Memoriale di via Giusti
Via Giusti quando ho iniziato a studiare il diritto costituzionale prendendolo sul serio era un singolare ensemble di archetipi.
Paolo Barile aveva dato vita a una scuola che riuniva persone molto diverse.
Cheli non si vedeva quasi mai ma faceva sempre sentire il suo pensiero, con l’intelligenza della saggezza che sa di dover essere parca se vuole guidare uno stormo assai disordinato e inquieto.
De Siervo arrivava ogni mattina con un sorriso buono e la sua stanza era ordinata come se ci fosse sempre il Sole.
Caretti parcheggiava una cinquecento rossa arrampicandosi sulle altre macchine e la sua scrivania ribolliva di libri letti e da leggere.
Zaccaria faceva il presidente della Rai. Lo vedevo allo studio del prof. Barile quando era tempo di auguri. Glieli faceva sempre di persona. Con affetto. Con vero affetto romagnolo.
Grassi arrivava di corsa e si pagava sempre il telefono, anche se non lo usava mai. Aveva l’onestà del cattolico spaventato dalla facile disonestà di una fede abile a evadere sia dalla morte che dal sepolcro.
Merlini, che è morto ieri mattina, si vedeva poco. Lui era affascinante e dinoccolato. Le sue spiegazioni erano colte. Ragionamenti di storico oltre che di giurista. E appassionate. Pensieri di un uomo che leggeva la Costituzione come un documento politico prima che giuridico.
Ho imparato a conoscerlo in treno, accompagnandolo a Roma o trovandolo per caso sulla via di un qualche convegno.
Sempre mi ha trattato come un allievo del suo maestro, con spirito di fratello maggiore, e spesso mi ha donato una riflessione musicale, uno sguardo rapito nella bellezza, spesso demolendo le mie convinzioni, troppo ingenue e persino rozze.
Non abbiamo mai avuto molto in comune. Le sue idee politiche erano diversamente appassionate rispetto alle mie, avevano lo charme del cachemire sotto l’eskimo. Ma era questa la scuola del prof. Barile: persone diverse tenute insieme dal fascino del loro maestro.
E Merlini di Barile aveva carpito – più di ogni altro allievo – il fascino assoluto e amabile di un mondano ambasciatore fin de siecle.