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Un nano nella Costituzione

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/01/2010

PornazziIl partito dell’amore viene affossato da Brunetta.
Con una intervista a Libero, nella quale propone di modificare anche la Prima parte della Costituzione.
Qualche riga può essere opportuna.
Il ministro della funzione pubblica, o di ciò che ne resta dopo i suoi interventi, non ha proclamato di voler cambiare l’intera Prima parte della Costituzione, ma di volerne salvaguardare i principi fondamentali, modificando quelle disposizioni che, a suo avviso, avrebbero resistito peggio alla prova dei tempi. Si tratterebbe dell’art. 1 (L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro), di 39 e 49, in punto di libertà sindacali e partiti politici, di 10 e 11, a proposito del valore dell’Unione europea, naturalmente sconosciuto ai costituenti.
In generale, può essere ragionevole sostenere la possibilità di modificare la Prima parte della Costituzione: sicuramente, gli artt. 39 e 49 devono fare i conti con un forte grado di dislessia del processo storico di attuazione dei valori costituzionali e il diritto di associarsi liberamente in partiti politici per concorrere con metodo democratico alla formazione dell’indirizzo politico nazionale dovrebbe essere completato, ad esempio, regolando il tema del conflitto di interessi e del grado di democrazia interna richiesto ai partiti politici.
E così via: l’art. 9 parla di ambiente solo come paesaggio e meriterebbe una rilettura maggiormente attenta ai temi dello sviluppo sostenibile.
Non così, forse, l’art. 1. La chiave del ragionamento di Brunetta potrebbe essere più profonda di quanto appaia dall’intervista. Il riferimento dell’art. 1 al lavoro come fondamento della democrazia, sul piano storico, deve essere letto come contrapposizione netta al capitale e come rifiuto della Costituzione di un sistema sociale ed economico fondato su di una economia di mercato puramente liberista.
E’ la promessa di una rivoluzione che compensa le delusioni del partito social comunista nella ricostruzione di Calamandrei.
Toccare questa disposizione costituzionale significherebbe cercare un altro fondamento assiologico per la nostra democrazia e Brunetta propone il mercato accanto al merito.
Come si potrebbe proporre il gioco o lo sviluppo sostenibile.
La verità, però, è che toccare un fondamento assiologico senza una impostazione ideologica forte, come forti erano le impostazioni dei costituenti, non ha nessun senso.
Significa spostare il peso del dialogo sulla distanza fra una democrazia di valori, come è ancora la nostra, ed una democrazia di procedure, come la nostra sta diventando.
La proposta di Brunetta, secondo questa chiave di lettura, dovrebbe essere ancora dilatata per essere completa ed onesta: L’Italia è una repubblica democratica che si fonda sul rispetto delle procedure stabilite nella presente Costituzione.
Ma una Costituzione senza valori fa davvero paura.

Asdrubale Delle Fregne

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/12/2009

uomo%20neroAsdrubale Delle Fregne e Rocco Passere, o qualcosa del genere: non ha molta importanza, sono i protagonisti della solita commedia di natale con De Sica ma senza Boldi.
Scandalo: il film è stato dichiarato di interesse culturale ai sensi dell’art. 2, quinto comma, d.lgs. 28 del 2004, in quanto presenterebbe significative qualità culturali o artistiche ovvero eccezionali qualità spettacolari.
Asdrubale Delle Fregne non potrebbe essere un esempio di cinema culturale.
Così Mereghetti sul Corsera e con tonalità vivacemente polemiche Travaglio sul Fatto quotidiano.
Forse non è così.
Asdrubale Delle Fregne e Rocco Passere meritano di essere considerati un eccezionale prodotto culturale.
Molto più dell’Uomo Nero di Sergio Rubini, che ha ottenuto la stessa qualifica, senza alcuna polemica, ma che è un film senza capo né coda, con un tono piuttosto pretenzioso e che si perde nel simbolismo dell’Uomo nero: chi è? Che significa? Che anche l’Uomo nero è buono o che non si deve avere paura dell’Uomo nero? Che un padre si conosce solo nell’imminenza della morte? Etc.
La verità è che De Sica rappresenta la cultura italiana quanto Rubini.
Molto più di Rubini.
Che discriminare i film, ovvero i prodotti dell’ingegno in genere, sulla base dell’interesse culturale significa fare censura e questo davvero sarebbe democraticamente inaccettabile.
Brutto dover essere d’accordo con Bondi.
Anzi, terribile.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Uncle gay)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/12/2009

BimbaImpertinenteLo zio buco vive da solo.
Ufficialmente.
Con un gatto al quale assomiglia.
Hanno lo stesso arido egoismo.
Gli stessi occhi che sanno vedere solo se stessi.
Bimba Impertinente non lo vede volentieri.
Si annoia.
Non lo capisce ed il gatto non le piace per nulla, come lei non piace per nulla al gatto.
Passano il tempo a guardarsi in cagnesco.
Occorre convincerla per andare da Uncle Gay.
Stupidamente, il padre:
–> Oggi, passiamo a trovare lo zio
Impenetrabilmente, B.I.
–> SGRUNT
Sempre più stupidamente:
–> Non essere scorbutica, lo zio ti vuole tanto bene …
Sempre più impenetrabilmente:
–> Te lo ha detto lui?

