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La legge del buio (Pensiero anoressico)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
16/05/2022

Io non so che cosa è il buio.

Conosco la legge del buio e so che questa legge è conseguenza della sua natura: l’assenza di luce attira i colori, li schiaccia. Ogni colore schiacciato aumenta la forza di attrazione del buio.

L’essenza della legge del buio è che niente può esistere al di fuori, dentro è una fortezza che trabocca di fame e paura.

Conosco anche la legge della luce e anche questa legge è conseguenza della sua natura: la luce costringe i colori a danzare finché non si riuniscono in un bianco che li acceca.

So che la legge del buio è altrettanto spietata della legge della luce.

So che la vita ha bisogno dell’ombra che difende dalla luce e della luce che allontana il buio.

Che la vita è il coraggio del grigio, che per vivere bisogna saper camminare fra il buio e la luce, senza lasciarsi catturare né dal canto dell’una o dal fragore dell’altro.

Penso tutto questo mentre ti guardo e vedo il palmo della mano che hai scarnificato con le unghie, come una cannibale, vedo i tuoi occhi che sempre più spesso si lasciano annegare in pianti disperati come la dannazione, vedo il tuo viso che diventa trasparente, i tuoi capelli che hanno il colore dell’oro senza l’allegria del grano.

E, come sempre, quando ti guardo so che se rinascessi mille e mille volte non ti vorrei mai diversa da come sei, non vorrei altro dolore nel mio cuore, maledicendomi perché mai riesco a dirtelo come dovrei per dare ombra alla tua notte.

Perché qualunque cosa tu sia e qualunque cosa tu soffra, per me, sei sempre ciò che di più bello può esistere.

Le monadi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
13/05/2022

Le donne sono monadi.

Il punto di arrivo e di sintesi della disputa fra atomisti e scolastici.

Incomprensibili esattamente come una lezione di filosofia quando fuori c’è il Sole.

Diventano monadi con lo sviluppo: il Monarca. Da quel momento in poi, per cinque giorni al mese, non saranno in grado di pensare altro che al proprio disturbo.

Si affermano come monadi quando restano incinte. In quel periodo sono Monocinte perché non riescono a pensare ad altro che alla propria cova e la trasformano nella più noiosa delle esibizioni.

Ma soprattutto sono massimamente monadi nel periodo della menopausa: la Monopausa, anche qui non riescono a pensare ad altro e dopo una vita passata a ingurgitare pillole anticoncezionali, ricorrono allo stesso strumento per poter avere la gioia di continuare a indossare un tampone.

Gli uomini non riescono a fare molto.

Guardano, osservano, sperano che passi presto.

Così passa la loro vita: sguardi nel niente dove niente cambia e tutto semplicemente invecchia.

 

Non è un Consiglio per vecchi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/05/2022

Il Consiglio del dipartimento di giurisprudenza, per la seconda volta in meno di quattro mesi, non è riuscito a raggiungere nella sua composizione ristrettissima, ovvero limitata ai soli professori ordinari, la maggioranza assoluta che era necessaria per assegnare un posto da professore ordinario. Read more →

Mezza donna

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
27/03/2022

Non mi perderai mai

Non mi libererò mai di te

Non ti tolgo niente

Tutto quello che non dai assassina e strazia

Profezie

Promesse

Maledizioni

Sereno lutto, il silenzio.

Da grande voglio fare il Rettore

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
25/03/2022

Fra le tanti mutazioni che interessano l’essere umano, una delle più interessanti è osservare la trasformazione in professore dell’assistente volontario.

Esseri mitissimi che sono solito scomparire nei corridoi se non per ossequiare reverenti anche il figlio del bidello improvvisamente diventano temutissimi Ustasha.

Ancora più interessante è la mutazione del professore in rettore.

Colui che fu un essere umano e che si è mutato in Ustasha, per tutto il tempo in cui è candidato, si trasforma in una sorta di Abbé Pierre.

Ricerca tutti i colleghi, manda mail ai bidelli, si presenta come il collettore di una democrazia che nasce dall’ascolto e scrive pagine e pagine di messaggi che ripetono tutte la stessa cosa: I tempi sono difficili ma sono anche opportuni per un forte cambiamento nella continuità.

