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Parentopoli (Una nuova proposta per il reclutamento degli accademici)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/03/2009

GelminiLa ministra Gelmini ha lanciato una nuova proposta per il reclutamento degli accademici.
In contemporanea con l’uscita del libro di Nino De Luca (Id., Parentopoli, Marsilio), dedicato agli arcana imperi della università, di cui forse la bozza di disegno di legge governativo è un mezzo di promozione.
L’idea della Ministra è di introdurre una abilitazione nazionale che selezioni le persone idonee a svolgere il compito di ricercatore, professore associato o professore ordinario.
Successivamente le università, nei limiti dei loro bisogni o delle loro capacità economiche, pescheranno dagli idonei le persone da chiamare in ruolo.
La Ministra avrebbe un sostegno bipartisan.
Il sostegno bipartisan è un brutto segnale di per sé: l’università è un mondo dominato da lobby e se un provvedimento in materia di reclutamento ottiene il sostegno di tutti significa che accontenta tutti.
In effetti, questo provvedimento potrebbe accontentare tutti.
In realtà, questa riforma pare solo apparente e pericolosa.
Oggi, il sistema di reclutamento funziona su base locale: le università più virtuose (quelle che hanno un bilancio tale da poter reclutare nuove risorse) mettono a bando un posto.
Hanno diritto a designare un membro della commissione.
Gli altri quattro membri delle commissioni sono scelti con una elezione elettronica da tutti i colleghi del settore scientifico cui appartiene il bando.
Queste elezioni sono il luogo di scambi feroci.
Ci si candida, si telefona ai colleghi, si ottiene il loro voto e si compila una contabilità dei voti.
Naturalmente il gioco dei voti non ha come principale argomento il merito scientifico dei candidati.
E’ una contabilità nella quale il posto di Siena tocca a …. e quello di Palermo a …, con alleanze che nascono nel buio di qualche convegno, cui si partecipa solo allo scopo di verificare l’andamento del mercato.
Questo gioco sparisce.
Nel disegno di legge della Ministra ci si può aspettare che nessuno sia rifiutato alla abilitazione nazionale.
Non costa nulla darla, quindi è idiota negarla.
Capiterà, ma sarà interessante indagare le ragioni con metodo analitico, alla maniera di De Luca.
Il vero gioco avverrà nelle singole università.
L’università di …  saprà che nel 2010 può chiamare tre posti da professore ordinario.
Il Senato accademico dopo lunghe discussioni li assegnerà a Farmacia, Scienze politiche e Lettere moderne.
I singoli consigli di facoltà, dopo lunghe discussioni, premieranno i candidati ritenuti più adatti.
Ovvero quelli che saranno più graditi alla facoltà.
Il che significa che non si diventerà più professori ordinari o associati perché si è ottenuto il consenso della propria comunità scientifica di riferimento.
No.
Lo si diventerà perché la propria facoltà investe in noi.
Così, se il raggruppamento di sociologia a … è debole, l’insigne sociologo sarà sempre scavalcato dal mediocre internazionalista forte di un baronato locale molto più consolidato.
Se doveva essere un passo in avanti, assomiglia molto a due passi indietro.
E non era affatto facile.

