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Tag Archive for: amori finiti

Chi li ha sciolti? (Seccano)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/10/2008

fenechG9E’ una lamentazione continua.
Mia moglie non ha più alcun desiderio.
Tizio: torno a casa.
Provo.
Rimbalzo.
Soffro.
Soffro, maledettamente.
In silenzio.
Caio, che ha sposato una signorina che è sempre stata chiamata Frigidaire, nome escogitato dalla sorella, è più espansivo.
Sono tornato a casa.
Le ho detto che volevo fare l’amore con lei.
Mi ha risposto che no, non era il caso, abbiamo già due figli.
Le ho detto che non mi restava che andare in bagno per una seduta di manutenzione.
Mi ha detto: Almeno pensami.
Sempronio, meccanico ben nerboruto: Se la ‘mi moglie mi dice che ‘unn_ha voglia di caricare, gli spezzo ‘i viso con un crick eppoi se ne ragiona.
Prima questione, a proposito di Tizio: difficile pretendere che la moglie sia come Edwige Fenech se uno è diventato uguale ad Alvaro Vitali.
Seconda questione, a proposito di Caio: non era complicato immaginare che sarebbe finita così con Caia. La festa di addio al nubilato è rimasta famosa perché un ballerino si è spogliato. E’ salito sul tavolo. Ha cominciato a ballare in termini inequivocabili. Le si è avvicinato, sempre ballando inequivocabile. Ha portato alla altezza della sua testa l’oggetto inequivocabile e lei è svenuta. Semmai il vero problema è come ha fatto ad adempiere alle obbligazioni preliminari per la nascita dei due figlioli.
Ultima questione, a proposito di Sempronio: la psicologia funziona sempre.
Ed un crick, evidentemente, può mantenere umido ciò che altrove si secca.

Puntualità (Auguri)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/05/2008

torta-compleannoUna volta all’anno, più o meno, succede di compiere gli anni.
In quella occasione, arriva un certo numero di auguri.
Alcuni si ricevono senza aspettarli.
Altri si aspettano senza riceverli.
Poco importa.
Ci sono però gli auguri inevitabili.
Gli auguri di Puntualità.
Precisa.
Pignola.
Insistente.
Scrive un sms prandiale: Certe date non si dimenticano.
Azz.
Peccato che il mio compleanno fosse ieri, verrebbe da rispondere.
Se non si restasse fedeli alla consegna del silenzio.

Puntualita’ (Persistenze insistenti)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/04/2008

Primo sms:


Vorrei essere sotto alla tua scrivania…


Risposta:


A fare?


Secondo sms:


Non hai idea di quante cose si possono fare sotto ad un tavolo…


Risposta:


Tipo dare la cera?


Per ora, non ha piu’ scritto.


La prossima volta, il link.

Lunedi’ fisiatra (Coppie)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/04/2008

Si presentano in coppia. Lui accompagna lei. Lei accompagna lui.


Aspettano in coppia. Scambiandosi mozziconi di frasi fradice di consuetudine.


Entrano in coppia. Come se il dolore fosse un fatto affettivo.


Ed e’ probabile che senza malattie non avrebbero piu’ niente da dirsi.

Calafuria eterea

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/03/2008

CalafuriaNon ha mai capito nulla.
Nella maniera più assoluta.
In giovane età, malgrado le robuste iniezioni di latino e greco somministrate dai padri scolopi, non è mai riuscito a distinguere un ariosto da un perfetto.
Anche il suo aspetto è lombrosianamente consapevole dei limiti che lo caratterizzano.
Ha sempre avuto uscite improbabili.
Alla maturità, dopo un esame nel quale aveva dato prova della sua preparazione inserendo Robespierre fra i sanculotti e Rommel nel settimo cavalleggeri, uscì pronunciando una frase importante: Mi sento etereo, piscerei dalla finestra.
E tanto fece.
Sotto lo sguardo sbigottito dei padri che amorevolmente avevano curato la sua formazione.
Aveva una fidanzatina.
Le era molto affezionato.
Ne parlava come di una cosa bella, fragile, commovente.
Con lei, non pareva nemmeno la bestia inconsapevole che indubbiamente era.
Oggi, l’ho incontrato.
Dopo vent’anni.
Più o meno.
Le solite parole imbarazzate.
Come stai? Cosa fai? Di chi hai notizie?
Mi è venuto da chiedergli della sua antica fidanzata.
Mi ha risposto: Chi, Calafuria?
Calafuria?
Si, Calafuria: io non lo sapevo – mi dice – ma quella maiala, mentre stava con me, prendeva più schizzi di uno scoglio a Calafuria.
Non è cambiato.
Decisamente.
Non sono riusciti a cambiarlo e forse non è stata esattamente una fortuna.

