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Ci può essere giustizia senza condanna?

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/12/2009

300px-Milano_-_Piazza_Fontana_-_Lapide_VittimePiazza Fontana pone molte domande.
Le continua a porre malgrado gli anni trascorsi.
Domande inutili, secondo il J’Accuse di Pasolini sul Corsera del 14 novembre 1974.
Che, però, riguardano la stessa costruzione retorica della democrazia in Italia.
La più classica di queste è se possa esistere una giustizia senza la condanna dei colpevoli.
Si aggancia ad una domanda più radicale: può esistere una democrazia senza giustizia?
La giustizia non è la condanna del colpevole.
E’ la seriamente pervicace ricerca del colpevole attraverso un processo giusto e fondato sulla presunzione di innocenza.
La giustizia può esistere senza condanne.
Non può esistere senza un giusto processo.
La democrazia ha bisogno della ricerca della verità, ma non della verità.
Piazza Fontana, secondo questo J’accuse, può entrare nel dibattito sul processo breve.
Il processo breve impone una selezione dei processi: non tutti i fatti che chiedono un processo possono essere oggetto di un processo se il processo deve essere breve.
La giustizia assume un tono aziendale.
Deve selezionare i casi che può affrontare con le proprie forze e accettare che per tutti gli altri casi il perdono della prescrizione cada sul bisogno di giustizia delle vittime.
Il punto del processo breve è questo: Chi decide chi deve avere giustizia?
E’ una decisione politica, perché la giustizia diventa un bene scarso e si deve scegliere chi la può ricevere.
Significa scegliere un nome su una lapide e scartare gli altri.
In questo schema, forse, il processo per Piazza Fontana non sarebbe più possibile perché toglierebbe troppi spazi ad altri processi.
In questo schema, la democrazia sceglie le verità che le interessa ricercare e, forse, smette di essere una democrazia.

I pensieri scomposti di una Bimba Piccola (Non c’è nulla da ridere)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/12/2009

BimbaPiccolaBimba Piccola sa essere terribile.
Ha la tosse.
Una tosse da cavalli.
Viene portata dalla pediatra.
La pediatra riceve in uno studio associato.
L’ingresso è una sala d’attesa stracolma di vecchi variamente ammalati che aspettano il turno dei loro specialisti.
Un lazzareto che si deve attraversare per raggiungere la sala d’attesa dei piccoli pazienti.
Solita vecchietta complimentosa.
Soliti sorrisi di dentiera e inutili complimenti a BP che viene trascinata mentre urla Io non voglio la puntura
BP fissa la vecchietta attraverso gli occhiali ortopedici:
–> Non c’è nulla da ridere
Secca.
Dura.
Mentre la vecchietta ingoia risata e dentiera in un colpo solo.

Chi li ha sciolti (Disavventure di un cuckold)?

13 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2009

Immagine 1Il poveretto è sposato.
Da molti anni.
Una moglie molto bella.
Molto provocante.
Una moglie che ha bisogno di tutto il suo ardore.
Di più del suo ardore.
Il talamo comincia ad essere una routine.
Prova nuovi giochi.
Che alla moglie non bastano.
La moglie fa capire che vuole un altro uomo.
Il poveretto comincia a sentirsi la testa pesante.
Molto pesante.
Si arrende.
Gita fuori porta e ardente giovanotto.
La moglie è soddisfatta.
Lui, meno.
Tornano al consueto talamo.
La moglie lo abbraccia.
Lo accarezza.
Gli dice che lo ama.
Ma lui non ce la fa.
Gli basta guardarla per rivederla.
E gli basta rivederla per ritrovarsi un ciondolo di inutile pongo fra le gambe ed un sapore di rabbia fusa in bocca.