Chi li ha sciolti (sms di natale)?

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/12/2009

nokia-e55_white_05_lowres_Gli sms di natale vanno scemando.
E’ una fortuna.
Di meno, per chi non se ne accorge.
Tipicamente, tizio.
Un genio della comicità involontaria.
Quest’anno:
Come un fiocco di neve possa questo periodo adagiarsi sulla nostra vita, sciogliersi tra i nostri desideri, rinfrescare il nostro futuro ed idratare il nostro amore. Buon Natale da ____
Idratare, si, proprio IDRATARE.

Chi li ha sciolti (Il riciclone)?

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/12/2009

Regali4Regali prima di natale.
Imbarazzanti.
Difficile decidere se si devono scartare ‘nanti il donante o se si deve aspettare.
Lo Scaccabarozzi, a lungo, è stato un esempio in materia.
Riceve i regali con signorile distacco.
Li appoggia sulla seconda scrivania della sua stanza.
Sorride, con un fare di bambino, che fa una porca figura sulla sua faccia, e chiede se può aspettare di aprirli sotto l’albero.
Con i figli.
Scusandosi ed aspettando il permesso.
Con la timida cortesia che rivela un segreto vergognoso ed intimo.
Un bel modo di fare.
Finché un natale di molti anni dopo non ti torna il regalo che gli avevi fatto molti anni prima.
Da una persona diversa.
Ma con sempre il tuo biglietto dentro.
E capisci.
Non era signorilità.
Era tirchieria.
O, forse, spirito ecologico.

Libertà nella rete (A proposito del Popolo delle Libertà e dei suoi indirizzi sull’internet)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/12/2009

giornali_strilloneIl senatore Raffaele Lauro ha presentato – alla stampa, ma non al Senato – un disegno di legge con cui proporrebbe di punire con una aggravante i reati di apologia ed istigazione commessi per il tramite della rete.
I reati di apologia e di istigazioni rappresentano un terreno costituzionalmente molto delicato: il confine della libertà di manifestazione del pensiero "lecita" e necessaria per l’affermazione dei valori costituzionali con quel pensiero che è talmente vicino all’azione da confondersi con essa.
E’ un tema vecchio: in realtà, probabilmente, dal punto di vista logico distinguere fra diverse categorie di pensiero sulla base della loro contiguità all’azione è un esercizio impossibile.
Una democrazia esige che la libertà di manifestazione del pensiero possa avere anche contenuto eversivo dell’ordine costituzionale: un partito politico può essere antisistema. Tuttavia il confine fra la normale attività di propaganda di un partito politico antisistema e l’apologia del reato di insurrezione armata ovvero l’istigazione all’attentato contro la Costituzione può essere molto labile.
Più interessante la questione del mezzo utilizzato: la rete diventa una aggravante.
Perché?
Perché usare la rete per diffondere le proprie opinioni politiche è più pericoloso di qualsiasi altro media?
La vera differenza fra la rete e gli altri mezzi di comunicazione è l’accessibilità e la costruzione di un modello democratico in cui è possibile la libera associazione fra quanti hanno idee e sentimenti simili fra di loro, senza alcuna barriera sociale o economica.
Il sottoscritto accede molto facilmente al suo blog per postare le sue idee, ha molte più difficoltà a scrivere per il Corsera o ad essere invitato da Vespa nel suo salotto pomeridianamente differito.
Questo rischia di dare molto fastidio e genera disegni di legge come quello annunciato, ma non presentato, più un cadeaux che un progetto di legge, dal senatore Lauro.
Ma non è Lauro che preoccupa di più in questo periodo.
Preoccupa il processo Vivi Down.
In questo processo, che sta arrivando a sentenza, quattro top manager di Google sono accusati di non avere impedito la trasmissione tramite You Tube di un video in cui un ragazzo affetto dalla sindrome di Down veniva vessato.
Un terribilmente banale episodio di cyberbullismo.
Per la pubblica accusa, Google, in persona dei suoi top manager, avrebbe dovuto impedire la diffusione di questo video.
L’accusa è eversiva di una serie di norme giurisprudenziali e di legge: il "service provider" che si limiti a concedere l’accesso alla rete, nonché lo spazio nel proprio "server" per la pubblicazione dei servizi informativi realizzati dal fornitore di informazioni, non è responsabile della violazione del diritto d’autore eventualmente compiuta da quest’ultimo (in questi termini, già: Tribunale  Cuneo, 23 giugno 1997, in Giur. piemontese 1997, 493).
Questo indirizzo giurisprudenziale si è consolidato nell’art. 16, primo comma, d.lgs. 9 aprile 2003, n. 70, per il quale:
Nella prestazione di un servizio della società dell’informazione consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore: (a) non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l’attività o l’informazione è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l’illiceità dell’attività o dell’informazione; (b) non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso.
E’ una norma che, per la libertà di manifestazione del pensiero, ha un valore materialmente costituzionale, perché consente a qualunque persona di accedere alla rete e rendere accessibili le proprie idee senza subire il controllo preventivo di nessuno.
La sottile censura del processo Vivi Down, dal nome della associazione che lo promuove come parte civile, è pericolosa perché introduce nella rete una nuova tensione: le policies dei Service Provider in materia di privacy, per citare Facebook, ovvero di diritto di autore, per ricordare The Pirate Bay, possono decidere che cosa pensano le persone.
La tenaglia dei due movimenti, la giurisprudenza milanese del caso Vivi Down e l’aggravante Lauro, può rendere molto difficile manifestare il proprio pensiero ed è pericolosamente vicina ad un sentimento autoritario della rete che fa rabbrividire.

