cattiveria?
Può darsi e succede spesso.
Succede che un poliziotto malvagio sfrutti la propria posizione per accusare un disgraziato.
Capita anche che inventi delle prove a carico.
Come succede che il pubblico ministero si comporti in maniera spregiudicata.
Ma al di là di tutto questo, l'accusa del processo Mediaset è più che seria.
Mediaset avrebbe acquistato consapevolmente attraverso un intermediario diritti televisivi a prezzi gonfiati.
La differenza fra prezzi veri e prezzi gonfiati avrebbe arricchito il management infedele di Mediaset e la partecipazione di controllo della stessa.
Non è un accusa che non merita di essere capita.
Senza essere moralisti, chi gestisce la propria partecipazione di maggioranza in danno degli azionisti di minoranza, truffandoli, si può dire, può gestire la cosa pubblica?
Mica tanto, pare la risposta ovvia.
Difendersi dicendo: Lei è cattivo è infantile ed irriguardoso.
Non tanto per il pubblico ministero.
Quanto per la nazione.

Chi li ha sciolti (Non tutti i contenitori hanno la stessa resa)?

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/04/2011

mffjw5001E' pacifico che non tutti i contenitori hanno la stessa resa.
Uno dei contenitori dalla resa più complessa è la classica canottiera da uomo.
Indossare una canottiera e mantenere la propria dignità non è semplice.
Una camicia può essere tagliata meglio o peggio.
Una canottiera è priva di pietà.
Banale.
Non per tutti.
Il caldo accalda.
Il caldo si vede ai giardinetti.
Dove c'è sempre un infelice privo di capacità autocritica che si toglie la camicia prima di stendersi sul prato ed osservare i bambini che giocano.
Un infelice che è la gioia delle signore sole che passano trovando nella sua vista una più che ragionevole consolazione alla propria solitudine.

Il tempo è galantuomo

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2011

giudiceI giornali non sono galantuomini.
I professori di diritto costituzionale, meno.
Dal giornale di oggi, si apprende che un professore di diritto costituzionale in servizio presso una certa facoltà, appena andato in pensione è stato soggetto ad una perquisizione e che è indagato per aver interferito con il regolare svolgimento delle prove concorsuali.
Tanto valeva scriverne nome e cognome: c'è un solo professore di diritto costituzionale in servizio presso quella facoltà che è appena andato in pensione.
Un tipo strano.
Che non scriveva molto.
Che faceva parte di una commissione di concorso a cui anche chi scrive partecipava.
Come d'uso chi scrive, si presentò al Commissario per consegnargli le proprie pubblicazioni.
Che il Commissario appoggiò su un angolo della scrivania insieme a molti altri fogli.
Diciamo il genere di angolo che somiglia da vicino ad un'anticamera del cestino.
Chi scrive sorrise.
Sorrise ancor di più quando venne salutato con cortesia accompagnata dalla frase:
–> Non si preoccupi, lei è giovane ed il tempo è galantuomo …
Ma non quanto ha sorriso oggi leggendo il giornale.

Fora di ball o Not in my backyard ?

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/03/2011

20101006NewlogoGreennonamemediumIl risorto di Varese ha sottratto fiato al toscano per esprimere un sintetico pensiero in punto di accoglienza allo tsunami di immigrati sulle coste di Lampedusa.
–> Fora di ball
Che in italiano suona più o meno come Via dai coglioni.
Al solito, le parole di Bossi meritano una riflessione – politica, giuridica e costituzionale – molto più approfondita di quanto la coloritura dialettale vuole far apparire.
In questo caso, esse consentono una corretta classificazione dei soggetti del fenomeno migratorio.
Si tratta di rifiuti, nel senso giuridico del termine, ovvero di cose abbandonate, vuoi per volontà di chi le detiene, vuoi in virtù di un comportamento oggettivo, vuoi a causa di un puntuale dovere giuridico.
I rifiuti devono essere avviati alternativamente al recupero (scelta privilegiata dall'ordinamento, sin dalla prima normativa in materia, intestata come Lotta contro gli sprechi nell'interesse dell'economia nazionale) o allo smaltimento, quando, come in questo caso, il recupero non è possibile.
Lo smaltimento deve avvenire in prossimità del luogo di produzione secondo il canone Chi inquina paga.
I centri di accoglienza e di identificazione sono esattamente e propriamente discariche di clandestini e devono essere collocati nell'immediata vicinanza del fabbricante di clandestini.
Il problema è questo: chi produce i clandestini?
I venti chilometri quadrati di Lampedusa?
La campagna pisese di Coteto?
Uno qualsiasi degli altri luoghi indicati dal fido Maroni?
No.
Li produce il nord, con la sua apparenza di ricchezza.
Ed è lì che devono essere smaltiti.