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Babbo, da dove escono i bambini?)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/12/2009

BimbaImpertinenteBimba impertinente pone i primi problemi di educazione sessuale.
Anzi, il primo problema di educazione sessuale: Da dove nascono i bambini.
Qualcuno le ha detto che per far nascere i bambini bisogna aprire la pancia delle mamme.
Vivace preoccupazione di B.I.
Il padre cerca di spiegarle che i bambini normalmente escono dalla passerina.
La preoccupazione non diminuisce affatto.
Il padre, che ha come pensiero guida in materia di parto: Se avessi dovuto partorire io, col fischio che praticavo senza protezioni, cerca una via di uscita romantica:
–> Quando troverai il tuo principe, sarai molto contenta di avere un bambino … Vedrai …
B.I., che ha un certo spirito pratico:
–> Temo che per queste cose ci voglia un babbo, non un principe …
Il padre, come di consueto, bacia B.I., senza capire se ha fatto la figura del cretino o se ha ricevuto uno dei complimenti più belli che gli siano mai stati fatti.

Ragazzi, che Preside !!!

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/12/2009

lavagnaIl Preside è un uomo del fare.
Non del cosa fare o del perché fare.
Ma del fare.
Del fare inteso come verbo incoativo.
Come stile di vita.
Abbattere una scala.
Sponsorizzare la web radio di facoltà, che ospita dibattiti interessantissimi, sul tipo i community college del North Carolina an environmental approach.
Organizzare la mostra su come eravamo quaranta anni fa, quando c’era solo lui.
E così via.
Adesso è il momento degli armadietti.
Vuole mettere degli armadietti a disposizione degli studenti.
E vuole un regolamento che ne disciplini l’uso.
Tutto ha bisogno di regolamenti ed ogni regolamento dà vita ad almeno una Commissione.
Per un non giurista, le norme sono essenziali.
In sé.
Non perché servono ma perché sono sempre uno strumento di comunicazione, un media ed un modo per creare istituzioni nelle istituzioni, gangli di potere e sottopotere.
Naturalmente, ha bisogno di qualcuno che lo produca e di molte riunioni per discuterlo, affinarlo, metterlo a punto.
Di seguito, un articolo del regolamento, come proposto dallo stanco redattore:
_____
3.3    Dentro gli armadietti, possono essere custoditi unicamente libri, documenti e oggetti utili per lo studio, con esclusione di generi alimentari, igienici, sanitari e ortopedici comunque denominati ed indipendentemente dalle modalità di confezionamento. Potranno essere valutate deroghe alla presente pattuizione previa istanza alla Commissione ortopedica di Facoltà.
3.4    Gli armadietti non possono essere in alcun modo danneggiati, In particolare, è fatto espresso divieto di arredare gli armadietti con fotografie ed immagini di qualsiasi genere, anche se di argomento didattico, fatta eccezione per le immagini di culto previa loro approvazione da parte della Commissione per i culti ammessi nella Facoltà.
____
La proposta ha sortito l’effetto sperato: il redattore è stato prontamente sostituito dalla fedelissima collega di diritto civile.
L’umorismo non è mai gradito nei regimi a speranza autoritaria.

Femme en pleurs

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/12/2009

T05010_9Piange lacrime di campagna.
Lacrime di cellulare.
Sul predellino di un treno.
Incurante ingoia la sua rabbia e urla.
Non le interessa essere ascoltata o riconosciuta.
Le basta il piangere ad una voce.
Di cui si intuisce la distrazione.
Smazza un elenco di ingiustizie come un croupier senza eleganze.
Povera piccina.
Non è possibile non ascoltare.
E’ assistente volontaria in un laboratorio.
Non resiste ai colleghi.
Non resiste perché loro canticchiano mentre lavorano.
Perché è la più giovane e pretendono che faccia le cose subito e bene senza spiegarle cosa deve fare.
Ha inviato un pro memoria all’assistente più anziano con le cose da fare e questo le ha risposto che prima di ricordare le cose a lui, deve imparare a farle lei.
E’ rimasta fino a tardi e quando è uscita ha trovato gli altri che chiacchieravano allegri fuori dalla porta.
Lavora dodici ore tutti i giorni e nessuno la paga.
Povera piccola.
Non capisce.
E’ una questione di phisique du role.
L’università è molto una questione di phisique du role.
Loro glielo stanno semplicemente facendo capire.
Crudelmente.
Come è sempre crudele la lotta fra chi non ha nulla e vorrebbe tutto.
Non capisce ma pone una domanda: Se è così e così è per davvero, ha senso educare un figlio all’accoglienza?

