Il futuro del passato
Il futuro cambia.
Ogni minuto.
Lo sanno gli artistici aruspici e gli stanchi amanti.
Le scatole di tabacco e le lampadine colorate che osservano i sogni dei bambini.
La nostalgia del passato non è onesta. L’adolescenza è un’affresco spremuto da dolori inestimabili e brufoli nel suo infinito presente e un ricordo struggente quando è il passato di un uomo di mezz’età.
Non si rimpiange quell’insieme di amori sfuggenti e poesie lette con l’apparecchio in bocca.
Si rimpiange quello che allora era il futuro. Un’ombra dolce che rendeva conforto alla luce accecante e spaventosa del presente.
Il passato, il vero passato, non è quello che è accaduto. Quello resta. Non abbandona il presente. Lo continua a graffiare fino a che non è nebbia e, forse, dimenticanza.
È il futuro che non è stato e che non sarà mai. Quello è nostalgia senza ombra. Luce senza colore. Odio di sé.