Le api di Ferdinando
Più o meno due volte alla settimana, apro il mio cassetto delle pipe, ripongo la pipa che ho usato sino a quel momento e ne prendo un’altra.
Non sono mai stato capace di contare le pipe che possiedo.
Ognuna di esse racconta un periodo diverso della mia vita e sono ordinate da sinistra a destra, a sinistra quelle che oramai appartengono al passato, Brebbia, Savinelli e Peterson: pipe che sono state caricate persino con tabacchi cavendish, come l’Amphora Black, lo Sweet Dublin e lo Skandinavik, ma anche il Clan.
Nell’area di centro sinistra la mia collezione di Dunhill, pipe che hanno accompagnato tutta la mia vita, dalla prima che mi fu regalata dal padre di un mio amico prima di morire, alle altre che acquisto con parsimonia e costanza. Queste hanno iniziato a vivere con il Virginia n. 8 di Sasjeni, ancora oggi un tabacco per il quale provo una ferma nostalgia, hanno assaggiato la miscela di Royalty e Aperitif, a lungo la mia miscela preferita, il Baby Bottom, il Three Nuns.
Al centro Rinaldo, Radice e Caminetto: le pipe della mia gioventù di procuratore legale. Queste hanno provato l’Half and Half, il trinciato Italia, lo Standard Mixture (medium, non mild), il Nightcup e talvolta l’Early Morning.
A destra, Castello: come Dunhill hanno accompagnato tutta la mia vita e, qui, adesso, fumo più spesso la mia ultima miscela (1 parte di Nightcup, 3 parti di trinciato Italia, 1 parte di Kentucky in purezza, una quantità omeopatica di foglie di avana).
Le guardo e non so mai quale scegliere, né perché la scelgo: solitamente prediligo una dritta se fumerò fuori casa o una semicurva se fumerò principalmente nel mio studio.
Adoro le mie pipe e so che parlano di me: non sono capace di contarle perché contare è un modo di esprimere il possesso. E’ il Paperone di Topolino che conta e riconta il proprio numerario. Quando si possiede si è posseduti e io odio perdere la mia autonomia. Preferisco pensare che ogni cosa che possiedo abbia una vita propria e abbia deciso di passarne una parte con me.
Soprattutto queste pipe ciascuna delle quali è stata acquistata con l’ambizione di trasformare un vizio in arte.
Che, in fondo, è il modo con cui mi piace vivere.