Il problema degli anziani è che quando si rompono non si dovrebbe chiamare la misericordia ma l’Asnu, che a Firenze era la municipalizzata dei rifiuti.
Ci si trova il sabato mattina.
Agghindati come piccoli Borg.
Piccoli Borg più vicini agli ottanta anni che ai venti.
Borse che traboccano di racchette in grafite e grafite di carbonio, corde tese come stradivari, pantaloncini e magliette perfette per gli open d’Australia, etc.
E, in un angolo, la cassettina del pronto soccorso: fasce elastiche, cavigliere, spray per le contratture muscolari, etc.
Iniziano le partitelle, durano sempre meno delle due ore previste. Uno scivola sulla rete e si fa male alla caviglia, l’altro si sforza in un servizio improbabile e si infortuna il polso, etc.
Mai che le due ore arrivino al termine senza almeno una sospensione per infortunio.
C’è un motivo per cui i nostri nonni, che avevano più o meno la nostra età di adesso quando eravamo piccoli, ma non pretendevano di essere ancora adolescenti, giocavano a bocce.
Ha la faccia simpatica di tutti i ragazzi mongoloidi.
Come si diceva una volta con una espressione che oggi suona politicamente scorretta.
Cammina per il quartiere.
Qualche passo davanti a sua madre.
Finché non trova qualcuno con cui parlare.
Sempre le solite domande:
–> Come stai?
–> Che fai?
–> Ci sei domani?
La madre gli passa oltre.
Grassa di troppo mangiare.
Sfatta negli abiti forgiati su di un'ancora.
I gambaletti che appaiono dalla gonna.
Color carne di insaccato.
Lo aspetta.
Qualche istante.
Lui le sorride.
Lei, no.
Lei lo rimprovera.
Lei gli dice:
–> Guarda come sono … Mi sono sventrata per farti nascere … Prima non ero mica così …
Lui continua a sorridere di quel dolore di madre che ammazza dentro più di qualsiasi malattia.
E' la definizione che dà di se stesso un tipo strano.
Un cinquantenne con gli addominali a tartaruga che vive in un container sul porto di Livorno.
Figlio di un generale, scappato di casa da ragazzo: Dé, 'un si può miha chiedere ad un livornese di stare lontano dal mare …
Abbronzato.
Sedici anni di contributi e l'attesa della pensione sociale.
Senza fare nulla.
Senza avere mai fatto nulla.
Racconta le sue storie: mare, sole, donne e campari bitter, vissuti intensamente, fino a restare solo con il bitter.
La passione che supera tutte le altre.
Torna in mente in un ristorante di lusso.
Guardando il tavolo di fronte: lui, anziano; lei, anziana.
Parlano e litigano, come ragazzini.
Lui è geloso della mamma di lei.
Vuole vivere una vita arrabbiata.
Vuole andare a casa di lei quando cazzo gli pare e trovarsi a casa.
Di solito, si diceva: Levategli il vino.
Qui si dovrebbe dire: Levategli le pasticche.
Le pasticche del cazzo hanno rovinato la vecchiaia.
Trasformano questi anziani in ragazzini con gli ormoni pustolosi.
In cazzi pieni di piscio.
Il miliardario ridens ha staccato l'annuale cedolone dalla finanziaria di famiglia.
Euro118Mln.
Nelle stesse ore, il Sole 24 Ore ha ricostruito i movimenti Bunga bunga del conto corrente n. 1 acceso dal premier presso il Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Segrate.
Un intorno di Euro10Mln / anno per "comprare le caramelle alle bambine", secondo la definizione del rag. Spinelli, che pare sia il portafoglio del primo ministro.
Il Corriere della Sera ha anche pubblicato delle intercettazioni in cui una delle signorine ospiti del presidente del consiglio si lamentava della liberalità sempre meno generosa delle ricompense conquistate e della risposta che avrebbe ricevuto dal satiro_drago: Tu non ti rendi conto di quanto guadagna un operaio …
Una risposta molto corretta e che oggettivamente ridimensiona l'affaire Bunga bunga.
Fatte le debite proporzioni e considerato un operaio più che al vertice della scala salariale, con molti straordinari etc., il bilancio familiare del miliardario ridens stocca alle signorine lo 0,0033898% dei ricavi post tax.
Ovvero un equivalente di annui Euro2.203/39 di un operaio che guadagni duemila euro al mese per tredici mensilità.
Come dire che il premier sputtana in generosità, secondo la tesi della difesa, l'equivalente della tredicesima di una persona normale.
