Se oggi fosse l’ultimo giorno prima della fine dei tempi (Cari colleghi, illustri professori)
Sarebbe un problema.
Ma un problema di quelli grossi.
Perché la mia giornata è iniziata ieri sera, con una drafting session allucinante su un contratto piuttosto delicato dal viva voce della macchina in versione volante_portatile_ginocchia_tutt’uno come una scultura di Moore.
Ma soprattutto con un’ora di fila in un ingorgo spaventoso fra via della Fonderia, se si chiama così, e Ponte della Vittoria, si chiama così perché ci si arriva dopo avere superato uno degli imbuti infernali peggiori della storia dopo l’apocalisse di Giotto nella Basilica di San Francesco, che non è di Giotto, lo so benissimo, ma non so di chi diavolo sia.
E’ continuata con la Messa dei lupetti di Bimba Impertinente che aspettava il padre, impaziente, lei, in ritardo lui.
Non si è fermata per saltare la pizza provola_finocchiona che piace solo alla mamma, che però non si vuole permettere, anche se è più che magra, una pizza intera sicché per metà è toccata anche a me che mangio solo Napoli perché adoro le acciughe.
E’ andata a letto per quattro ore, dopo aver controllato l’appunto di Michele per l’hangout, profondo come l’abisso dei titani in un quartetto alla fine dei tempi, si è svegliata prima delle sei per riprendere le fila della drafting session della sera prima.
Ha fatto un bagno caldo, pensando a Bersani, Monti, Cosimi ed Armini: il nuovo che avanza.
Ha recuperato Bimba Piccola e Bimba Impertinente per portarle a scuola: acc. sono le otto e un quarto, la maestra mi brontola.
Si è accorta di avere dimenticato lo zaino di Bimba Piccola: Corri, idiota. Bimba Impertinente sorride divertita. La tata ultrasettantenne che non apre la porta perché ha paura di essere stuprata, le chiavi scomparse nella borsa. Ma l’avevo rimessa a posto ieri sera. Scende di corsa le scale, rischia di ammazzarsi sul microcane isterico del primo piano. Corre verso la scuola. Bimba Impertinente ha dimenticato la borsa. Bimba Piccola sorride divertita. Risale. La tata ultrasettentenne ha capito che chi suona non è Gabriel Pontello e finalmente apre. Un chilometro e mezzo a ritmo di Battaglia di Algeri. Vecchia che dice: Non si trattano così le bambine… Con risposta: Vuole vedere come tratto le vecchie? E orrenda consapevolezza che è la nonna di un’amica di Mamma… Una di quelle amiche che dicono sempre Non capisco come tu faccia a vivere con un essere del genere…
Arrivo alla scuola elementare, istituto comprensivo, si dice così?, consegna delle figliole con solito sospiro: res perit domino, salto sulla bici alla bersagliera, carico di moccio, soffio del naso alla ciclista: testa piegata all’indietro, indice a premere una narice e gran soffione con scarico del proiettile umanamente gelatinoso –> centro di ciclista extracomunitario sopraggiungente, sesso femminile, decisamente incazzoso e sopratutto di chiara ascendenza Maya: la peggiore persona da centrare il giorno prima che si avveri la profezia…
Adesso, finalmente seduto per complessivi venti minuti, prima di correre in un’udienza di ascelle pezzate in quel tribunale che si potrebbe chiamare Gotham City, se non fosse un’idea di mio fratello ed io, per definizione, non considerassi mio fratello un essere del tutto privo di senso dell’umorismo.
Oggi, cari colleghi ed illustri professori, prendo solo un impegno: dirò a tutti quelli che incontro: Sono felice di passare con te, l’ultimo giorno prima della fine del mondo… Ma temo che non mi risponderanno: Anche io.