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I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Immacolata concezione)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2008

BimbaImpertinenteBimba Impertinente ha un concetto svizzero della realtà.
Ama il tempo che si ripete con tranquilla serenità.
Lunedì mattina, 8 dicembre:
B.I: Babbo, che giorno è oggi?
–> Lunedì, perché?
B.I: Perché io il lunedì vado a scuola.
–> Oggi, è festa.
B.I: Perché è festa?
–> E’ l’immacolata concezione
B.I: Che cosa è l’immacolata concezione?
–> E’ un modo per dire che la Madonna è nata senza peccato
B.I: Babbo, me lo racconti?
–> C’era un Papa, di nome Pio IX, che cercava un modo per passare alla storia e pensò di risolvere la questione della natura della mamma di Gesù. Vedi, per alcuni – così i Domenicani – la Madonna era stata redenta dal Cristo, perché della stessa natura degli uomini e perciò viziata dal peccato originale. Per altri, invece, – i Francescani e i Gesuiti – la Madonna non avrebbe potuto concepire Gesù se fosse stata viziata dal peccato originale, Pio IX …
B.I: Babbo, mi racconti di Cenerentola?

Chi li ha sciolti? (Telefanate)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/12/2008

TelefanoSquilla.
Rispondo.
Un numero che non conosco.
Una voce che non conosco.
–> Eccomi
Dall’altra parte, tono e velocità molto milanesi: Ingegnere_sono_Corbelli_Mi_scusi_mi_ha_dato_il_suo_numero_la_Cortesoni_che_è_in_riunione
–> Mah?
No_Ingegnere_lei_aveva_ragione_lo_sconto_ci_scusi_senta_facciamo_30_più_15
–> Mah?
Ingegnere_30_più_15_D’accordo?
–> Mah?
Allora_d’accordo_domani_parte_la_merce
Click.
Ho controllato il numero di telefono sulle pagine bianche.
Una zincheria del mantovano.
Chissà cosa ha ordinato l’ingegnere cui ho prestato il portatile e una decina di Mah.

Cioni ti odia (L’avvocato sul tetto)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/12/2008

Immag049La cronaca cittadina di questi giorni è divertente.
Molto divertente.
Forse troppo divertente per essere vera.
Pare che il portatile di Cioni sia stato intercettato e, naturalmente, il contenuto delle intercettazioni ha trovato il modo di raggiungere l’opinione pubblica.
Una di queste è esemplare:
Cioni chiama Rapisarda per ´installazione di una parabola.
Cioni: «ascolta? per salire sul tetto a chi si deve rivolgere per mettere Sky?».
Rapisarda: «?ci penso io?. adesso chiamo subito i miei».
Rapisarda: «? va bè ragioniere non facciamo i fiscali? Sia gentile? se non era importante non gli rompevo l´anima? ma lei sa quant´è importante?»
Cioni è assessore a Firenze.
Rapisarda è uno degli uomini più potenti del gruppo Ligresti.
Il gruppo Ligresti è l’attore principale dello sviluppo urbanistico di Firenze.
Che Cioni chieda a Rapisarda di salire sul tetto per montargli la parabola – probabilmente – non significa nulla sul piano penale.
Sembra difficile considerare una parabola come strumento di una concussione o di un accordo corruttivo e, in ogni caso, Cioni non ha chiesto nulla. E’ stato Rapisarda ad offrire spontaneamente la sua collaborazione.
E’, invece, molto significativo sul piano politico.
Pone Cioni su un livello sovrumano.
Cioni per farsi montare la parabola sul tetto di casa non telefona all’elettricista Andrea.
Telefona ad uno dei collaboratori più stretti del presidente di Fondiaria – Sai, che è anche – così risulta dalla relazione che accompagna il bilancio pubblicato – il presidente dell’Organismo di Vigilanza di Premafin Finanziaria S.p.A., la holding di partecipazioni del gruppo Ligresti, ovvero il soggetto preposto a sorvegliare sulla prevenzione dei reati da parte della società e dei suoi dipendenti nonché sul rispetto del Codice etico che la medesima società ha adottato.
Un po’ come se uno per farsi sturare un gabinetto chiamasse il segretario di Stato pontificio: Scusi, monsignore, mi si è bloccato lo sciacquone … Chi posso chiamare? Non si preoccupi, figliuolo, le mando subito un seminarista.
Un po’ irriverente, forse, ma così privo di senso della misura da essere quasi simpatico.
Quasi.
Parecchio quasi.

