Il seme del sergente Dhanoolal
Il sergente Dhanoolal è morto il 31 marzo 2008, in Iraq.
Il veicolo su cui viaggiava è saltato in aria e lui con esso.
La moglie del sergente Dhanoolal voleva dal sergente Dhanoolal un figlio.
La moglie ha ottenuto che l’esumazione del sergente Dhanoolal fosse ritardata per il tempo necessario ad estrarre lo sperma del marito, che è stato congelato.
La signora Dhanoolal cercherà – pare con poche speranze: lo sperma resta vitale per circa tre ore dopo la morte e l’estrazione è avvenuta dopo circa un giorno – di concepire il figlio prima possibile e comunque entro l’estate.
E’ una storia comunque triste.
E’ triste un bambino che nasce da un padre morto.
Triste, ma – in fondo – non più triste di quanto non sarebbe se il padre fosse morto dopo il suo concepimento o se fosse scappato di casa.
E’ triste una donna che inganna la morte del marito cercando il figlio che non ha avuto quando stavano insieme.
Triste, ma – in fondo – non più triste di una madre che resta sola con i figli da crescere.
L’unica cosa irrimediabilmente triste riguarda le volontà del sergente Dhanoolal.
Nessuno sa – nessuno può sapere – se davvero il sergente voleva un figlio dopo la sua morte.
E, forse, non è davvero corretto imporre un figlio ad un padre senza essere assolutamente certi della sua estrema volontà di non esserci, ad esempio, il giorno in cui si sceglie il primo diario scolastico.