Vota il malanno (Breve post di pessimo gusto)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/12/2009

Lonardo_lawson
Sandra Lonardo e’ malata.
Gravemente.
Il commento più banale e’ Finche’ rubano stanno sempre bene.
Senz’altro ingiusto.
La signora Lonardo, gia’ presidente del consiglio regionale campano, moglie di Mastella e first lady di Ceppaloni, aspetta ancora un processo.
Possibilmente breve.
Nulla pero’ impedisce di immaginare la malattia: mal di denti da torrone o emorroidi da procura?

Scommettiamo che tra qualche giorno non se ne parla più (Casta Gifuni)?

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/12/2009

Gaetano_GifuniGifuni è un gran commis d’etat.
Un vero gran commis d’etat.
A lungo segretario generale del Senato, ministro per i rapporti con il Parlamento in un governo Fanfani, ha terminato la sua carriera come segretario della Presidenza della Repubblica.
Una carriera apparentemente senza ombre, iniziata per concorso e terminata con l’unanime riconoscimento di massimo esperto delle prassi costituzionali.
La Presidenza della Repubblica vive di prassi costituzionali e attraverso le prassi costruisce il suo ruolo e, nelle prassi costituzionali, ad esempio in materia di formazione del governo o di gestione dei disegni di legge di iniziativa governativa, il segretario generale della Presidenza della Repubblica ha un ruolo delicatissimo e spesso decisivo.
Gifuni nella elaborazione di queste prassi è stato un ingegnere dalle qualità eccezionali.
Forse, un genio.
Un genio che è stato beccato con le mani nella marmellata.
Una marmellata che è eversiva delle prassi costituzionali finora in vigore e che Napolitano ha apertamente infranto.
La questione è facile, facile.
La Presidenza della Repubblica ha autonomia contabile.
Il che significa che i controlli con cui lo Stato deve assicurare, attraverso un terzo imparziale, che i denari provenienti dalla generalità dei contribuenti e destinati al soddisfacimento di interessi pubblici siano effettivametne impiegati a questo scopo, nel caso della Presidenza della Repubblica, come degli altri organi costituzionali, sono interni alla Presidenza della Repubblica stessa.
Questo principio è stato affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza 129 del 1981, proprio in un caso in cui la Corte dei Conti aveva avuto l’ardire di pretendere di sottoporre alla propria giurisdizione il controllo sulla dotazione della Presidenza della Repubblica e delle Camere.
Tradotto in pratica il principio della autonomia contabile della Presidenza della Repubblica funzionava con i denari della dotazione nella cassaforte del cassiere e gli alti funzionari della Presidenza che prelevavano liberamente sottoscrivendo delle ricevute che definire ironiche è un complimento.
Uno di questi signori era il nipote del Segretario Generale, il quale si era anche fatto una villetta abusiva nella tenuta di Castelporziano, senza i necessari permessi, ma in virtù di un provvedimento del Segretario Generale.
Brutta storia.
Brusca inversione delle prassi costituzionali da parte del Presidente Napolitano, il quale ha – giustamente – considerato che in questo caso il principio della autonomia costituzionale della Presidenza suonava come I panni sporchi si lavano in famiglia ed ha trasmesso il fascicolo sugli ammanchi e le altre irregolarità alla Procura della Repubblica.
Una scelta che suona come rinuncia alle prerogative stabilite da Corte 129 del 1981 e come volontaria sottoposizione alla supremazia della legge da parte della suprema carica dello Stato.
Una scelta che probabilmente Gifuni non avrebbe condiviso e che forse pensava che nessun Capo dello Stato avrebbe avuto il coraggio di compiere: nessun potere rinuncia mai volontariamente alle proprie guarentigie.
Tuttavia è una scelta che può far pensare in chiave di moral suasion.
Può far pensare talmente tanto che si può scommettere che nessuno fra qualche giorno ne parlerà più.
Esattamente come nessuno, nelle cronache che si dilungano sui nepotismo di Gifuni, ha commentato il valore costituzionale della denuncia di Napolitano.