Una cifra molto più ragionevole per uno che guadagna centodiciotto milioni di euro all'anno di quanto non siano duemila euro per uno che ne prende ventiseimila.
O no?
Perché in fondo, proprio dinanzi ad un operaio, ma ad un operaio vero, di quelli che con mille euro al mese tirano avanti famiglia e mutuo, l'idea di uno che spende dieci milioni di euro per passare delle serate allegre con Emilio Fede e Lele Mora fa abbastanza rabbia, pena, schifo e malinconia.
Cammina per il quartiere.
Solo.
Il figlio grullo davanti.
Di qualche passo.
Grullo come un quarantenne grullo e vestito da bambino.
Il grullo sorride.
A tutti.
E' carino il grullo.
Lui, no.
Lui ha un cipiglio brutto.
Indossa una ghigna di inverni freddi e carbone.
Camminano così.
Per la spesa.
Poche e povere cose.
Per andare a messa.
Per uscire di casa, semplicemente.
Ma il vecchio si anima.
Inizia a prendere colore.
Sono morti due suoi amici.
I cartolai.
Sono morti di dolore quando è morto il loro unico e adorato figlio.
Di omosessualità.
Di una malattia vergognosa per un modo di amare diverso.
Ed il vecchio, con la sua aria sola e laida, si è rianimato.
Entra nei bar adesso.
Con la sua storia.
=> Sono morti … E' terribile … Uno di seguito all'altro … Sono morti di dolore … Il figlio … Che disgrazia
Ripete.
Con allegro cordoglio.
Gli viene risposto che il primo è morto di tumore e la seconda di infarto.
Ma non gli interessa.
Ripete che i dispiaceri fanno venire il cancro.
E' contento.
Contento di orgoglio paterno.
Suo figlio non lo farà mai stare male così ed ha bisogno di dirlo.
Come ha bisogno di dire che eppure avevano tutto perché andavano anche in crociera.
Il tremendo della vecchiaia è la giovinezza.
Camera di anziani.
Letto di mogano laminato.
Comodini di mogano laminato.
Armadio di mogano laminato.
Specchio ossidato di naftaline e tarme.
Madonnina modello serbatoio di acqua di Lourdes sul comodino.
Bimba Piccola entra.
Un po' per sbaglio, un po' per curiosità.
Guarda la Madonna_serbatoio:
–> Che cos'è?
–> Una Madonna
–> A cosa serve?
Silenzio del padre, che, come lei, non lo ha mai capito con esattezza.
La retorica sui nonni è infinita.
I bambini hanno bisogno dei nonni.
I nonni sono una cosa stupenda.
I nonni costruiscono un ponte fra il passato ed il futuro.
Chi non ha un nonno, ne adotti uno.
Ecc.
Ci si illude della retorica sui nonni.
Ci si sforza di crederci.
Poi i nonni chiamano:
–> Speriamo di vedere presto le "pupattole" …
Con quel tono di fermo rimprovero che puzza di naftalina su pelliccia tarmata.
Ecco chi non ha un nonno, talvolta, non sa quanto è fortunato.
Solo non essere chiamato "pupattolo"…
Normalmente, Bimba Impertinente ama gli aneddoti.
Normalmente, il padre gli racconta cose che gli sembrano buffe.
Il tutto, mentre camminano mano nella mano con Bimba Piccola che zampetta dall'altra parte.
Immagine di altri tempi: una Lada Niva.
Orrenda pseudo jeep di fabbricazione ignota.
Il padre, con fare nostalgico, inizia a spiegare che un tempo queste macchine erano gli all road di oggi.
Che sono costruite con un solo pezzo di lamiera.
Che il pulsante del clacson era battuto a mano.
Che costavano pochissimo ed erano quasi indistruttibili.
Etc.
B.I. lo ascolta con apparente attenzione, finché, saltellando:
–> Babbo, ma perché mi racconti tutto questo?
Il padre si ricorda di avere spesso interrotto il suo progenitore dicendo, in situazioni simili:
–> Ma, babbo, uno, uno solo che te lo avesse chiesto?
e si azzittisce.
Pranzo di Pasqua.
Dagli anziani nonni.
Bimba Impertinente è piuttosto affettuosa con il nonno.
Meno con la nonna.
Stupore quando guarda il nonno e chiede:
–> Nonno, tu quando muori?
Il nonno non risponde e finge di non avere sentito, senza nascondere però una certa scaramantica indisposizione.
Il padre si domanda chi le abbia fatto vedere Blade Runner e soprattutto chi le ha detto che il nonno è un Nexus 6.