La certezza è che se dovesse diventare rettore subirebbe una ulteriore mutazione: nei fumetti, il generale degli Ustasha è un vampiro o un maestro della notte.

Ma queste sono cose che dice uno che non sarà mai candidato a rettore.

Quello che invece viene da rammentare è che uno dei candidati a rettore, in questa campagna elettorale segnata da una primavera particolarmente piacevole, uno scrittore molto prolifico di messaggi elettorali, tanti e di straordinaria lunghezza, è stato a lungo preside.

In quel periodo, una delle sue attività predilette era appostarsi dinanzi all’ingresso del Dipartimento, in prossimità dei lungarni, e inserire nelle biciclette degli studenti e dei docenti dei biglietti che invitavano all’uso delle rastrelliere, minacciando pene corporee e la scomunica.

Mi viene da chiedermi e se questo dovesse arrivare al successo nella sua candidatura?

Inizio a temere che vorrebbe fare la stessa cosa con chi fa la pipì senza la precisione dei vent’anni.

Dopo il naufragio

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
25/03/2022

Il Sole continua a imperversare, come una tempesta rovesciata

Nessuna notte

Nessuna pioggia

Solo questo Sole che costringe a chiudere gli occhi

Allontanare lo sguardo dalla pelle che cade a tratti

Nessuno riesce a dormire

Solo una lontana voce legge Coleridge.

Quello che resta (Un mese dopo)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
14/01/2022

E’ passato un esatto mese dalla morte di mio padre.

Un mese in cui il suo pensiero non mi ha lasciato spesso.

Anzi.

Forse sono stato più tempo con lui in questi giorni che in tutta la mia vita.

Ho pensato molto a quella mano che mi stringeva e che, all’improvviso, ha smesso di stringere.

Al perché di quell’abbandono.

Perché vivere è egoismo.

E’ imporre la nostra vita a chi ci ama.

Pretendere di essere amati.

Morire, allora, è l’istante in cui si decide di non essere più egoisti.

Che non si può più imporre la nostra vita.

Si accetta di morire perché ci si rende conto che siamo solo una mano che stringe.

Penso questo mentre lascio che il Sole, quel Sole che a dicembre continuava a morire, tocca di nuovo il mio tavolo.

Penso questo mentre penso che anche io troppe volte ho imposto la mia vita.

Perché ci vuole coraggio a smettere di stringere una mano.

Coraggio e stanchezza.

Cancrene di amore (Ribellione è seppellire il proprio cuore)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/01/2022

Fame di diabetico, il bisogno d’amore, sete di alcolizzato

Gangrena

Non amata imputridisce carne

L’animo si abitua al delirio

Fame_sete, allegre compagne di chi discende nel proprio inferno

Divorano la mente

Popolano la carne

Prevalgono come neve che assidera abbracciando senza la crudele pietà dei sogni

Ribellione è seppellire il proprio cuore.

La corrente della verità

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/01/2022

Come sulla pescaia: il rifiuto della piena

Si aggancia alla speranza di non essere ancora e di nuovo travolto dalla corrente

La sua intera vita è quella speranza

La sua definitiva morte il precipitare di quei pochi metri

Eppure non è così

Non è così per chi osserva da lontano

Non è così perché la vera morte è vivere lottando contro la corrente della verità.

Lo storico alla fine dei tempi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
03/01/2022

Il mestiere dello storico è ricordare il passato perché noi siamo fatti di passato e solo il passato consente di costruire il futuro.

Per uno storico non è vero che la storia insegna solo che non insegna niente. La storia insegna che gli uomini sono riusciti ad essere migliori. Ci sono sempre riusciti.

Ma anche lo storico arriva davanti alla fine dei tempi. Come un rabbino che aspetta in sinagoga il treno della deportazione.

Allora allo storico non resta che cancellare il passato. Bruciare la sinagoga. Lasciare che il futuro non abbia un passato alle sue spalle.

Questo si fa davanti alla fine dei tempi.

Si brucia il passato.

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