Ai margini di un coccodrillo calabrese

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/03/2009

koudelkaAula di tribunale.
Giustizia amministrativa.
Che non è sudata come quella penale o consumata come la civile.
Ha ancora qualche rigurgito di colonia e gli abiti sono di buon taglio.
Gli scranni sono lontani.
In alto.
Come deve essere la giustizia.
Ricordo di Robespierre e Michelangelo.
Il Presidente è algido malgrado la faccia da pizzicagnolo.
Bella la cancelliera.
Una faccia di birichina.
Una faccia che ha saputo invecchiare mantenendo lo stupore della infanzia.
Lo sguardo sa scintillare di insonnia e gioco.
Il Presidente inizia a parlare.
Liturgia di toghe che si fermano stupite.
Fa il coccodrillo alla cancelliera che va in pensione.
Non senza una gravità che vorrebbe essere ironica ma è calabrese.
Bello vedere l’aula che si ferma.
Compunta e allegramente commossa.
Lei che fa finta di scrivere e di scorrere il ruolo.
Come ha sempre fatto per tanti anni.
Per più anni di quanti ne possano ricordare quasi tutti i presenti.
Che ha cresciuto, dando il segno di quando era il caso di non continuare una discussione.
O incoraggiando una replica che rischiava di fermarsi nella timida reverenza per un anziano collega aggressivo.
Continua a scrivere.
Finché il coccodrillo finisce.
Prende la parola.
Come chi deve parlare e parla: Non pensavo di meritare tutto questo, dice.
Senza piangere.
Ma in fior di pelle.
In mezzo alla danza delle toghe, che riprende il suo chiacchericcio di cicale in camicia inglese e cravatta napoletana, appare il cellulare del centralinista cieco.
Il cellulare con cui il centralinista cieco ha registrato tutto.
Cineoperatore meraviglioso come le zingare fotografe di Hrabal.
Urla.
Con un vocione di cieco.
Un vocione che non sa le dimensioni della stanza in cui parla.
Che non conosce le distanze dalle persone a cui parla.
Dalla persona per cui parla: Grazie. Mi hai aiutato sempre. Io non vedevo e tu vedevi per me. Sei stata il mio faro.
Le toghe fermano le ali, per un istante allentano i sorrisi, che riprendono subito in quello spettegolare lieve dietro al quale nascondono un ricordo dell’anima.

P.s.
L’immagine è di Koudelka e riprende il sorriso bambino della cancelliera.

I gommoni del Pastore Tedesco

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/03/2009

PastoreTedescoEMamiIl Pastore Tedesco ha affermato che i profilattici non sono lo strumento che assicura la vittoria nella lotta contro l’aids.
Ha assolutamente ragione.
Ha ragione in una ottica comunitaria: nella tutela dell’ambiente – ed il genere umano siccome composto di bestie fa sicuramente parte dell’ambiente – il principio di prevenzione si atteggia come correzione alla fonte di ogni comportamento che possa ledere l’ecosistema ed assume valore prioritario rispetto ad ogni altra azione di tutela.
Di conseguenza, la prevenzione, ovvero in questo caso la castità, viene molto prima dell’uso dei preservativi, che, siccome dispositivi di protezione individuale, debbono essere utilizzati solo nei casi in cui non siano possibili meccanismi di tutela generalizzati e tali da eliminare alla radice il rischio che deve essere prevenuto (in questi termini, fra l’altro la disciplina comunitaria in materia di sicurezza sul lavoro).
D’altronde, qui, la dottrina della Chiesa si sposa con il buon senso: non è possibile dubitare che l’uso del casco per un motociclista sia uno strumento di protezione della salute molto meno sicuro dell’andare a piedi.
Peraltro, l’intervento del Pastore Tedesco appare sollecitato, stimolato ed incoraggiato anche dalle compagnie femminili che ha avuto modo di incontrare nella sua visita africana così come illustrata dalle immagini apparse sui giornali.
Non è davvero ragionevole dubitare che dinanzi a certi oggetti la castità sia molto meglio di qualsiasi guaina gommata.
A meno che non copra l’intero corpo.
Della signorina, naturalmente.