Chi li ha sciolti (La voce dell’antifica)?

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/12/2009

marianne-faithfullMarianne Faithfull ha una voce straordinaria.
Roca.
Non ha un canto straordinario.
E’ stato detto che si è semplicemente trovata al momento giusto nel posto giusto.
Senza altro talento che il sapere dove si trovava.
Può darsi.
Però sicuramente sa modulare la sua voce e sa modularla come se lo stereo si stesse spogliando per te e lei fosse seduta sopra all’amplificatore.
E’ un dono.
Di cui fanno parte le inflessioni cockney e il calore di nicotina che lega le parole molto più del suono limpido di Alison Kraus.
Tipa non ha questo dono.
Parla un oscuro dialetto calabrese, arrotando le c come un cinese nato a Prato.
Lei, però, non se ne rende conto.
Pensa anche di essere un gran fica.
Naturalmente, non lo è.
Non basta la voce per essere una fica.
Soprattutto se non sei Marianne Faithfull e la tua voce trasuda la volontà di nascondere il dialetto.
Ci sono zolle di terra da cui è impossibile lavarsi.

Chi li ha sciolti (L’America con il bianco agli occhi)?

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/12/2009

grey-goodsPotrebbe avere un nome qualsiasi.
Una cosa tipo Agenore o Asdrubale.
Invece, si chiama Antonio.
E’ un tipo mite.
Molto mite.
Un bel ragazzo.
O meglio un ex bel ragazzo che è diventato un bell’anziano ragazzo.
Normalmente affascinante.
Normalmente ben vestito.
Normalmente colto.
Una conversazione normalmente brillante.
Ma il tono degli occhi, forse, quello non è normale.
Ha quel tono di comprensione, quel tono che sembra guardare dentro mentre ascolta che può essere irresistibile.
A lungo, è stato un interrogativo da serate invernali.
Un tempo, quando si era ragazzi, sapeva conquistare donne apparentemente irraggiungibili.
Poi, improvvisamente, nel periodo dell’università, ha smesso.
Nessuno ha più saputo nulla di ragazze, amanti o fidanzate.
Come se le donne, per lui, non esistessero più.
Varie risposte: è omosessuale, ma non fa outing; l’ultima gli deve avere bruciato il cervello; un travolgentemente imbarazzante amore clandestino.
Chiacchiere fra uomini che finivano con ironia: dopo venti anni di astinenza, deve essergli salito il bianco agli occhi …
Da poco, lentamente, è affiorata la verità.
Semplice.
Quasi triste.
Non aveva abbandonato proprio nulla.
Si era buttato sul grey market delle mogli degli amici.
Una, due, tre, quattro, forse cinque.
Nel grey market delle mogli altrui ha saputo trovare l’America della sua pigrizia.
Ora, nessuno ci ride più e tutti capiscono perché erano fra uomini le chiacchiere sul bianco agli occhi.
Tranne lui, naturalmente.

