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10 lacoste fa

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/05/2010

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10 lacoste fa, mia nonna era ancora viva.
Poco più che un abito sobrio su di un corpo ultracentenario.
Si è consumata della noia di essere sopravvissuta a tutti i suoi tempi.
Quei tempi che mi raccontava come una balia di illusioni.
L'ho amata a lungo.
Con una profondità che sapeva di caffè d'orzo e braciole fritte rifatte con il pomodoro.
Ho amato la sua forza di giovane vedova che aveva visto il marito morto tornare dal campo di sterminio a piedi.
E se ne era innamorata di nuovo.
Anche se lui non era più lo stesso ed i suoi occhi avevano smesso di ridere.
L'ho amata talmente tanto da non essere mai riuscito a vedere la sua tomba.
A trovare la sua tomba in un camposanto che mi è sconosciuto.
A cercare il suo ricordo in una foto che immagino sbiadita.
Torna per il mio compleanno.
Quando mi regalava una lacoste.
La stessa lacoste che compro sempre quando compio gli anni.
Come se l'avesse comprata lei.
Come se fosse ancora viva.
In effetti, non tutti i nonni sono eguali.

Noterelle intercettabili

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/05/2010

Calamandrei
Il disegno di legge sulle intercettazioni pone tre diverse questioni di rango costituzionale: il diritto di ciascun cittadino alla privacy, il diritto dei mass media ad informare l'opinione pubblica, il dovere dello Stato di assicurare una efficace azione di repressione dei reati.
Sul primo di questi diritti, non vi è davvero molto da dire. La privacy è una proiezione della libertà personale: è il diritto di ciascuna persona a potersi esprimere liberamente perché al di fuori di ogni controllo dello Stato o di altre persone. E' quel diritto che ciascuno di noi rivendica da piccolo quando vede un genitore che fruga nel suo diario (ai tempi di chi scrive) o nel computer o fra gli sms (ai tempi di oggi).
Nemmeno c'è da molto da dire sul secondo. Lo Stato funziona nella misura in cui è una macchina trasparente ed ogni opacità sulle sue finestre, anche sulle finestre della azione penale, rischia di essere un pregiudizio per la democrazia.
Ancora di meno da dire sul terzo. Lo Stato ha cominciato ad esistere quando ha imbracciato l'azione penale e l'ha trasformata in processo.
Tutti questi aspetti, però, emergono in una sintesi di valori che è tipicamente politica.
La privacy dei figli è molto diversa vista dai genitori ed anche loro qualche ragione possono averla nel volere sapere chi è che manda un sms alle tre del mattino o con chi era il pargolo quando è tornato con gli occhi di una triglia non particolarmente felice.
La libertà di cronaca può facilmente rovinare una persona solo per vendere qualche copia in più: i giornali escono tutti i giorni e la cricca della Banditella, no.
L'esercizio della azione penale ha bisogno di essere temperato e poteri istruttori particolarmente incisivi possono degenerare in una struttura socialmente inquisitoria, come accade nelle indagini che si muovono "a strascico": le intercettazioni non sono solo uno strumento indispensabile per scoprire i reati ed accertare i colpevoli, sono anche ciliegie che è molto difficile smettere di mangiare e che donano un potere di conoscenza quasi esoterico a chi le compie.
Il bilanciamento di queste esigenze è politico ed il Governo ha il sacrosanto diritto di proporre alle Camere un testo che cerca di trovare un ragionevole punto di equilibrio.
Il punto non è questo.
Il punto è che il Governo cerca di imporre alle Camere il proprio punto di equilibrio, con una presenza assillante nel dibattito parlamentare.
Il ministro Alfano si presenta in Commissione Giustizia.
Può farlo, i regolamenti parlamentari lo permettono e la Commissione Giustizia è naturalmente strutturata come il luogo in cui il Parlamento discute con il Ministro della Giustizia.
Ma perché è il Parlamento che chiede al Ministro della Giustizia di chiarire il suo operato dinanzi ai rappresentanti del corpo elettorale.
Non perché il Ministro della Giustizia chiede al Parlamento di giustificarsi dinanzi al Governo.
In questo modo, il Parlamento diventa un ircocervo: un qualcosa che ha un nome che lo designa ma di cui nessuno oramai conosce più l'essenza.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Point Break)

