Il caldo fa male
Mattina, intorno delle otto, piazza della Repubblica, assoluto centro di Firenze.
Professore di mezz’età in bicicletta con giacca e cappello incrocia signora di mezz’età con gonna in bici con cestino.
Lei viene da sinistra, lui viene da destra.
Lui non dà la precedenza: non veniva da sinistra.
La signora inveisce. A lungo. In termini che immagina spiritosi e da signora. Pensa, evidentemente, che il codice della strada dovesse essere scritto da Giovanni Dalla Casa.
Lui, che finge di non essersi accorto di niente – è bravissimo in questo – pensa di avere torto: se non avesse torto, una signora non lo potrebbe sgridare. Perfino una signora come quella.
Ma non ha torto. Veniva da destra. E il galateo non ha niente a che vedere con le regole sulla circolazione.
Generalizza, allora, il suo pensiero: il suo problema è pensare di avere sempre torto con le donne. Le donne lo fanno sentire in colpa, solo alzando la voce.
Anche questa è parità di genere. Ma non basta una legge o una revisione costituzionale a risolverla.