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Tartaglia di Tarascona)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/12/2009

BimbaImpertinenteNaturalmente, Bimba Impertinente non sa nulla di Tartaglia di Tarascona e del suo coraggio da leoni.
Non ha commentato le immagini del Primo Ministro sul predellino, sanguinante, attonito, incapace di capire perché tanto odio verso la sua persona.
Nemmeno ha commentato questo attentato a base di souvenir che viene raccolto dai giornali come se fossimo a Sarajevo o come se stessimo di nuovo affondando nella terribile allegria della Banda del Casoretto.
Neppure si è soffermata su Porta a Porta, dove uno stranulato Michele con lisca catanese spiegava al popolo di Italia, agli Itagliani di Piazza Venezia, che lui, si: proprio lui, Michele, Gabriele o come diavolo si chiama, era accanto a Tartaglia di Tarascona e aveva perfettamente capito che il povero Tartaglia non era una persona normale perché non sarebbe normale restare calmi, immobili, freddi quando si è a cinquanta centimetri dal Primo Ministro, come se a cinquanta centimetri dal Primo Ministro si dovesse restare soggiogati dal suo fascino, dalla sua forza taumaturgica, dall’incantamento del voto popolare che la sua persona oramai incarna e, povero Michele, Gabriele, o come diavolo si chiama, si porterà sempre addosso il rimorso di non avere fatto nulla dall’alto dei suoi 190 centimetri per fermare il perfido attentatore.
Come se fosse normale essere a cinquanta centimetri dal Premier e sciogliersi dall’emozione, dal desiderio di adorarlo, e non fosse altrettanto normale (forse più normale) avere voglia di tirargli in faccia, su quella faccia di perfetto somaro,per ricordare il cameraman di Maurizio Costanzo quando si chiamava Pietrangeli, su quella faccia perfetta per stare nel buco tondo di un tiro a segno, un ordigno qualsiasi: una mela, un uovo, una stampella, magari una gamba di legno.
Bimba Impertinente, non ha nemmeno seguito la traCotanza leghista mentre evocava il clima degli anni di piombo all’unico, ma molto chiaro scopo, di legittimare leggi eccezionali, leggi di polizia, leggi in grado di assicurare l’ordine pubblico, ma certo non di salvaguardare le libertà costituzionali.
O letto questa mattina l’intenzione di chiudere e censurare tutti i blog che non condannano il povero Tartaglia di Tarascona, ma ne fanno apologia, esempio ed incitamento all’odio.
Ma allora che cosa c’entra Bimba Impertinente?
Non c’entra nulla, è solo un bene rifugio, perché permette di non pensare a tutto questo.
Permette di pensare, semplicemente, al suo quieto cercare di fuggire il freddo della bicicletta, nelle prime ore del mattino (B.I., molto raramente esprime i suoi desideri in forma diretta, preferisce suggerirli, usando dei percorsi retorici, in termini molto diplomatici, molto accademici), con una uscita così brillante da convincere il padre a tornare a casa e chiamare un taxi:
–> Babbo, ma quando fa freddo, fa freddo come oggi, la bicicletta si mette in moto?
Anche questi, però, sono Ossi di Seppia.

La somiglianza per contatto (Santo Subito)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/12/2009

berlusindoneUn tizio, pare non troppo compos sui, ha centrato il Primo Ministro con una Madonnina di ferro.
Gli ha sfasciato il naso e qualche dente.
Soprattutto ne ha accellerato il processo di decomposizione e santificazione mediatica.
Il Primo Ministro, adesso, potrà scomparire da ogni evento pubblico e diventare una presenza eternamente virtuale.
Il tizio aveva a disposizione tre diversi utensili: la Madonnina, che ha usato, con notevole capacità offensiva; un crocefisso, che non ha usato; una bomboletta di spray al peperoncino, che nemmeno ha usato.
E’ tacciato di assoluta incapacità di intendere e volere.
Forse, a torto.
Forse, merita di essere considerato un martire. Come il povero Breschi o, da un altro punto di vista, i kamikaze di Al Qaeda.
Sicuramente sapeva che sarebbe stato preso ed imprigionato e che avrebbe dovuto affrontare un destino non dissimile da quello di Silvio Pellico, che ha commosso le nostre gioventù.
Eppure ha agito lo stesso.
E non intendeva danneggiare il lavoro del chirurgo plastico o dell’odontostomatologo estetico.
Al contrario, l’ordigno svela le sue intenzioni: voleva convertire il Primo Ministro, utilizzando le conclusioni di Georges Didi Huberman, che nel suo La somiglianza per contatto (Bollati Boringhieri 2009) ha dimostrato come il contatto genera somiglianza, sia sul piano fisico che su quello spirituale.
Il Primo Ministro, grazie al contatto fisico e doloroso, come ha da essere una conversione, può diventare una replica della Madonnina ambrosiana.
Aiutare la sua natura divina con la mitezza della Madonnina incoronata che domina il Duomo.
E’ un gesto che ha del grandioso.
Anche dal punto di vista del Premier, che sicuramente non mancherà di esprimere il Suo gentile perdono per il malcapitato infedele.
Tuttavia, forse, la somiglianza per contatto con il crocefisso avrebbe potuto sortire degli effetti assai più benefici per la nazione.

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