Un manifesto politico per il MACP (Movimento per l’Abolizione delle Casalinghe e dei Pensionati): Chi non produce ruba agli altri e sopratutto a chi un lavoro non ce l’ha
Mattino, non molto presto le otto e trenta.
Per la prima volta, entro nel bar delle mamme che hanno appena lasciato i bimbi a scuola.
Stravaccate fra tavolini e divanetti sembrano la pubblicità del reduce napoleonico. Dopo Waterloo, non Jena.
Tutte, indistintamente, si lamentano di una stanchezza che non possono non ostentare: la fatica del letto e della noia di vivere.
Tutte, indistintamente, si sono appena alzate e stanno per tornare a letto, senza troppo da fare fino all’ora di recuperare i figli da scuola, attività che intendono più o meno come se la scuola fosse in Vietnam e i figli fossero berretti verdi appena paracadutati nella giungla.
Su di un treno affollato, sul solito treno affollato che porta altrove e i cui vagoni puzzano di seconda classe e umanità immiserita, un disgraziato dalle scarpe antinfortunistiche sformate e lavate di polvere, la camicia disegnata di sudore e i pantaloni che non hanno mai avuto un tempo migliore, si lamenta di un anno in cui l’unico contratto che gli è stato concesso era per due giorni da manovale.
Chi non produce ruba agli altri e soprattutto a chi non ha un lavoro.
Potrebbe essere un programma politico, il programma politico del MACP (Movimento per l’Abolizione delle Casalinghe e dei Pensionati).
Mica si può sempre essere politicamente corretti nella vita…