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Tag Archive for: cenere

Sexual harrasment

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/04/2008

Una societa’.


Come tante.


Ne’ grande ne’ piccola.


Un cliente come tanti, ma non per la societa’.


Importante. Di quelli che fanno fatturato.


Bruttino.


Untuoso.


L’aria laida del puttaniere con moglie misogina.


Arriva.


Parla con il direttore.


Allegro e chioccio chiede della Luisa.


Non c’e’. E’ in maternita’.


Diventa freddo.


Il direttore esce. Preoccupato. Chiama la responsabile marketing.


Una bella donna. Apparentemente docile.


E’ arrivato il Caposecchi. Ha chiesto della Luisa.


Ah.


Gli e’ che la Luisa lo ha viziato. Sa come succede. Basta un sorriso. Una camicetta appena scollata. Delle calze un po’ maliziose. Insomma non le sto chiedendo niente, beninteso, niente di stravagante. Solo una conversazione cortese…


Lei si blocca.


Diventa tutta rossa.


Non riesce a non piangere.


Ma si cambia.


E sorride al Caponeri.


Non sposta ne’ il piede, ne’ la gamba.


Si lascia prendere.


Amaramente.


Da uno che non si nega nulla.


Ne’ la zuppa di fagioli e cipolle.


Ne’ una fellatio con singhiozzo.


Non e’ difficile molestare chi lavora per sopravvivere.


La dignita’ non ha prezzo, ma non sfama.

Guccini: grottesche stanze quotidiane

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/04/2008

Guccini assomiglia ad una cucina in formica che e’ stata piastrellata Casabella negli anni ottanta e ristrutturata minimal nel duemilaotto.


Senza toccare le finestre, che danno quella luce tenera e sconcia, o la porta che e’ rimasta difettosa, come sempre.


Guccini e’ un concerto di tanti anni fa: tre idioti ed una ragazza che pensano di diventare adulti con una notte a Pisa. Lo stesso tono grottesco e greve, invecchiato senza accorgersene al motto del Io ce la faccio ancora: a bere il vino a boccia, a tirar mattino, a sparar cazzate, a stonare canzoni e intonare poesie.


Ha una vitalita’ selvaggia. Triste. Incoativa.


No. Non ce la faccio piu’ a preoccupparmi di sogni matti o di avventure folli. Non bevo il vino a boccia. Non tiro il mattino. Non sparo cazzate, ma solo calci nel sedere.


Eppure provo una struggente nostalgia per quando quelle canzoni mi aprivano il cuore e mi sembravano dilatare lo spazio verso una comprensione nuova. Quando la fine di un amore era una eternita’ che si perdeva per sempre, dopo un numero esatto di giorni: 5 mesi e 25.


E lo incollo nei 160 giga del mio ipod.


Solo per ritrovare il sapore metallico del primo vino, che forse mi manca molto piu’ dei primi – ed assurdamente, perigliosamente, inutilmente eterni – baci.

Fedifragando

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/03/2008

KramerVsKramerE’ semplicemente il nome di due parti su un fascicolo: tizio contro tizia, Kramer Vs Kramer.
Ma non è così.
I fascicoli sono persone.
Persone che sono diventate atti.
Che, di solito, non avrebbero voluto diventarlo.
Ma succede e di solito l’unica cosa è cercare di mantenere un po’ di dignità.
Anche se uno ha due figli, uno appena nato, e sta lasciando la moglie.
Racconta di avere un’altra donna.
Di avercela da tempo.
Lo ascolti.
Con cortese compassione.
Ti guarda, stupito, e dice: Grazie, è la prima volta che lo racconto e non mi sento giudicato.
Non sono io che ti devo giudicare.
Ti basta sentirti come ti senti.
Come ci si sente ad abbracciare un’altra donna mentre il proprio figlio piange a casa.
Io non ti devo dire proprio nulla.
Nulla che non  ti puoi dire da solo.
Naturalmente, non dici nulla di tutto questo.
Sorridi.
Con_compassata_cortesia.

Trenta chili: un altro punto di vista

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/01/2008

Si e’ parlato di trenta chili e della sua antica bellezza, chiusa dentro una malattia apparentemente insolubile.


Si sono dette molte cose su di lei e sui suoi figli, sulla loro soitudine apparentemente inarrestabile.


Forse si e’ detto troppo.