P.s.
Il contenuto dell’intercettazione si trova su:
http://www.democrazialegalita.it/documenti/documenti_intercettazioni_caso_firenze=30nov2008.htm

I pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente (Lingue di gatto)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/12/2008

BimbaImpertinenteLa domenica di Bimba Impertinente è, prima di tutto, gita in pasticceria.
La figlia del pasticciere, che è identica a Pocahontas, ma ha non meno di sessant’anni, le offre sempre un sacchettino di lingue di gatto.
B.I.: Babbo, perché si chiamano lingue di gatto?
–> Perché sono leggeri e fini come lingue di un gatto
B.I.: Allora perché i pavesini si chiamano pavesini?
–> Aiuto…

Anche oggi, esami (Diciotto, almeno diciotto)

25 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/11/2008

librettoAnche oggi, esami.
Studenti lavoratori.
Il primo pregiudizio è che uno studente lavoratore abbia diritto ad appelli straordinari.
Non si capisce perché.
Il numero degli appelli non aumenta le possibilità di superare gli esami.
Le aumenterebbe se la possibilità di superare un esame dipendesse da ragioni statistiche.
Ma non è così e non deve esserlo.
Il secondo pregiudizio è che uno studente lavoratore abbia diritto al diciotto.
Anche qui non si capisce perché.
Diciotto non è un brutto voto.
Significa essere in grado di dimostrare di possedere le basi della materia.
Che non si acquistano per effetto di un lavoro come commessa part time o come sciampista full time.
Si presentano due studenti lavoratori.
La prima fa un esame dignitoso: ventidue.
La seconda è orrenda.
Parla un italiano comatoso. Non è materia di esame, ma si esprime urticando.
Le funzioni del Presidente della Repubblica
–> emana le leggi [No, signorina: le leggi si promulgano], presiede il consiglio supremo di Stato [No, signorina, il Consiglio supremo di difesa, il Consiglio di Stato è un’altra cosa] eeeehhhh…….
Poi, signoriina?
eeeehhhh……. presiede la Corte costituzionale [No, signorina, un organo costituzionale non può presiedere un altro organo costituzionale, perché il secondo non sarebbe più in posizione pariordinata con il primo]
La tipa assume la posizione del merluzzo ferito.
La bocca spalancata come se fosse stata sorpresa all’amo: Mi faccia un’altra domanda. Almeno diciotto…
Mi parli della composizione della Corte costituzionale
–> ci sono quindici giudici, un quinto viene eletto dal Parlamento [No, signorina: un terzo], un altro quinto [No, signorina: un terzo, come prima] Ah si, un terzo dalla magistratura civile [No, signorina, dalle supreme magistrature civili e amministrative] Ma allora ce l’ha con me? [No, signorina, è la Costituzione che ce l’ha con lei] Mi dia diciotto [No, signorina, mi dispiace. Si presenti al prossimo appello].
A questo punto, la tipa inizia a urlare.
Crisi isterica.
Urla e strepiti, perché un diciotto non si nega a nessuno.
Sarebbe una regola etica: se sei uno studente lavoratore, hai diritto al diciotto perché lavori.
Va via sbattendo la porta e maledicendomi in ogni lingua conosciuta (ma non da lei).
Maledizione arrivata puntualmente: multa sul treno per bici trasportata abusivamente e smarrimento del pigiapipe preferito.
La prossima volta, l’impugnazione delle sentenze per conflitto di attribuzione.