Donne d’arredo

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/03/2011

03_art_deco_roomsVilla sulla collina che domina Firenze.
Disegnata nella sostanza dei graffi di Michelangelo.
Illuminata a giorno come una festa di Nerone.
Molto AD.
Il tavolo da biliardo, la cucina supermoderna, il profumo di tabacco fresco.
Lei, nessuna memoria di Occhi blu, capelli neri.
Non troppo alta.
Magra.
Carina senza apparire.
La grazia che si insinua fra le note di un testo.
Uguale a tutte le altre.
Che conosci da sempre perché assomigliano a tua madre ed alle sue amiche.
Nessuna memoria di Occhi blu, capelli neri.
Quando non assomigliava a tua madre ed alle sue amiche.

Gusti e disgusti

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/03/2011

filesHa la faccia simpatica di tutti i ragazzi mongoloidi.
Come si diceva una volta con una espressione che oggi suona politicamente scorretta.
Cammina per il quartiere.
Qualche passo davanti a sua madre.
Finché non trova qualcuno con cui parlare.
Sempre le solite domande:
–> Come stai?
–> Che fai?
–> Ci sei domani?

La madre gli passa oltre.
Grassa di troppo mangiare.
Sfatta negli abiti forgiati su di un'ancora.
I gambaletti che appaiono dalla gonna.
Color carne di insaccato.
Lo aspetta.
Qualche istante.
Lui le sorride.
Lei, no.
Lei lo rimprovera.
Lei gli dice:
–> Guarda come sono … Mi sono sventrata per farti nascere … Prima non ero mica così …
Lui continua a sorridere di quel dolore di madre che ammazza dentro più di qualsiasi malattia.

Siamo solo quattro cazzi pieni di piscio

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/03/2011

imagesE' la definizione che dà di se stesso un tipo strano.
Un cinquantenne con gli addominali a tartaruga che vive in un container sul porto di Livorno.
Figlio di un generale, scappato di casa da ragazzo: Dé, 'un si può miha chiedere ad un livornese di stare lontano dal mare …
Abbronzato.
Sedici anni di contributi e l'attesa della pensione sociale.
Senza fare nulla.
Senza avere mai fatto nulla.
Racconta le sue storie: mare, sole, donne e campari bitter, vissuti intensamente, fino a restare solo con il bitter.
La passione che supera tutte le altre.
Torna in mente in un ristorante di lusso.
Guardando il tavolo di fronte: lui, anziano; lei, anziana.
Parlano e litigano, come ragazzini.
Lui è geloso della mamma di lei.
Vuole vivere una vita arrabbiata.
Vuole andare a casa di lei quando cazzo gli pare e trovarsi a casa.
Di solito, si diceva: Levategli il vino.
Qui si dovrebbe dire: Levategli le pasticche.
Le pasticche del cazzo hanno rovinato la vecchiaia.
Trasformano questi anziani in ragazzini con gli ormoni pustolosi.
In cazzi pieni di piscio.

Buon compleanno, Italia !!!

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/03/2011

L'Italia si è rivestita di tricolori.
Una impavesata di gioie rinascimentali.
I bambini hanno udito le loro maestre dire:
=> Oggi, tutti abbiamo centocinquanta anni …
E, spero, le hanno guardate come un bambino sa guardare la retorica degli adulti.
Fiorenza è piena di bandiere italiche, talune persino con lo stemma sabaudo nel centro.
Ma la sostanza mazziniana dello spirito cittadino è stata mirabilmente illustrata da un tipo sul tramvai:
=> Io la bandiera italiana l'appiccico fuori tutti i giorni, ci ho lo spunzone su i' terrazzo … La levo solo quando gioca la viola … 'un si possano miha confondere le du' 'ose…

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