Perche’ si e’ sempre parlato solo del nostro punto di vista, del nostro sguardo, malato di nostalgia e di consapevolezza.


Esiste un altro modo di guardarla.


Un modo duro.


Che non le perdona lo sguardo progressivamente piu’ vuoto.


Che non accetta la sua incapacita’ di ridere dei giochi dei bimbi, di quegli scherzi sciocchi ed innocenti che riempiono il cuore dei genitori.


Che vede il rimprovero del suo sguardo mentre si sta perdendo e non riesce a capirlo.


Perche’ non e’ facile capire una persona che non riesce piu’ a vivere.


Non e’ facile accettare la metamorfosi inarrestabile di un corpo piegato da una malattia che e’ solo pensiero e resa.


Non e’ facile sentire il peso della sua caduta sul proprio spirito.


E allora uno puo’ pensare anche di fuggire.


Solo per un momento.


Solo per respirare. Il tempo di riprendere fiato fra due braccia che hanno la forza di abbracciare.


Perche’ non si e’ nati per trovare degli occhi vuoti incorniciati da un fuoco spento.


La resa e’ una sconfitta che non perdona.


Annienta ed annichilisce.


Si scompare cosi’. Ci si arrende alla vita. Come naufraghi che si cibano di cadaveri.

La primavera dei morti

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/11/2007

E’ tiepido questo ognissanti.
Un sole bianco scalda le lapidi.
Vestite a festa.
Fiori.
Tristi.
Grigio profumo di scarpata.

La maestrina di tennis

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/10/2007

Ad una certa età, ci si deve accontentare di giocare con la maestra.
E’ più facile.
E più comodo: lei può quando tu puoi e ti tira le palle in modo da farti sentire un campione.
La mia maestrina di tennis si atteggia a perfetta dama.
Si veste da gran fica del tennis.
Gioca come se fosse ad una sfilata della linea erotica della Babolat.
E non ha mai capito che le sue coscie sono tre volte quelle di un ciclista.
La maestrina di tennis è in perenne crisi sentimentale.
Ed ha delle idee geniali per rimediarle: il mio ragazzo ed io non riusciamo più a parlarci, non c’è più intesa. Abbiamo pensato di andare a Gardaland.
Oppure: è il suo compleanno, non so cosa regargli per fargli capire che lo amo, pensi che vada bene un manuale dal titolo "Come smettere di farsi le seghe mentali"?
La caratteristica essenziale della maestrina è che quando viene lasciata – perché la maestrina viene sempre  lasciata – inizia a dimagrire e nell’arco di tre settimane perde almeno dieci chili, rischiando l’inedia.
In questi casi, giocare con la maestrina diventa imbarazzante.
Tipicamente la maestrina ha il vizio di svenire a metà di un set.
La prima volta mi sono preoccupato molto.
Ho chiamato di corsa il custode.
Che è arrivato, ha svuotato per terra il cestino dello sporco, lo ha riempito dell’acqua che usa per bagnare i campi e glielo ha rovesciato sul viso.
Uno schifo tremendo.
La maestrina si è vista scaricare addosso la risciacquatura di mesi di sporcizia, comprese le cicche che erano rimaste appese al fondo del cestino.
Ma si è alzata, con la sua solita aria da gran fica, ed ha ricominciato a giocare.

 

Una amica

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/07/2007

E’ poco più che un ricordo la sua giovinezza.
Fatta di occhi azzurri.
Di uno sguardo accuratamente metallico.
Di capelli biondi, come una cenere viva.
Bella, allora.
Come poche altre donne che ho incontrato.
Rammento il suo conversare quieto e colto.
Lo stupore di un innamoramento.
Subito passato.
Come una pioggia leggera.
E ricordo il suo matrimonio.
Sontuoso.
La sua casa di sposa poco più che bambina.
Suo marito, un amico.
Di quegli amici che si sono sempre conosciuti.
Due figli quasi perfetti.
Una bimba meravigiosa.
Un bimbo dolcemente vivace.
Adesso, la malattia.
Uno sguardo perso.
Magra, della assolutezza di chi non riesce più a mangiare.
Sola.
Triste negli occhi dei figli tristi.
Sempre più sola.
Che fugge, strisciando lungo un muro, fingendo di non riconoscere.
Oramai solo un argomento di conversazione, quando non si sa più chi ricordare.

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