Fedifragando

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/03/2008

KramerVsKramerE’ semplicemente il nome di due parti su un fascicolo: tizio contro tizia, Kramer Vs Kramer.
Ma non è così.
I fascicoli sono persone.
Persone che sono diventate atti.
Che, di solito, non avrebbero voluto diventarlo.
Ma succede e di solito l’unica cosa è cercare di mantenere un po’ di dignità.
Anche se uno ha due figli, uno appena nato, e sta lasciando la moglie.
Racconta di avere un’altra donna.
Di avercela da tempo.
Lo ascolti.
Con cortese compassione.
Ti guarda, stupito, e dice: Grazie, è la prima volta che lo racconto e non mi sento giudicato.
Non sono io che ti devo giudicare.
Ti basta sentirti come ti senti.
Come ci si sente ad abbracciare un’altra donna mentre il proprio figlio piange a casa.
Io non ti devo dire proprio nulla.
Nulla che non  ti puoi dire da solo.
Naturalmente, non dici nulla di tutto questo.
Sorridi.
Con_compassata_cortesia.

Puntualità (continua: fino a quando?)

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/03/2008

RussMayer
Si è già scritto di questa donna.
Si è scritto che dopo venti anni continua a farsi viva ed a proporsi.
Con una costanza degna sicuramente di miglior causa.
E’ di pochi minuti fa la sua ultima telefonata: Sono qui e ti penso: posso venire?
Risposta: Scusa?
Si, ti penso, ho voglia di fare l’amore con te: posso venire?
Risposta: Mica siamo in un film porno che tu suoni, io apro, tu ti metti supina ed io inizio a governarti…
Non mi capisci, mi umili.
Click.
Come se non dovesse sentirsi vagamente umiliato il poveretto trattato come una comparsa in un film di Siffredi o dei fratelli MItchell.
E costretto a fare la figura dell’omosessuato, come una volta ha sentito dire in treno.

Trenta chili: un altro punto di vista

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/01/2008

Si e’ parlato di trenta chili e della sua antica bellezza, chiusa dentro una malattia apparentemente insolubile.


Si sono dette molte cose su di lei e sui suoi figli, sulla loro soitudine apparentemente inarrestabile.


Forse si e’ detto troppo.


Perche’ si e’ sempre parlato solo del nostro punto di vista, del nostro sguardo, malato di nostalgia e di consapevolezza.


Esiste un altro modo di guardarla.


Un modo duro.


Che non le perdona lo sguardo progressivamente piu’ vuoto.


Che non accetta la sua incapacita’ di ridere dei giochi dei bimbi, di quegli scherzi sciocchi ed innocenti che riempiono il cuore dei genitori.


Che vede il rimprovero del suo sguardo mentre si sta perdendo e non riesce a capirlo.


Perche’ non e’ facile capire una persona che non riesce piu’ a vivere.


Non e’ facile accettare la metamorfosi inarrestabile di un corpo piegato da una malattia che e’ solo pensiero e resa.


Non e’ facile sentire il peso della sua caduta sul proprio spirito.


E allora uno puo’ pensare anche di fuggire.


Solo per un momento.


Solo per respirare. Il tempo di riprendere fiato fra due braccia che hanno la forza di abbracciare.


Perche’ non si e’ nati per trovare degli occhi vuoti incorniciati da un fuoco spento.


La resa e’ una sconfitta che non perdona.


Annienta ed annichilisce.


Si scompare cosi’. Ci si arrende alla vita. Come naufraghi che si cibano di cadaveri.

Giulia

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/01/2008

Giulia ha quarantotto anni.
Forse quarantanove.
E’ stata bella.
Molto bella.
Adesso dimostra sessantanni.
Dimostra sessantanni portati bene.
E’ invecchiata male, Giulia.
Molto male.
Appena sposata ha comprato un appartamento.
Un appartamento molto bello.
In un condominio molto borghese.
Era sposata.
Con un banchiere.
Una bimba molto bella.
Una di quelle bimbe che sembrano nate per essere belle.
Non è passato molto tempo.
Suo marito è andato via.
Giulia non lavorava.
Era solo bella.
Ha cominciato a lavorare.
Un lavoro che gonfia le gambe.
La pedicure a domicilio.
Una borsa pesante ed i piedi degli altri sulle sue gambe.
Calli e duroni.
Non è riuscita a pagare la casa.
L’ha venduta.
E’ andata via.
Senza saluti.
Era diventata più simile al portiere che agli altri condomini.
Un peccato che non si perdona.
Un peccato che si paga con l’invisibilità.
Anche la figlia è andata via.
Insieme alla casa.
E’ tornata con il padre.
Fa male adesso incontrarla in un cinema.
Fermarsi a parlarle.
Trovare nel suo sguardo la gratitudine di essere riconosciuta.
Trovare nelle sue parole lo stupore di essere considerata.
Anche solo in quelle poche chiacchiere che separano due persone civili dall’inizio di uno spettacolo.

Come un figlio d’altri

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/12/2007

E’ natale anche per i figli degli altri.
I figli degli altri non sono figli nemmeno a metà.
Non c’è  nulla da fare.
Sono lì.
Con la loro madre o con il loro padre ed il compagno della madre o del padre.
In una festa allargata.
Tutti insieme.
Non l’albero familiare nella sua estensione sopravvissuta dopo la pasqua, ma la catena dei dissesti e dei disguidi.
Luca con i figli che ha avuto da Marta.
Marta con i figli che ha avuto da Piero.
Piero con i figli che ha avuto da Monica.
Con un quesito di fondo: ma i figli di Luca se sono fratelli dei figli di Marta che sono fratelli dei figli di Monica, sono fratelli anche dei figli di Monica?

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