Solo un pastore tedesco può iniziare una via crucis ricordando che Gesù fu condannato da Ponzio Filato.
Solo Bimba Piccola può completare leggendo che dopo la condanna scoppiò un tumulato.
Il resto non ha potuto essere all’altezza del cominciamento.
Mi hanno fatto male questi guanti nella spazzatura.
Li ho stretti a lungo.
Pieni di mani di bambine.
Calde.
Curiose.
Mi ha fatto male vederli vuoti e abbandonati.
Anche se sono solo una pelle di serpente.
Persa per una ancora più bella.
Tremenda fila di anziani per delle analisi.
La vescica ha delle urgenze che la disciplina non doma.
Scusi che posso rimanere in fila mentre vo a fare un po’ d’acqua?
L’anziano è per la prostata.
Se gli riesce…
Risponde la vecchia a cui evidentemente gli anziani malati di prostata sono venuti parecchio a noia.
Quella dopo ha furia. Ma dimolta furia.
Senta che posso fare per telefono?
La tipa della reception senza alzare gli occhi dallo schermo del computer:
No. Bisogna che l’abbia pazienza…
La furiosa prova a replicare che ha un figlio che ha bisogno di lei e che si trova in un altro ospedale.
La solita vecchia, che evidentemente ha preso a noia anche le mamme con i figlioli malati e non solo i vecchi con una cornamusa al posto della prostata
Allora ‘un gli ci vòle pazienza. Gli ci vòle fortuna…
Coprire il vuoto con il vuoto ovvero il Veneto chiede lo statuto speciale, Maroni dice che il suo collega sbaglia e il Governo bolla l’iniziativa come incostituzionale.
Il Veneto chiede lo statuto speciale ma non significa nulla, esattamente come il quesito che il 57% dei cittadini veneti ha approvato: uno statuto speciale contiene le condizioni di speciale autonomia di una regione rispetto alle altre regioni a statuto ordinario. Chiedere uno statuto speciale significa individuare le materie nelle quali si chiede maggiore autonomia e specificare in cosa consiste la maggiore autonomia che si sta chiedendo. Altrimenti significa coprire il vuoto (l’assenza di significati chiari e univoci di un quesito referandario disomogeneo) con un altro vuoto (l’assenza di contenuti della autonomia speciale richiesta da Zaia).
Maroni dice che il suo collega sbaglia e insiste nella linea per cui le materie in cui si può chiedere maggiore autonomia sono quelle indicate dall’art. 116, Cost. Anche in questo caso, non si dice nulla: dire che una regione deve avere maggiore autonomia in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema non significa niente se non si spiega in che cosa dovrebbe consistere questa maggiore autonomia: si vogliono gli scarichi o le concessioni idroelettriche?
Il Governo reagisce chiarendo che la Costituzione non si tocca: la debolezza di un governo parlamentare che chiede una fiducia malata a un Parlamento diviso e balbettante è evidente anche nel momento in cui non si formula una proposta precisa e autorevole chiarendo il quadro costituzionale e politico di un’autonomia regionale differenziata.
Tutto questo vuoto non copre soltanto se stesso. Copre il desiderio di una autonomia senza responsabilità, come spiega Morrone nel suo blog, e un complesso insieme di manovre politiche in cui si confonde il significato del referendum consultivo lombardo veneto e delle elezioni politiche, così Marco Olivetti sull’Avvenire di oggi.
E’ difficile immaginare quale sarà il futuro politico del referendum lombardo veneto. L’unica cosa certa è che sarà deciso dalla prossima legislatura nazionale che è più imperscrutabile di un testo di Nostradamus.
Ottantatre anni sono un battito di ciglia e un sorriso di perle quando a dieci anni si sono ascoltate le tempeste di acciaio vomitate dalle fortezze volanti e i diciotto anni hanno visto i vagiti atlantici della primavera del 1952.
Ottantatre anni sono la memoria di quando lei era tutte le mie certezze e, prima di ogni altra cosa, le mie certezze erano una merenda in un mondo colorato di pirati, corsari e tigri.
Ottantatre anni sono la memoria di quando era, per me ragazzo, uno sguardo fra le tende che mi guardava partire, sul mio verde destriero, dalle mie certezze di bambino e si domandava fino a quando sarei tornato.
Adesso ottantatre anni sono solo quello che sono e nemmeno un giorno in più perché sono tre coppie di numeri in un libro: quadrato, blocco e fila e come in un campo di sterminio servono a non smarrire la memoria nel naufragio della vita.
Guado a piedi nudi quest’ultimo Stige pregando che quando fra poco il coperchio della bara diventerà la sua maschera funebre s’impigli un raggio di sole fra i suoi capelli perché lei aveva paura del buio e non le piaceva per nulla dormire da sola.
L’esistenzialismo è la prospettiva etica della fenomenologia.
Cerco di spiegarlo con Sartre.
Il problema dell’etica sono i valori che giustificano le scelte.
Il codice del comportamento.
Trovo interesse.
L’esistenza è L’essenza.
Inizio a perdere interesse.
Mi rifugio nell’aneddoto.
Di Sartre.
Quattro uomini sono legati a un binario.
Un treno sta per arrivare.
C’è una leva che può deviare il treno su un altro binario al quale è legato un solo uomo.
Lasciare le cose come stanno significa far morire quattro persone che saranno uccise da chi le ha legate al binario.
