La sostanza delle regole (Il big bang di Bersani)
La sostanza delle regole è che assomigliano molto ai cocomeri.
E’ poca e si deve essere fortunati per trovarne una che ha sapore.
La sostanza delle regole dovrebbe rappresentare la loro legittimazione, una regola è giusta se suona bene e, di solito, suona bene se è espressione di buon senso.una regola è giusta se suona bene e, di solito, suona bene se è espressione di buon senso.
La regola di cui ci si deve chiedere se abbia una sostanza o meno è contenuta nell’art. 4, secondo paragrafo del Codice di comportamento dei candidati approvato dal Collegio dei garanti il 16 ottobre 2012 ed “emesso” (le regole si emettono? sono diventate dei peti?) il 17 ottobre 2012:
Ai fini della sobrietà della campagna elettorale e della riduzione dei costi della politica, è fatto divieto ai /le candidati/e e ai/le loro sostenitori/ci di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento, come, ad esempio, spot su radio, televisioni, giornali e internet,medi e grandi formati di affissione
L’apparenza di questa regola suona “giusta”: la campagna elettorale deve essere sobria ed i costi della politica di un paese in profonda crisi devono essere ridotti.
Ma le regole che hanno bisogno di giustificarsi difficilmente sono giuste e questa non lo è.
Se alle primarie concorrono due candidati, uno sostenuto dall’apparato del partito e l’altro in opposizione all’apparato stesso, è banale che il primo candidato abbia un vantaggio competitivo rispetto al secondo.
Questa regola serve esattamente a permettere al primo candidato di mantenere il proprio vantaggio competitivo.
Nulla di nuovo nella cultura di certa sinistra.Se alle primarie concorrono due candidati, uno sostenuto dall’apparato del partito e l’altro in opposizione all’apparato stesso, è banale che il primo candidato abbia un vantaggio competitivo rispetto al secondo. Questa regola serve esattamente a permettere al primo candidato di mantenere il proprio vantaggio competitivo.
Quello che dispiace è che la invochi un campione del liberalismo, nel cui pensiero accanto alla massima per cui da un maiale non escono tre prosciutti spicca il motto le liberalizzazioni sono di sinistra.
Cui si potrebbe aggiungere che la Thatcher leggeva Marx al figlio da piccolo e che disobbedire ad una regola ingiusta è peccato.