Pàs[s]te

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/11/2008

FedoraSignora, gli ci ho portato modestamente ‘du pàs[s]te.
E’ il Monni, innamorato della mamma di Benigni, in Berlinguer ti voglio bene.
Le paste sono i pezzi dolci che accompagnano la colazione.
Più propriamente sono i classici dolci del pranzo domenicale, dove le famiglie si riconoscono dal numero di paste previsto per membro (statistica che potrebbe sostituire l’indicatore del clima economico studiato dall’Istituto di studi e analisi economica), ovvero dall’abitudine di dividere o meno le paste in modo da moltiplicare l’orgia gustativa o da consentire una soddisfazione meno variegata ma più piena.
Fanno parte dell’immaginario collettivo da che Benni ha individuato nella Luisona la protagonista di Bar Sport.
Le paste sono anche un archetipo junghiano.
Una donna che sugge un "dito", sorta di cornetto dildiforme ripieno di crema, sta sublimando le proprie propensioni edipiche.
L’acquirente del budino di riso è un tipo triste che cerca una soddisfazione prudente.
L’amante del bombolone – che deve essere bollente e fritto in un olio di almeno venti giorni – è necessariamente litigioso: ingurgita l’oggetto all’unico scopo di ruttarne il contenuto in faccia al convitato di una lite stradale.
Molto si potrebbe dire del maritozzo che rappresenta il tentativo di estraniarsi dalla propria cultura, segno evidente di una infanzia infelice.
Il babà, che deve essere abbondantemente innaffiato di fetido rhum fantasia, mostra una attitudine alla vita avventurosa ed evoca navi di pirati al largo della Tortuga.
La fedora, però, è un mistero.
Chi può comprare quell’amalgama di panna, crema e pan di spagna imbevuto di Alchermes, con una sfoglia di ignobile cioccolato stesa sopra come la coperta di un lebbroso?

Chi li ha sciolti? (Non sono sordo)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/11/2008

TelefanoOgni portatile ha le sue dannate abitudini.
Il mio, quella di essere chiamato.
Non è colpa sua.
Lui fa del suo meglio per non infastidire.
Ha una suoneria molto garbata: beep once eppoi vibrazione.
Meno garbati, quelli che lo fanno agitare.
Pochi hanno capito che non sono sordo.
Forse dovrei cambiare il testo del messaggio con cui avverto che non posso rispondere.

Sindromi scoutistiche permanenti

20 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/11/2008

bippiQuando uno ha fatto lo scout per una ventina di anni, ci sono dei danni che sono irrimediabili.
Sindromi psicotiche permanenti.
Non lontanissime da quelle che indossa un reduce dalle tempeste di acciaio della prima guerra mondiale o dalla rassegna Il documentario lituano: 94 lungometraggi per illustrare la reazione intima fra il regista e la sua macchina da presa durante la raccolta delle patate.
Derivano quasi tutte da massime di Baden Powell.
Tipo: Non esiste buono o cattivo tempo, esiste solo una buona o cattiva attrezzatura.
Te la ripetono fin da piccolo, costringendoti a cucinare sul fuoco mentre nevica e facendoti sentire un grande scout perchè il pollo alla trappeur è un incrocio fra un pezzo di carbone – fuori – ed un sashimi – dentro.
Il risultato è che uno prende la bicicletta anche se piove a secchiate e maledice Baden Powell ad ogni pedalata.

