Cene fra uomini
Le cene fra uomini possono essere divertenti o noiose, esattamente come qualsiasi altra cena.
Sicuramente, però, sono sfigate e per niente facili da organizzare.
A partire dal menu, che, a diciassette anni, comprende la carbonara, le penne braccio di ferro o gli spaghetti aglio_oglio_beberoncino mentre, a quaranta, dipende dal catering.
In ogni caso, le cene fra uomini prevedono come argomento principale sul tavolo i misteri custoditi fra le gambe delle donne: a diciassette, con un tono molto Robinson Crusoe_Venerdì che, a quaranta, diventa le giocose perversioni di De Sade narrate con la precisione di Musil.
Sono sopportabili, a diciassette come a quaranta anni, solo grazie ad ingenti quantità di demoni alcolici che consentono di trovare uno spirito cameratesco anche con lo zio ultrottantenne convocato in quanto decano nell’arte del club more ferarum e maestro riconosciuto del cunnilinguo astratto da prostata infelice.
A diciassette anni, le cene da uomini iniziavano con discorsi più o meno impegnati, che consentivano alla fica di fare il suo ingresso linguistico quando lo spaghetto aveva scaldato le ugole dei commensali con il vino necessario a dimenticarlo.
A quaranta, la fica parte più o meno subito e scalda l’ambiente come la budveiser ceka di venti anni prima. Purtroppo, però, quando tutti sono davvero presi dalla conversazione e si è finalmente creato quello spirito ormonale comune che è lo zeitgeist di ogni evento per soli maschi, uno inizia a parlare delle previsioni sull’inflazione appena circolate a Trento nelle conversazioni private fra Boeri e Akerlof.
Ed è triste ma la conversazione, a quel punto, si scalda davvero.
Esattamente come venti anni prima, quando, al momento delle grappe, qualcuno chiedeva: Ma la fica è meglio del culo?