Disvalori – Sottili distinguo
Cuffaro è stato condannato per qualcosa che assomiglia molto al concorso esterno in associazione mafiosa, ovvero al reato da cui Andreotti è stato prosciolto per prescrizione.
Mastella è indagato per le modalità di gestione delle nomine dei vertici delle amministrazioni campane.
La moglie di Mastella, come Mastella.
Chi si deve dimettere e chi non si deve dimettere?
Tesi del Pd:
Cuffaro: si, perché è stato condannato in primo grado.
Mastella: no, perché la gestione delle nomine è un fatto inevitabile in politica.
Andreotti: no, perché non è stato condannato, anche se…
(la moglie di Mastella: non l’ho capito)
Le prime tre posizioni sono indifendibili.
Cuffaro è stato condannato in primo grado, quindi è innocente almeno quanto Mastella e più della prescrizione di Andreotti.
Soprattutto, può essere preoccupante iniziare a distinguere fra disvalori penali.
E’ davvero possibile sostenere che una raccomandazione in Campania è un fatto meno grave di un incontro con dei mafiosi in Sicilia?
O che il vero problema è il finanziamento della politica, secondo lo schema di Craxi nel 1993, giustamente evocato da Di Pietro?
Forse se si costruisce un ragionamento nel quale si ammette che la politica ha un costo, che questo costo è particolarmente elevato nelle democrazie mature, che la nostra democrazia non conosce una soluzione alla questione del finanziamento di questo costo, di talché non ci si deve stupire del modo in cui i politici risolvono il problema, si prova troppo.
Così, sono tutti assolti.
Nessuno è colpevole.
Nemmeno Craxi, Citaristi o il Compagno G.
Nessuno.
Invece, si deve denunciare questo gioco.
A costo di sembrare dei ragazzini ingenui.
Se un politico accetta di compiere dei fatti che il codice penale conosce come reati non è e non deve essere diverso da nessun altro cittadino.