Svillareggiando

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/11/2008

VillariDietro alla vicenda del senatore Riccardo Villari vi è un delicato intrecciarsi di istituti costituzionali.
Villari è stato eletto presidente della Commissione bicamerale di vigilanza sui servizi radiotelevisivi.
L’art. 5, quarto comma, del regolamento interno della Commissione stabilisce che l’ufficio di presidenza decada solo nel caso in cui la Commissione è rinnovata, anche parzialmente.
Il rinnovo della Commissione avviene nel caso di scioglimento delle Camere. Il rinnovo parziale, nel caso in cui lo scioglimento anticipato riguardi solo una delle due Camere.
Di conseguenza, a norma di Regolamento, il senatore Villari non parrebbe poter essere rimosso dall’incarico.
Tuttavia, l’art. 5, quarto comma si riferisce solo ad un caso di decadenza di diritto.
Non si riferisce ad un caso di revoca.
Il potere di revoca può essere considerato compreso nel potere di nomina, di talché la stessa maggioranza della Commissione che ha nominato Villari come presidente può votare la sua revoca e, in questo caso, Villari non avrebbe altro rimedio che il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione, via piuttosto ardua da percorrere, dal momento che il conflitto non avrebbe come parti due poteri contrapposti, ma sarebbe piuttosto un conflitto interno al fluire stesso del potere in cui si è innescato.
Nello stesso tempo, la maggioranza potrebbe modificare – ai sensi dell’art. 21 del Regolamento interno – con una deliberazione assunta a maggioranza assoluta lo stesso Regolamento interno chiarendo che il presidente può essere revocato con una deliberazione assunta con le stesse modalità della deliberazione di nomina.
Di conseguenza, le dimissioni del senatore Villari, in realtà, sono un falso problema.
La maggioranza assoluta della Commissione ha tutti gli strumenti per rimuoverlo.
In realtà, però, il senatore Villari pone un problema diverso e molto più complicato.
Il problema del libero mandato parlamentare.
Villari ha rifiutato di rassegnare le dimissioni e si è ribellato alle direttive del proprio gruppo parlamentare, da cui è stato espulso.
Lo ha potuto fare perché l’art. 67, Cost, consente (ed impone) ad ogni parlamentare di interpretare la volontà del corpo elettorale che rappresenta senza vincoli di mandato.
E’ questa la norma che maggioranza ed opposizioni, in realtà, stanno cercando di comprimere.
Senza rendersi conto che il divieto di mandato imperativo è una garanzia di autonomia del Parlamento.
E’ un modo per assicurare che il Parlamento possa essere costituito da uomini liberi.
Il comportamento di Villari, che è svillareggiato come attaccamento alla poltrona, come un modo per nascondersi in un bunker, fra calzoni e babà, così Sebastiano Messina, è anche esercizio di una prerogativa parlamentare che merita rispetto.
Un Parlamento forte non dovrebbe insultare l’esercizio di questa prerogativa.
Dovrebbe revocare Villari dall’ufficio che occupa senza essere sorretto dal necessario consenso dell’opposizione cui spetta la designazione del presidente della Commissione.

Cioni ti odia (Il figlio di Cesare)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/11/2008

Immag049Il Corriere della Sera di oggi, nelle cronache fiorentine, titola di alcune perquisizioni che hanno turbato la pace familiare dell’assessore Cioni e dell’assessore Biagi.
L’accusa sarebbe di corruzione.
Cioni avrebbe votato a favore della variante Fiat – Fondiaria, che sta cambiando il volto della città, perché suo figlio sarebbe stato favorito dal suo datore di lavoro.
Pare che il figlio dell’assessore Cioni lavori alla Fondiaria e che la sua carriera sia stata incoraggiata in virtù dell’atteggiamento politico del padre.
Cioni, lo si è scritto molte volte, non è simpatico.
Ma questa volta potrebbe avere ragione: davvero un assessore deve astenersi in una delle decisioni più importanti della amministrazionedi cui fa parte perché il suo figliolo lavora alle dipendenze del soggetto attuatore dell’investimento?
Forse, no.
Sembra difficile immaginare un accordo corruttivo di questo genere.
Ancora più difficile è provarlo.
Il vero problema è diverso.
Il figlio di Cesare è il figlio di Cesare qualunque cosa faccia.
E’ difficile non pensare a suo padre nella assegnazione dei compiti di ufficio.
Difficile non pensarci quando si decide se assumerlo o no.
Vi è, sempre, un sospetto inevitabile.
Lo stesso sospetto che rincorre la moglie di Cesare.
Un sospetto che rende il figlio di Cesare dannatamente sfortunato, perché lo costringe a vestire anche abiti che non sono solo suoi.
Nell’ordinamento giudiziario, esiste una regola: un magistrato non può prestare servizio nello stesso distretto di Corte di Appello nel quale il figlio esercita come avvocato.
La stessa regola, sul piano morale, ma anche nell’interesse della prole, si dovrebbe applicare ai politici.
Il figlio di un politico non dovrebbe lavorare in un posto nel quale possa essere riconosciuto come il figlio di suo padre.
Dovrebbe valere per un assessore, con riferimento agli affari della sua città, come per il presidente della repubblica, con una estensione ben maggiore.
Il figlio di Cesare pone una questione morale.
Non giudiziaria, probabilmente.
Ma morale, si.

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