Lezioni

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/03/2009

Berlusconi_IVCi sono giorni in cui uno prova a fare lezione.
Prova a spiegare le lente trasformazioni della costituzione materiale in un sistema a democrazia bipolare imperfetta.
Prova a chiarire la inesorabile trasfigurazione della forma di governo verso un sistema direttoriale, nel quale il ruolo del Parlamento come motore di sintesi politica primaria è oramai assolto dal Governo.
Prova a essere chiaro.
Ma non riesce a non accorgersi di tizio che si pulisce attentamente il naso (Levati le dita dal naso, imbecille, gli viene da urlare).
Di caio che cerca di tenere gli occhi aperti senza riuscirci, come una messa distratta dopo l’addio al celibato (Ieri, bagordi, vorrebbe dire – e, a un certo punto, lo dice).
Di sempronia che si netta le unghie con le forbicette e poi le smalta (Almeno non in prima fila, signorina, per favore, vorrebbe dire, ma sta zitto).
Sono giorni in cui ci si rende conto che non tutti, evidentemente, hanno una casa.
Perché se ce l’avessero, chi glielo farebbe fare di venire a sentire un idiota che cerca di inseguire il Freiheit und Einsamkeit di Humboldt?

Chi li ha sciolti? (Fave a ferro di cavallo)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/03/2009

mercurioPare – così l’edizione locale del Corsera di oggi – che Pistoia sia la prima città in Italia per uso di farmaci erettili: ne farebbe uso un giovane su tre e sarebbero straordinariamente diffusi i peni curvi sia congeniti che post traumatici.
Il pene curvo pare che sia un pisello storto.
Se è congenito, è sfortuna.
Se è post traumatico, è male bestia.
In entrambi i casi, l’uropaziente si trova con una sorta di coda di maiale che gli spunta fra le gambe.
Non si capisce come la situazione possa migliorare con un farmaco erettile.
A occhio, il risultato dovrebbe essere un ferro di cavallo rigido anziché floscio.
Forse, la chirurgia potrebbe migliorare la funzionalità dell’organo in termini un po’ più definitivi.
Ma capisco che l’infelice preferisca prendere una pasticca azzurra e tremi all’idea di un bisturi che si avvicina alla povera cosa – storta – che si ritrova a ciondolargli tristemente fra le gambe.
Magari con la pasticca, almeno una seghina può riuscire bene.
Accontentarsi certe volte è un modo di sopravvivere.
Indispensabile per chi indossa una fava a ferro di cavallo, temo.

Lezioni (Il capellone)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/03/2009

capelloneLezione.
Diritto costituzionale in forma di diritto parlamentare.
Diritto parlamentare in forma di tattica d’assemblea.
Capellone.
Alligna in fondo all’aula.
Si dimena.
Si aggancia al vicino.
Cerca di prendere appunti.
Solleva i denti aguzzi come a fermare un pensiero.
Perché mi fisso a fissarlo?
Perché penso che sia idiota?
Mi dico che non è giusto.
Ma non riesco a non farlo e difficilmente mi sbaglio.

I pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente (Sogni)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/03/2009

BimbaImpertinente

Bimba impertinente non vuole mai andare a dormire.

Ha sonno.

E’ nervosa.

Ma non vuole andare a dormire.

Così, dopo avere lavato attentamente piedi e passerina, la si accompagna nel letto con un mucchio di storie.

B.I. ama la mitologia e le fatiche di Ercole sono fra le storie che preferisce.

Ma anche il Dragone Alberto, l’unico Drago che adora il minestrone, sembra piacerle non poco.

Alla fine di una storia, l’esausto padre prova ad allontanarsi:

–> Buona notte, B.I., sogni blu con l’ombelico rosa, assieme al Dragone Alberto e al Nano Giacomo

B.I. alza un viso stupefatto dalle lenzuola e risponde:

