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Il vero italiano

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
10/09/2025

Quest’estate sono mancati in parecchi.

Pippo Baudo, lutto nazionale.

Emilio Fede, lutto Fininvest, che non è più lutto nazionale ma ci assomiglia.

Giorgio Armani, lutto milanese, che è ancora più lutto nazionale del lutto nazionale perché crede di essere internazionale.

Stefano Benni, lutto a casa sua e l’applausometro dei coccodrilli quasi immobile.

Ognuno di questi signori incarna un diverso modo di essere italiani veri, un po’ come Toto Cotugno che è morto pure lui.

La cosa triste è che l’italiano che convince di più sia, a leggere i giornali, Giorgio Armani.

Non perché Armani non meritasse il massimo della stima, per il suo genio, l’understatement, il fiuto per gli affari e, ovviamente, il senso dell’eleganza.

Ma perché fra Giorgio Armani e gli italiani registrati all’anagrafe c’è un incolmabile abisso.

Un po’ la stessa distanza che c’è fra i modelli delle sfilate e i clienti del prêt à porter.

Una nazione che non si riconosce in se stessa è destinata a crollare sotto il peso delle proprie caricature.

E questo Benni lo ha sempre saputo vedere, leggere e raccontare con garbato genio.

Per questa ragione, pochi lo hanno voluto ricordare.

Sogno atipico (il sangue non mente)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/09/2025

Stanotte ho sognato mia madre.

Era viva, particolarmente viva e impegnata nella sua attività preferita: demolire palesemente la fidanzata di turno che la mia ingenuità le presentava.

Non era angosciante, anzi: su molte cose le davo persino ragione e ancor più ragione le ho dato svegliandomi.

Allora quella attività mi pareva assurda, un eco edipico fatto di quel troppo amore che rifiuta di staccare il proprio figlio da sé, che teme il momento in cui il figlio minore porterà altrove i suoi malestri.

Oggi che – onestamente – condivido quell’attività, mi rendo conto che è divertente, dannatamente divertente: non si può non incontrare il fidanzato della figliola, che la figliola ha accuratamente tenuto coperto sino a quel momento, su un treno senza accorgersi con viva gioia che vorrebbe essere in qualsiasi altro luogo, sedersi davanti a lui, presentarsi con estrema cortesia e dirgli:

così Lei è quello che intrattiene commerci carnali con mia figlia? Stia ben attento perché … lei è una ragazza sensibile, io: molto meno

andando via, senza nemmeno un saluto.

Il sangue non mente e il senso dell’ironia è più divertente del complesso di Edipo.

O sono la stessa cosa?

I Cocci di Gelli

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
01/09/2025

Licio Gelli ha composto la danza macabra della Repubblica, e non solo, usando come tastiera una loggia massonica.

Fa venire i brividi che questo fascista educato nel fascismo, combattente nella Guerra di Spagna, Repubblichino, successivamente, nel caos del dopoguerra, partigiano, per professione rappresentante di macchine per cucire, sposato con quattro figli e non molti pettegolezzi sulla vita privata abbia guidato le trame più oscure della storia repubblicana.

Trame che, ancora oggi, è assai complesso districare e, probabilmente, nessuno ci è riuscito, almeno sinora.

Ma Licio Gelli fa parte di un mondo oramai scomparso.

Adesso i segretari delle logge massoniche si dimettono perché vittime di revenge porn: adescati in rete, inviano il selfie in cui mostrano le proprie pudenda alla impenetrabile indifferenza di uno specchio e lo girano ingenuamente alla controparte della liason elettronica.

Questo Licio Gelli non lo avrebbe mai fatto e non solo perché negli anni in cui ha operato la sua lunga carriera non esistevano né internet né le chat ma perché riteneva molto più eccitante il potere di qualsiasi forma di rapporto sessuale.

Due cose, però, non sono cambiate: il povero Cocci, l’avvocato pratese segretario della loggia Sagittario e candidato in pectore alle regionali per Fratelli d’Italia, proviene da una cultura politica non distante da quella di Gelli e entrambi gestivano logge massoniche di cui facevano parte personaggi di ogni genere: nel caso di Gelli, Berlusconi e Di Lorenzo, nonché molti altri, parecchi di secondo piano. Nel caso di Cocci, più modestamente, il candidato di Fratelli di Italia e il grande elemosiniere del PD pratese.

Che dire?

Non c’è più la massoneria di una volta, ma questo si capisce già dal taglio delle giacchette.

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