Basta preti (Continua e [non] termina, quasi un film di Tarkovskij)
Restano pochi giorni per decidere il futuro del paese.
Non un futuro qualsiasi. Il futuro, in questo momento, significa scegliere diversi modi di intendere la politica nel suo essere materiale attuazione del disegno costituzionale. Da una parte, il futuro numerico della Costituzione evidente nel democracy crunch di Mario Monti. Dall’altra parte, la dialettica della coalizione di centrosinistra, stretta fra un Bersani che non potrebbe non finire nell’apologo montiano della Repubblica ed un Renzi che forse potrebbe anche essere una cosa diversa.
Pochi giorni che scorrono di pioggia e dialoghi sui linguaggi della politica. Fantastico il commento a Massimo Franco di questa mattina – sul corsera spiega perché Monti a proposito del servizio sanitario nazionale deve essere preso sul serio, come il medico che racconta le amare medicine – della rassegna stampa di Radio Popolare: che vuol dire? E’ questo il punto, la Repubblica è stanca di doversi chiedere che cosa vuol dire, di non comprendere le parole professorali che spiegano in termini accademici cose semplici, ovvero che riescono a trasformare temi interessanti in luoghi per note e chiose che addormenterebbero un toro durante una corrida.
Giorni che chiedono se chi vuol votare nel secondo turno delle primarie può farlo. Lo può fare se ha una buona giustificazione… Che è una richiesta soggettivamente sospetta (non ti faccio votare perché se avessi intenzione di votare nel modo giusto, lo avresti già fatto nel primo turno) ed istituzionalmente scorretta (se per votare alle primarie si deve aderire ad un metodo che è un manifesto, non vi è ragione per distinguere fra i fedeli della prim’ora e chi si è convinto fra il primo ed il secondo turno).la Repubblica è stanca di doversi chiedere che cosa vuol dire, di non comprendere le parole professorali che spiegano in termini accademici cose semplici, ovvero che riescono a trasformare temi interessanti in luoghi per note e chiose che addormenterebbero un toro durante una corrida.
Ma quale giustificazione? Forse si potrebbe scrivere una cosa del genere Mi sarebbe piaciuto votare se la procedura di preregistrazione on line non fosse stata in manutenzione il giorno prima delle operazioni di voto. Se non avessi dovuto cliccare per due volte l’informativa sulla privacy, quando una è più che sufficiente. Se la procedura di preregistrazione, non fosse stata inutile perché poi dovevo fare una fila per la registrazione dei preregistrati ed una per votare. Se fosse stato aperto un numero di seggi ragionevole rispetto al numero dei votanti e non ci fosse stata una fila come il giorno in cui vendono i tablet di ultima generazione per sessanta centesimi invece che seicento euro. Se, insomma, domenica passata non avessi avuto nient’altro da fare se non votare Bersani…se fossi un garante, non saprei davvero che cosa rispondere.
Onestamente, se fossi un garante, non saprei davvero che cosa rispondere.