Muftì Castelli

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/12/2009

Gli ingegneri sono persone pratiche.
Castelli è una persona pratica.
Di conseguenza, se la sua cravatta con nodo a rotonda stradale tuona, ci sono delle ragioni eminentemente pratiche.
Che riguardano il compagno Fini, secondo la definizione killer di Feltri, e la lotta per l’egemonia culturale all’interno del PdL.
La questione del referendum svizzero sui minareti, però, è molto più interessante.
Non ha nulla a che vedere con la libertà di culto.
Di per sé, è semplicemente una discussione sul diritto di una fede ad essere pervasivamente rumorosa.
Le campane sono pervasivamente rumorose e i Quaderni di diritto e politica ecclesiastica editi dal Mulino sono pieni di giurisprudenza che affronta sacerdoti accusati di molestie alla quiete pubblica per un uso disinvolto degli apparati sonori.
Come la Rivista giuridica dell’edilizia ha più volte rappresentato la delicata questione dell’interesse a ricorrere contro la licenza edilizia per la costruzione di un campanile.
I minareti, altrettanto.
Forse di più: il canto del Muezzin illumina l’alba nello stretto dei Dardanelli, ma può essere considerato fuor di luogo – come un cammello – in una valle Svizzera.
Tutto qui: il suono della religione si giustifica con le radici culturali di un popolo ed un popolo non ha, probabilmente, il diritto di esportare queste radici, che fanno parte di un ecosistema e in un altro ecosistema possono funzionare come organismi geneticamente modificati.
Ma questo non ha nulla a che vedere con la libertà di culto.
Non ha nulla a che vedere con la reazione becera del Muftì Castelli che pretende di inserire la croce nella bandiera italiana, perché una società può essere multietnica ma non multiculturale.
In realtà, una società multietnica è necessariamente multiculturale e questa è una straordinaria fortuna, anche se impone di ripensare temi apparentemente religiosi ma retoricamente politici come l’ora di religione o il crocifisso, le campane ed i minareti.

Videopoli (Cui prodest?)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/11/2009

Immagine 2Il computer di Brenda nasconde migliaia di file video.
Marrazzo si scusa con il Papa.
La Mussolini viene ripresa nella sede di Forza Nuova mentre si annoda con Fiore.
Sircana è scomparso da tempo.
I video della politica erotica sono sempre più presenti nella politica raccontata.
Il loro significato, però, è uno solo.
Allontanano dalla politica.
Un articolo sulla Mussolini che non sa se incazzarsi o mettersi a ridere è più divertente delle previsioni sul Pil o del dibattito per la normazione dei mercati finanziari in ambito comunitario.
Molto più divertente.
E, allora, il Cui prodest è spontaneo: chi si avvantaggia di videopoli?
Chi è uscito dall’affaire Marrazzo oscurando l’affaire Patrizia?
Chi accompagna il titolo sulle indagini per mafia a carico del Primo Ministro con lo scoop sulla Mussolini?
E’, davvero, una dimostrazione poderosa del potenziale del conflitto di interessi: possedere un giornale, possedere Il Giornale, è uno strumento di lotta politica formidabile.
Non tanto per quel che si dice o si scrive.
Quanto per quel che si fa dire e scrivere orientando il dibattito politico sul basso ventre ed allontanandolo dai veri problemi del paese.

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