Tre maiali non fanno un prosciutto
Il motto bersanese è diverso, si sa.
Suona più o meno come da un maiale non si fanno tre prosciutti.
Ma, forse, questa traslitterazione disegna meglio quello che sta accadendo.
Il primo maiale, absit injuria verbis, è Bersani.
L’alleanza con Vendola allontana il centro dal centrosinistra, è innegabile che un centro liberale e ragionevolmente preoccupato del futuro della Repubblica non può apprezzare né le posizioni discutibilmente sociali del governatore pugliese, né le politiche del lavoro proposte dalla Camusso che troppo spesso spinge il maggior sindacato italiano su posizioni che apparivano vecchie già negli anni settanta. Oggi il problema non sono soltanto i diritti dei lavoratori, è anche la sopravvivenza dei datori di lavoro ed il decreto sull’Ilva si muove – molto discutibilmente – in questa direzione.
Di sicuro, Bersani non sembra in grado di attirare il popolo che era stato spinto da Renzi ad immaginare una Repubblica diversa e questo perché la sua logica di alleanze è stantia. Ha l’odore di un Prodi ammuffito, senza averne minimamente il carisma.è innegabile che un centro liberale e ragionevolmente preoccupato del futuro della Repubblica non può apprezzare né le posizioni discutibilmente sociali del governatore pugliese, né le politiche del lavoro proposte dalla Camusso che troppo spesso spinge il maggior sindacato italiano su posizioni che apparivano vecchie già negli anni settanta. Oggi il problema non sono soltanto i diritti dei lavoratori, è anche la sopravvivenza dei datori di lavoro
Il secondo maiale (satis injuria verbis?) è Berlusconi.
Il miliardario irridens è tornato in politica e tutta la sua torma di vinattieri di basso profilo ha ripreso baldanza, dal poeta giapponese con le lacoste rose alla cinofila lombarda in autoreggenti.
E’ bastato per far perdere credibilità all’intero sistema, perché un paese che non ha la forza di far comprendere ad un satiro quello che è, di seppellirlo con una risata collettiva, non può non far tremare le vene ai polsi dei suoi partner.
Berlusconi può attirare il centro? Forse no. Forse quel centro responsabilmente liberale che ha paura della Camusso, non può essere meno terrorizzato dal satrapo di Palazzo Grazioli, non può non avere il ragionevole timore che altri cinque anni di Berlusconi ci spingeranno verso l’altra sponda del Mediterraneo, convincendo i migliori fra di noi ad abbracciare la sharia, come l’intelligenza di Bagnasco ha immediatamente osservato.
Il terzo porco è Van Rompuy.
Le dichiarazioni di stima dei partner europei per Monti suonano come un viatico per tutti coloro che vedono nell’Unione europea la fonte di tutti i mali e sono, forse, un formidabile endorsement per Berlusconi che può legittimamente tuonare di essere perseguitato, può riprendere l’onda del partito dell’amore: nessuno mi ama, ma io amo tutti e riesco a svegliare un giovane in coma cui sono fatti ascoltare i miei discorsi incisi su magnetofono.
Il centro sta scomparendo.
Lo ha perso il centrosinistra nel momento in cui gli apparatik hanno deciso di affondare il coraggio iconoclasta di Renzi, come lo ha perso Berlusconi con venti anni di cortigiane, lacchè e griot. E, purtroppo, come lo ha perso l’Unione quando non è riuscita a far comprendere la sostanza costituente di una moneta unica come motore di una nuova forma di indirizzo politico, che non è solo monetario, ma è anche sociale e potenzialmente politico, nell’unico modo che un mondo globale può accogliere.
Il centro rischia di smarrirsi in mille rivoli di ingovernabilità.
Allora perché si deve minacciare il 45% di consenso di Monti con frasi che suonerebbero meglio nella bocca di un Totò Cuffaro (Se vuole restare una risorsa del Paese, non può diventare il leader di una forza politica… Bersani e, in termini leggermente diversi, Napolitano), che non del leader del centrosinistra?Il centro sta scomparendo. Lo ha perso il centrosinistra nel momento in cui gli apparatik hanno deciso di affondare il coraggio iconoclasta di Renzi, come lo ha perso Berlusconi con venti anni di cortigiane, lacchè e griot. E, purtroppo, come lo ha perso l’Unione quando non è riuscita a far comprendere la sostanza costituente di una moneta unica come motore di una nuova forma di indirizzo politico, che non è solo monetario, ma è anche sociale e potenzialmente politico, nell’unico modo che un mondo globale può accogliere
Non ci siamo già fatti abbastanza male dicendo a Renzi che il suo elettorato non era interessante?
Dobbiamo dire la stessa cosa anche ai potenziali elettori di Monti?
Se tre maiali non fanno un prosciutto, questo bimbo macilento che è diventato il nostro paese ha comunque bisogno di qualche etto di affettato per riprendersi e questo ricostituente si chiama centro.
Né centrodestra, né centrosinistra, ma semplicemente un centro responsabile.
Pensare di poterne fare a meno per rincorrere le orecchiette di Vendola e i sofficini congelati della Camusso, invece, è assolutamente irresponsabile.