L’assistente sciacquapelletiche
Sta lì.
Seduto, buono buono.
Il vestitino pissero e spiegazzato nello stesso tempo, la faccia di chi quando parla dice cose importanti e per questo sta zitto.
Esce un professore, un professore qualsiasi.
Si illumina.
La gioia del cane che ritrova il padrone partito per le vacanze dopo averlo lasciato in autostrada.
Parla, accompagna a prendere il caffè, è onorato di una gita in libreria e finge stupore per osservazioni spicciole. E’ cortesemente stupito della sensibilità mostrata nei suoi confronti se gli si dice che forse nel pomeriggio potrebbe non piovere, ma non è detto perché questo ponente è traditore.
Inizia un lungo discorso.
Questa volta un discorso serio.
Ma esce il suo professore.
Si illumina di nuovo.
La gioia del cane ritrovato in autostrada.
E sparisce in un tripudio di Professore, posso accompagnarla??? che sembrano gonne al vento in un ballo di Visconti.
Mentre tu al palo – cane abbandonato in autostrada dalla più infima delle creature dei corridoi – lo guardi allontanarsi e pensi che fra non molto per sembrare intelligente si gratterà la testa dal tavolo dei relatori di un qualche convegno affrescato.
Esattamente come il suo maestro.