Condoglianze (A proposito della signora Englaro)
Si è già scritto sulla morte della signora Englaro.
Rapidamente.
Da estranei.
Le condoglianze sono un’arte di coccodrilli.
Esprimono una solidarietà che non è possibile provare.
Il dolore degli altri è sempre un dolore impenetrabile.
Per il quale la compassione o l’empatia possono suonare ipocrite.
Il Presidente del Consiglio ha ritenuto di esprimere formalmente le proprie condoglianze alla congregazione che ha seguito la signora Englaro negli ultimi anni di vita.
E’ una compassione non solamente ipocrita, ma anche velenosa.
Le condoglianze si fanno alla famiglia di chi è mancato e non ha chi ne ha seguito gli ultimi giorni, cui vanno i ringraziamenti, ma non le condoglianze, come qualsiasi lettore di necrologi ben sa.
Esprimere la partecipazione al dolore delle suore significa dire che erano loro la vera famiglia della signora Englaro.
Un messaggio di questo tipo vale come negazione della paternità, significa negare ad un padre il diritto di amare la figlia se ne accetta la morte.
Se la scelta del signor Englaro può essere discussa, quello che il signor Englaro non merita è la negazione del suo amore di padre.
Per quanto espressa in una forma più sottile di quella che ha scatenato la marmaglia scita contro l’ambasciata italiana.
P.s.
Il mio vecchio post sulla signora Englaro:
http://profstanco.splinder.com/post/19808380/Un+post+da+padre