La trota di Fini
Fini sta fondando una corrente basata su di una convergenza parallela con il PdL.
Lo fa intonando le parole di Pound: Se un uomo non e' disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.
Che è un bello strizzare l'occhio all'ala più dura e pura del suo partito di provenienza.
Nello stesso momento, Renzo Bossi, detto la Trota, per l'acume delle sue capacità politiche, rilascia una importante intervista a Vanity Fair e dichiara che nella vita bisogna provare tutto a parte la droga ed i culattoni.
La marrazzesca sensibilità del giovine fa sobbalzare le agenzie di stampa.
Pare un colpo a favore di Fini: non si può stare assieme a personaggi che ragionano in termini così palesemente volgari.
Ma non lo è per nulla.
E' l'ombra del genio del padre: mentre Fini si preoccupa di incomprensibili convergenze parallele e cita un poeta ignoto alla maggioranza degli italiani, il figlio intepreta perfettamente lo spirito della nazione.
Anzi della nazione.
Con il pedice, come va di moda adesso.