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/05/2010

BimbaImpertinente
Point break è un modo per chiamare un'onda.
Un'onda che si frange perché trova una roccia sul fondale.
E' anche un modo per definire un punto di non ritorno: quel momento in cui si deve smettere di pagaiare ed alzarsi sulla tavola per essere portati dall'onda che si è scelto di cavalcare.
BI ha scoperto il suo primo point break.
Che non era un'onda.
BI non è una bimba californiana ed il suo point break è stato togliere le rotelle alla bicicletta.
Non è facile togliere le rotelle.
Significa avere fiducia in chi ci corre accanto e ci sorregge.
Significa sapere che non ci lascerà cadere.
–> Pedala più forte
–> Non mi lasciare
–> Pedala più forte
–> Non mi lasciare
Una volta, due volte eppoi di nuovo.
Finché non si riesce a lasciarla andare e lei trova il suo equilibrio, pedalando.
Felice al punto di guardarti e dire:
–> Lasciami adesso, non mi prendere più
Mentre tu la guardi e pensi alla fatica che hai durato perché si staccasse ed al fatto che una volta staccata non vuole più essere sorretta.
Fa molto zen ed il tiro con l'arco.
Fa molto il resto della vita: tenere solo perché impari ad essere lasciata e fregarsene, prima, delle sue paure e, dopo, delle tue.
Non era solo suo il point break.
Era soprattutto mio.

Guanti

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/05/2010

Mickey-Mouse
Non era mai stato in prigione.
Non sapeva neppure dove fosse con esattezza.
Le galere sono nascoste.
Anche se si vedono dalla autostrada, non sono facili da raggiungere.
Non ci sono indicazioni stradali per le prigioni.
Ci si arriva portati da sirene che conoscono benissimo la strada e ci si esce a piedi, grigi di sporte di plastica: perché non sempre qualcuno ti aspetta fuori e, se c'è, spesso c'è per l'ultima volta perché nessuno dei due è più quello che era prima.
Ma non ha la forza per pensare mentre scopre di essere un Transito.
Uno che entra per andare altrove.
Uno che è ammanettato ad altri.
In una intimità di catene che impedisce di coprirsi il viso.
Non pensa a niente di tutto questo.
Pensa a Topolino.
Anche Topolino indossa sempre i guanti.
Come i suoi carcerieri.
Si diventa prigionieri quando chi per mestiere è costretto a toccarti si mette i guanti prima di farlo.

I pensieri scomposti di una Bimba Piccola (Sorelle)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/05/2010

Sorelle
Giocano.
Giocano litigandosi i giocattoli.
Anche se sono tutti simmetrici.
Anche se niente che ha l'una non fa anche parte del patrimonio mobiliare dell'altra.
Ma una Barbie è sempre diversa dall'altra.
Una locomotiva, da un'altra locomotiva e così via.
Li scambiano con una frase illogica ed irragionevole:
–> Vuoi essere la mia migliore sorella?
E' una parola segreta.
Una specie di abracadabra per aprire la porta del tesoro.
Usato da entrambe e nessuna delle due dinanzi a questa frase si rifiuta di cedere il giocattolo.
Non perché ci sono altre sorelle.
Non ci sono.
Ma perché nessuna riesce a pensare di non poter essere il meglio – la migliore sorella – per l'altra.

Una pensione sociale per Veronica (Post misogino)?

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/05/2010

berlusconi_lario_1396056a
Iniziano ad emergere gli aspetti principali della fredda stretta di mano che ha segnato l'accordo fra l'on. Berlusconi e la signora Lario.
Il Times li chiama the details of the deal.
Usando deal come termine tecnico per "affare".
Sicuramente si tratta di un affare tecnicamente inteso per la signora Lario: trent'anni e tre figli con il miliardario ridens contano 300MigliaiaEuro mensili, non molti rispetto ai 3.5MilioniEuro mensili inizialmente richiesti dalla signora Lario, ma sempre non pochi.
Che cosa ha fatto la signora Lario per meritare questo vitalizio?
Ha semplicemente sposato il signor Berlusconi e prodotto tre figli.
Nient'altro.
Di qui, il diritto al mantenimento che si fonda sulla presunzione che la signora Lario abbia contribuito alla fortuna del signor Berlusconi perché non ha fatto nulla, abbandonando la sua carriera di attrice e le sue prospettive di fortuna individuali per sacrificarsi alle sorti del marito.
E' un ragionamento profondamente ingiusto: se la signora Lario, come molte altre donne, si fosse massacrata per rendere possibile la crescita dei propri figli e la propria carriera professionale avrebbe avuto diritto ad una somma assai inferiore.
In altre parole, se una donna sposa un uomo molto ricco e si dedica alla vita della moglie dell'uomo molto ricco ha diritto a continuare questa vita.
Se, invece, con un singulto di dignità, preferisce mantenere la propria professione, sacrificare il proprio tempo libero e riesce a diventare una donna di successo ed una brava madre non ha questo diritto.
Non è giusto.
Chi non ha fatto nulla nella vita ha diritto alla pensione sociale e non ad un deal.