Azionare la leva significa uccidere una persona salvandone quattro.
Cosa fareste?
Bimba Piccola è dolcemente impulsiva.
Aziono la leva. Quattro è più di uno
Ragazza Impertinente mi guarda come un idiota.
Tace.
È lei la vera esistenzialista.
Non esistono scelte giuste.
Solo scelte.
Alzandosi perché è finita la coca cola.
Bimba Impertinente è cresciuta ed è diventata Ragazza Impertinente.
Il padre approfitta di un lungo viaggio in auto per attirare la sua attenzione sui rischi dell’incipiente allegria copulatoria.
Non è possibile evitare gli entusiasmi delle pratiche di accoppiamento.
Non è nemmeno opportuno.
Però vanno praticate con una consapevole valutazione del rischio e considerando il rischio come il risultato vettoriale dell’analisi delle possibili interazioni fra due fattori: la probabilità dell’evento e la gravità dello stesso.
Si possono utilizzare meccanismi di prevenzione generali e pratiche di protezione individuali.
Insomma, un discorso importante.
Il classico discorso che a un certo punto della sua vita un padre deve fare a sua figlia.
Con il tono del padre, non dell’amico, né dell’uomo che ha visto cose che altri umani non hanno nemmeno immaginato.
Lo faccio con una certa soddisfazione.
Trovando un silenzio attento che si interrompe a un semaforo:
=> Babbo, ti dispiacerebbe moderare il tuo entusiasmo fisiologico?
Ghiacciato, direbbe Bimba Piccola che, per fortuna, è ancora Bimba Piccola.
Su di un fianco del mostro fascista che vomita la giustizia a Pisa si trova una piazza modestamente antica.
Di un’età che potrebbe funzionare benissimo come scenografia per il Barbiere di Siviglia.
C’è un pozzo in più, ma si può anche evitare di essere pignoli quando si ha sete.
Perché tutte le piazze di un tempo davano da bere agli assetati voltando le beatitudini in standard urbanistici.
La strada era un luogo in cui vivere, non solo da attraversare con le mani in tasca e gli occhi sul selciato dei nostri pensieri.
Lo penso mentre guardo quella fontana.
Non dà più acqua.
Le fontane non fanno parte del servizio idrico integrato.
È stata ridotta a un cestino di rifiuti.
Pochi perché Pisa non ama i suoi turisti e li confina nei pressi di una Torre più antica di questa piazzetta.
Ma è brutto vedere che quello che un tempo dava da bere, adesso che non serve è usato come discarica.
Brutto vedere quel pozzo e pensare alla durezza del proprio tempo.
Fortunatamente c’è sempre uno stereo da accendere e un nuovo Rossini da ascoltare.
Due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, si appartano su una spiaggia di una nota località balneare.
Di notte.
Vengono trovati da un gruppo di ragazzi meno fortunati di loro e più forti di loro.
Il ragazzo viene picchiato come un animale e lasciato per morte.
La ragazza viene violentata e buttata in mare.
Il gruppo di ragazzi fugge e continua la sua notte di violenza con un lavoratore del sesso che esercita ai margini di una strada.
Di tutto questo, ciò che è esecrabile non è solo la bestiale violenza del branco che si muoveva la notte di qualche giorno fa in quella località balneare.
La violenza ha sempre delle giustificazioni, sociali, economiche, culturali.
Un uomo diventa un animale perché è un animale e basta poco a farglielo ricordare.
Ciò che è esecrabile sono io.
Io che ho pensato che se due ragazzi si appartano al buio su una spiaggia di notte, può succedere di tutto.
Come se vivessimo in un fumetto di Dylan Dog che passa a trovare Dampyr.
Questo è esecrabile e davvero inaccettabile.
Nessuno può pensare che non si può vivere un chiar di luna sul mare perché è normale che ci siano degli licantropi che si aggirano di notte.
Né a Rimini, né a Saint Tropez, e nemmeno a Dover.
La fine di un viaggio per mare è l'acqua di lavanda con cui si striglia la barca.
Ci ha accompagnato come un destriero nel West di Peckinpah o di Sergio Leone.
Fedele e precisa.
Ha durato la stessa fatica di un cavallo e come il cowboy accompagna il cavallo nella stalla prima di entrare nel saloon e sciacquarsi le budella dalla polvere, così la prima attenzione nella fine di un viaggio è lavare (strigliare) la barca.
Il cowboy sa che non sarebbe mai arrivato a Dawson City senza il suo cavallo e il suo silenzioso sudore.
Lo stesso si sa della nostra barca.
La ricompensa di entrambi, in apparenza, è l'amore di una attenta pulizia, della ricerca di ogni zecca che possa essere un pericolo per la salute e di qualsiasi macchia di ruggine che possa far male al manto: la miglior biada e un dollaro d'argento per te se sarà ben strigliata, o qualcosa del genere.
La ricompensa di entrambi, meno in apparenza ma sempre prima del fondo, è venire prima di ogni altra cosa, di essere il primo pensiero di ogni atterraggio. L'egoismo di esistere per primi.
La vera ricompensa di entrambi – però è forse questa volta per davvero e al fondo del ragionamento – è che il cavallo viene strigliato e la barca lavata perché domani riprende il viaggio.
Domani ci sono le solite mani a dare un senso e una direzione a quel bisogno di amore che è una briglia o un timone.