Il 138 dal punto di vista dell’ombelico
In questi giorni, si fa un gran parlare di una profonda revisione costituzionale, negli spazi lasciati liberi dalle dichiarazioni di Rodotà sul terrorismo, le discussioni interne al PD sulle regole di ingaggio congressuali, la storia giudiziaria del miliardario ridens.
Tutto questo non impedisce il sorgere di una domanda: è davvero necessario cambiare la Costituzione?
Ci sono molte ragioni per dire di si e qualcuna per opporsi.
La principale, per chi scrive, non è una ragione, è una metafora.
Chi scrive ha la passione della bicicletta e un ombelico piuttosto importante.
Di conseguenza, succede che, in salita, ma anche in discesa e perfino in pianura, degli attempati ultrasettentenni lo superino come nulla fosse.
La prima reazione di chi scrive è: Ora cambio bicicletta, compro il cambio super record elettronico, le ruote di titanio elasticizzato, la curva di carbonio ultrega e non mi vede più nessuno…
E’ una reazione stupida: gli anziani che lo superano montano biciclette altrettanto attempate.
Il punto è che loro non hanno l’ombelico che pigia sul manubrio: ci tengono le mani e quando c’è da pedalare scattano un rapporto e si alzano ancora in piedi.
Come dire, la bicicletta nuova si compra quando si è dimagriti. Non per dimagrire.
Forse, il discorso sulla revisione costituzionale, con tutti gli abbellimenti necessari, potrebbe non essere molto diverso…