Uomini onesti (Suggerimento ad un ministro cristallino)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/05/2010

BondiS
Bondi si sente lordato da alcune indiscrezioni.
Riguardano il suo coinvolgimento nella cricca degli appalti.
Corre in soccorso l'amico Cicchitto che si indigna dal momento che sarebbe a tutti nota la cristallina onestà del politico.
D'altronde, Cicchitto è il soggetto di uno dei più importanti componimenti poetici del ministro Bondi, dove si legge:
La mia fede
è la tenerezza dei tuoi sguardi.
La tua fede
è nelle parole che cerco

Nulla da dire sulla ispirazione poetica che ha giustamente guidato il riconoscente sdegno del Presidente dei deputati del PdL: forse dello sguardo di Cicchitto si può dire molto, anche se non personalmente non mi viene in mente nulla, ma predicarne la tenerezza pare davvero una licenza poetica travolgente.
Semmai l'attività poetica del ministro può costituire una ragionevole e credibile giustificazione per eventuali dazioni di denaro.
Il ministro, infatti, potrebbe ricordare di avere dedicato ad Anemone o a Balducci uno dei suoi componimenti poetici e giustificare quanto ricevuto come un'opera di mecenatismo.
Un qualcosa del genere:
Impronta ancestrale
Sbirulino dispettoso
Eco del divino

costruito assemblando fior da fiore i versi ministeriali, potrebbe suonare per Balducci.
Non è difficile costruire poesie con animo Bondo e neppure immaginare che il destinatario possa commuoversi al punto di divenire un generoso mecenate.

Pupattole

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/05/2010

nonni-arzilli
La retorica sui nonni è infinita.
I bambini hanno bisogno dei nonni.
I nonni sono una cosa stupenda.
I nonni costruiscono un ponte fra il passato ed il futuro.
Chi non ha un nonno, ne adotti uno.
Ecc.
Ci si illude della retorica sui nonni.
Ci si sforza di crederci.
Poi i nonni chiamano:
–> Speriamo di vedere presto le "pupattole" …
Con quel tono di fermo rimprovero che puzza di naftalina su pelliccia tarmata.
Ecco chi non ha un nonno, talvolta, non sa quanto è fortunato.
Solo non essere chiamato "pupattolo"…

Scaglie di saggezza (La verità)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/05/2010

La verità sul caso Scajola è esattamente quella del ministro.
Non sapeva nulla ed ha comprato in buona fede il mezzanino incriminato.
La verità è che il ministro è una persona che pensa di poter comprare per 600kEuro un appartamento di 180 metri quadri in faccia al Colosseo.
Che pensa che il prezzo di un appartamento possa essere interamente versato al definitivo, senza alcuna caparra.
Che pensa che tutto questo sia normale.
Non perché è una persona fuori dal mondo.
Ma perché appartiene ad una casta che pensa di avere diritto ad un trattamento diverso dai comuni mortali.
Ed il problema è che chiama tutto questo politica con la p maiuscola.

Scaglie di saggezza (Un uomo confuso)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/05/2010

La comunicazione con cui Scajola ha rassegnato le proprie dimissioni (ad una conferenza stampa non al Capo dello Stato, come forse si dovrebbe fare) sono piuttosto singolari.
Un ministro della Repubblica non può abitare in una casa pagata da altri. Per questo ho dato mandato ai miei legali di chiedere l'annullamento del contratto di compravendita. Per questo rassegno le mie dimissioni.
L'uomo è confuso, forse per l'indigestione di rassegne stampa.
Difatti, o non sa nulla (tesi della difesa) e deve difendere la propria reputazione mantenendo il seggio ministeriale.
O vive nella casa pagata da altri (tesi dell'accusa) e quindi deve abbandonare il seggio.
Abbandona il seggio, sicché è vera la seconda: ovvero la tesi della difesa abbraccia la tesi dell'accusa.
Ma farlo stare zitto (tesi di Ferrara), no?

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