Arteriosclerotico (per vocazione e scelta)
Il brutto dell’arteriosclerosi è che ti colpisce quando non capisci più nulla.
Imbarazzante dire cose che si vogliono dire senza la soddisfazione di capire di averle dette.
Di conseguenza, si può scegliere di diventare arteriosclerotici ben prima che le nostre vene si siano indurite.
Non perché si è malati ma perché si vuole avere la soddisfazione di dire quello che si pensa anche quando è inopportuno, politicamente scorretto o, semplicemente, sconveniente.
Soprattutto se uno ci è portato e chi scrive lo è.
E’ lo spirito con cui ho scritto in jusbox il mio post sull’ultima sentenza della Corte costituzionale (L’integratore costituzionale e gli affari segreti del Presidente della Repubblica (Note polemiche nell’imminenza di Corte cost. 1/2013).
Penso che un “giovane” costituzionalista, ogni tanto, abbia il diritto di essere arteriosclerotico.
In altre parole, se la Corte dice che il tratto essenziale del Capo dello Stato è di lavorare nell’oscurità del proprio salotto tessendo trame dirette a ricondurre ad unità il lavorio degli altri poteri, ovvero impartendo suggerimenti su ciò che il governo, il parlamento, la corte costituzionale, un magistrato, etc. dovrebbero fare nell’interesse dello Stato, per come l’ammorbidente irresponsabile lo intende, ha detto una cosa grave.
E fa parte del mestiere del costituzionalista il dirlo.
Anche se è “giovane” ed aspetta umilmente l’esito di un concorso…