Chi li ha sciolti? (Tribali)
I tatuaggi sono diventati una moda.
Una moda pervasiva.
Soprattutto i tatuaggi sopra il sedere.
Che fanno sistema – come direbbe la Mercegaglia – con la moda dei pantaloni a vita bassa.
Sono tatuaggi professionali e espliciti.
Singolarmente espliciti.
E’ sempre divertente, talvolta rigidamente divertente, osservarli.
Talvolta viene da chiedersi che cosa succederà quando quel sedere si allenterà, adagiandosi su un letto di smagliature e trasformando il tatuaggio in una carta geografica.
Sono di molti tipi.
Quasi sempre tribali.
Disegni astratti che hanno un senso per i Maori.
Dove il tatuaggio segna le vie del dolore ed i sentieri della paura di un guerriero.
Poi ci sono le scritte.
Il massimo è di una che si è fatta scrivere allo scadere del bacino Know your rights.
Courier 48ppt, a occhio, una cosa di questo genere:
Evoca l’immagine delle domande che si agitano nel cervello del tipo che si governa la tatuata.
L’impulsivo:
Mumble, mumble, know your rights, che vorrà dì?!? Intanto te rigggoverno, poi me spieghi…
Il riflessivo:
Accipicchiolina, interessante. Fa parte dei miei diritti usufruire di questo didietro?
Il costituzionalista:
Puff puff, ma di quale libertà si parla? della libertà personale nella sua proiezione sessuale? della libertà di manifestazione del pensiero? della libertà di disposizione del proprio corpo?
Tuttavia, la vera domanda è un’altra.
Ma il motto della American Civil Liberties Union doveva proprio andare a finire sul culo di questa tizia?
Che oltretutto fa anche la cassiera all’Esselunga.