Il mestiere dell’oblio
Mentre cerco di comprare il Sole per le nostre figlie perché non voglio che abbiano mai a soffrire quella fatica di sangue che cambia il colore degli occhi, li divora acida e scava dentro, seccando, sbriciolando, inaridendo, o quel ridere di sorci che fa tanto pioggia nel bosco nel sudore di una mano sudata quando il sorriso è sollievo di funerali visti in un fragore di sudore_piscio_minestra,
Mentre cerco di comprare il Sole perché non voglio che loro siano figlie dei miei occhi, bensì orfane della mia anima, ecco
Mentre tutto questo è insonnia a sottofondo come asfalto e di Goldberg le residue trincee della memoria hanno cancellato anche l’ombra,
Tu prendi il caffè in terrazza con Roberta. Come sempre, senza sentire, vedere, odorare, concentrata e assorta nel mestiere dell’oblio, fino a diventare fumo e aroma, dove il Tu d’altri sogni diventa il Lei di ricordi rigati come cannoni nella notte di Sant’Elena. Ed
E’ qui, Qui, qUi, quI che tu_Lei prendi_e il caffè. Qui e non Altrove.