Salvini e Matterella: incontri al Quirinale
1 – Oggi Salvini, ministro dell’interno, vice premier e segretario della Lega, incontra Mattarella, il Capo dello Stato.
Salvini ha chiesto di incontrare Mattarella per parlare di una sentenza che conferma un sequestro di 49MlnEuro sui conti del suo partito. La magistratura non farebbe sempre il suo dovere e compito del Capo dello Stato sarebbe assicurare l’indipendenza della magistratura, l’applicazione della legge in maniera esattamente uniforme e imparziale nei confronti di qualsiasi cittadino.
Mattarella ha accettato l’incontro per parlare con Salvini di quanto il ministro dell’interno sta facendo e quindi dell’indirizzo politico del governo, particolarmente in materia di immigrazione clandestina.
2 – L’incontro che si deve svolgere fra pochi minuti è fra due persone che parleranno di cose diverse.
Il Presidente della Repubblica vuole ascoltare il Ministro dell’interno.
Il segretario della lega vuole parlare con il vertice del CSM.
Un incontro fra due persone che recitano parti molto diverse nella commedia politica di questo periodo incandescente e, sicuramente, un incontro che si svolgerà a porte chiuse sicché nessuno saprà mai che cosa si diranno.
3 – Il punto, però, è diverso e riguarda la sostanza dell’incontro, ovvero il significato della presenza di Salvini al Quirinale di oggi, che è ben diverso sul piano politico e su quello costituzionale.
3.1 – Sul piano costituzionale, Mattarella, come Presidente della Repubblica, sa perfettamente che la funzione di indirizzo politico costituzionale non si può estendere al governo della magistratura, ma ha per oggetto unicamente la tutela della sua imparzialità e indipendenza.
Come custode e viva voce della Costituzione, il Capo dello Stato non può interferire con l’applicazione della legge da parte della magistratura ma deve assicurare che la magistratura possa affermare volontà concrete di legge in assoluta indipendenza da ogni potere dello Stato.
Il segretario della lega sa che il reato commesso da chi ha usato i rimborsi elettorali spettanti al suo partito è grave perché consiste della sottrazione di risorse destinate al funzionamento della democrazia, dell’appropriazione di un tesoro “sacro” perché affidato a un partito politico per assicurare la correttezza e la par condicio nella competizione politica.
Se il denaro che serve per organizzare un partito politico sul territorio e consentirgli di svolgere la sua funzione (coinvolgere i cittadini nella costruzione di un indirizzo politico nazionale) viene utilizzato per acquistare un diploma di laurea triennale, c’è qualcosa che non funziona e Salvini non può non essere più che contento del fatto che la magistratura cerchi di recuperare questo denaro.
Su questo piano, Mattarella e Salvini non possono non condividere la stessa fiducia nella magistratura.
3.2 – Sul piano politico, il significato dell’incontro è completamente diverso.
La magistratura, una magistratura di sinistra, nelle critiche di Salvini, una magistratura molto presente nella dialettica politica del paese, sta indagando sugli affari familiari di un partito politico sempre più forte nell’elettorato.
E’ facile affermare che questa magistratura si muove politicamente e che aggredisce un partito per fatti che riguardano una gestione passata ma con lo scopo di far venire meno il consenso guadagnato dall’attuale leadership.
Questo piano è amplificato dall’eco della stampa che ha dato ampio risalto alle spese della famiglia Bossi e alla disinvoltura di Belsito.
Il problema è che in questo paese, nel paese che ha visto la magistratura entrare nel vivo della lotta politica con le inchieste di Woodcock e quelle di Robledo, ma molte altre se ne possono ricordare, la questione morale è una leva negativa nella costruzione del consenso.
Uno dei lasciti più significativi di Berlusconi alla coscienza politica del paese è che la questione morale non determina alcuna perdita in termini di consenso, un processo per sfruttamento della prostituzione non fa perdere voti, ma semmai rafforza la “vittima” dei pubblici ministeri.
4 – Il senso dell’incontro fra Mattarella e Salvini al Quirinale è in questa divergenza fra il livello costituzionale del loro colloquio e la sua sostanza politica.
Sul piano costituzionale, entrambi affermeranno la fiducia nell’applicazione imparziale della legge da parte della magistratura.
Sul piano politico, Salvini fa capire di essere un perseguitato della magistratura di sinistra e porta il suo disagio al livello più alto della costruzione costituzionale.
Questa divergenza fa male alla coscienza politica del paese, ma non si può non dire che il suo rimedio è in un principio costituzionale tacito, quello per cui la legge è amministrata in nome del popolo ma che le sentenze vengono lette nei tribunali che le pronunciano, con la discrezione di chi sa che amministra un potere discrezionale e terribile e, per questo, sta bene attento a che nessuno se ne possa appropriare.
Se e fino a quando la magistratura si muove attraverso la stampa e cerca un canale diretto con la coscienza politica del paese, lo scontro con i partiti politici è inevitabile e in questo scontro vince chi ha conquistato il consenso del paese e perde chi trae la propria legittimazione esclusivamente dall’imparzialità.
La magistratura vince, invece, se svolge il suo lavoro con attenta discrezione e se parla unicamente attraverso le sue sentenze e dimostra un assoluto distacco verso la costruzione della coscienza politica nazionale e la selezione della classe dirigente.