–> Ma, Babbo, io sogno le Winx

Il Parlamento in Gran Consiglio

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/03/2009

313380pUwt_wBerlusconi ha proposto di far votare i capo gruppo parlamentari e non i parlamentari.
Appare una proposta radicalmente incostituzionale per le ragioni che Ainis illustra su La Stampa e che può essere motivato dalle ragioni di politique politicienne illustrate da Massimo Franco sul Corsera.
Sicuramente i gruppi parlamentari non hanno nessun potere sui parlamentari che vi aderiscono per effetto dell’art. 67, Cost.
Tuttavia, la proposta può non essere incostituzionale nel momento in cui i singoli parlamentari abbiano il diritto di manifestare il proprio dissenso rispetto al voto del capo gruppo e questo dissenso sia contabilizzato in sede di votazione.
Ma forse il punto non è questo.
Il sistema di rappresentanza politica disegnato dal divieto di mandato imperativo, ovvero dal principio per cui nessun parlamentare può essere vincolato alle istruzioni del partito o del gruppo al quale appartiene, è un sistema nel quale i singoli parlamentari, isolatamente considerati, rappresentano l’intera nazione.
Il voto non riguarda, nella purezza del disegno costituzionale, una lista, ma ha come esito di investire una persona e questa persona ha l’obbligo di rappresentare tanto chi l’ha votata che chi non l’ha votata agendo secondo la propria coscienza.
E’ un sistema che si allontana dalla rappresentanza e si avvicina molto alle teorie sulla rappresentazione e che, dal punto di vista della ingegneria elettorale, si sposa con sistemi maggioritari fondati su collegi uninominali o cerca sistemi proporzionali con voto di preferenza, del genere praticato fino al 1993.
Questo meccanismo assiologico si è pericolosamente incrinato con l’attuale legge elettorale, che da un lato ammanta il premier di un plusvalore di legittimazione democratica che gli è donato dal plebiscito sull’accordo di coalizione, e dall’altro lato allontana gli elettori dagli eletti per mezzo di un diabolico combinarsi di soglie di sbarramento, premi di maggioranza e liste bloccate.
Non è incostituzionale l’idea di far votare i capi gruppo.
Con alcuni accorgimenti potrebbe anche – forse – essere praticabile.
E’ incostituzionale il movimento ordinamentale che allontana il corpo elettorale dal Parlamento.
Lo stesso movimento che, in altri tempi, portò il Gran Consiglio a prendere il posto della Camera dei deputati.
Tempi, si dice, meno allegri.
Si dice.

Chi li ha sciolti? (Virus terribili)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/03/2009

PeliDiFicaSi narra che la letteratura medica conosca un virus, parente stretto dell’herpes genitale, che trasforma l’inguine femminile in un avello dantesco.
Pare che non sia un virus pericoloso.
Si manifesta solo a livello olfattivo.
Ma scatenerebbe dei miasmi degni di un lazzareto medioevale.
Può essere imbarazzante.
Soprattutto se si cerca di rimediare a rigidità che non sono più il simulacro di prodotti siderurgici con artifizi organolettici.
Gli esperti suggeriscono una mentina sulle labbra.
Ma non specificano quali.

Anche Beppino ha rotto i coglioni

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/03/2009

Immagine 1Anche Beppino Englaro ha rotto i coglioni.
Ma non è colpa sua, questa volta.
E’ colpa di chi lo tira per la giacchetta.
Il Consiglio comunale di Firenze deciderà questo pomeriggio se conferirgli la cittadinanza onoraria.
Come a Saviano, Arafat, la Betancourt e non pochi altri, compreso Rigoni Stern e Kofi Annan.
Firenze vive una battaglia politica molto delicata.
Una battaglia tutta interna al centro sinistra.
Una battaglia di antiche consorterie che è riuscita a conquistare l’attenzione del Time.
In questa battaglia, una consorteria infila Englaro.
Per far vedere che il candidato Renzi non ha la forza di opporsi ai desiderata ecclesiastici.
Che puzza di sacrestia e di Opus Dei.
La signora Englaro, però, non merita questo.
Merita un po’ di silenzio.
Come tutte le morti.
Un po’ di quiete.
Non merita di essere cacciata a forza in questi giochi di potere.
Un po’ tristi, un po’ squallidi, un po’ schifosi.
Il principio di laicità dello Stato, in fondo, è anche questo.
Un minimo di rispetto per una morte che, comunque, ha il diritto fondamentale e inalienabile di ogni morte.
Il diritto all’oblio.

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