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Tag Archive for: diritto di resistenza

Il Senato del superamento del bicameralismo: proporzionalmente maggioritario

2 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/11/2016

tabella4

Uno dei temi più complessi da spiegare nel superamento del bicameralismo paritario è la composizione del nuovo Senato.

E’ facile lasciarsi andare alla retorica giacobina dell’attentato alla sovranità popolare che sarebbe determinato dall’elezione indiretta, indiretta come quella del Capo dello Stato, dei senatori.

Meno facile cercare di capire come stanno davvero le cose: il nuovo Senato è un organo eletto dal corpo elettorale tramite i consigli regionali e la sua composizione è coerente con le funzioni di indirizzo e controllo che è chiamato a svolgere. Read more →

Il superamento del bicameralismo paritario e il contenimento dei costi della politica

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
20/11/2016

I banchi semivuoti dell'Aula del Senato dopo l'abbandono dei senatori del M5s e della Lega Nord, Roma, 01 Agosto 2014. ANSA / LUIGI MISTRULLI

Nel dibattito referendario, la questione del superamento del bicameralismo paritario in rapporto al contenimento dei costi della politica è dibattuta con una approssimazione che merita di essere oggetto di qualche piccolo chiarimento.

Il costo del Senato si ricava dal rendiconto delle entrate e delle spese del Senato nel 2015 adottato dal Consiglio di Presidenza il 19 luglio 2016 (XVII Legislatura, Doc. VIII, n.  7).

Le spese del Senato sono state nel 2015, a consuntivo, Euro 512.786.632,03 , ovvero 513 milioni di Euro. Di cui:

 

Spesa corrente obbligatoria

 

471.200.914,22

Spesa di funzionamento in senso stretto

40.407.137,86

Spesa in conto capitale

 

1.178.579,95

TOTALE

512.786.632,03

L’abolizione del Senato determinerebbe sicuramente la soppressione delle spese di funzionamento in senso stretto e delle spese in conto capitale, che secondo la relazione dei Questori sono tutte le spese sostenute per l’erogazione dei servizi e forniture di supporto al funzionamento del Senato, quali le prestazioni professionali per l’Amministrazione, il costo del personale che fornisce servizi in Senato, le spese per l’attivita` delle Commissioni, i costi per i servizi informatici, di comunicazione, assicurativi, di ristorazione, di trasporto, di locazione, delle pulizie, ecc. (spese di funzionamento in senso stretto) e le spese per l’acquisto di beni mobili inventariati, delle spese di manutenzione straordinaria, nonche ́ di quelle di acquisto e conservazione del patrimonio della Biblioteca e dell’Archivio storico (spese in conto capitale).

Non avrebbe invece un impatto apparentemente significativo sulla spesa corrente obbligatoria, che si compone dei costi per i Senatori, ex-Senatori, personale di ruolo, personale in quiescenza, personale estraneo all’Amministrazione nonché di tutti gli oneri collegati quali quelli fiscali e previdenziali.

Non è così. La tabella 5 predisposta dai Questori indica il contenuto della spesa corrente obbligatoria e il suo andamento fra il 2013 e il 2015:

Tabella 5 – Quadro riepilogativo finale della spesa obbligatoria

Spesa corrente obbligatoria Riepilogo per aggregati funzionali

Bilancio 2013

Bilancio 2014

Bilancio 2015

Risparmi da versare al Bilancio dello Stato

12.520.000,00

19.498.543,64

16.949.968,11

Senatori e Gruppi parlamentari

99.387.456,42

98.415.145,98

98.637.961,96

Ex-Senatori

80.893.600,57

80.381.632,96

78.686.611,63

Personale addetto alle segreterie istituzionali

11.107.147,69

9.602.850,87

10.048.631,41

Personale dipendente in servizio

123.493.965,73

119.309.859,85

102.445.428,04

Personale in quiescenza

115.135.780,29

119.900.000,00

138.153.607,71

Oneri previdenziali e fiscali a carico dell’Amministra- zione

32.018.644,18

28.690.760,92

26.278.705,36

Totali

474.556.594,88

475.798.794,22

471.200.914,22

Le spese inevitabili di questa tabella anche nel caso di soppressione del Senato sono quelle a carattere previdenziale (Euro78.686.611,63 per gli ex senatori e Euro138.153.607,71 per il personale in quiescenza), ovvero circa 216MlnEuro, che però sono destinati a ridursi progressivamente per effetto della inevitabile letalità che caratterizza anche gli ex senatori e i loro dipendenti in quiescenza.

Per il resto, le spese per i senatori (Euro98.637.961,96), il personale delle loro segreterie (Euro10.048.631,41), i risparmi da versare allo Stato (Euro16.949.968,11) sono destinate a cessare: ai senatori non sarà versata alcuna indennità, il personale delle loro segreterie viene naturalmente a cessare, i risparmi da versare allo Stato sono una conseguenza del fatto che il bilancio del Senato è alimentato tramite un fondo di dotazione che ovviamente sarebbe soppresso.

L’ultima questione riguarda il personale (Euro102.445.428,04, per gli stipendi; Euro26.278.705,36, per gli oneri fiscali e previdenziali a carico dell’Amministrazione). Il personale è destinato a confluire nei ruoli dell’altra Camera sicché non vi sarebbe alcun risparmio per questa voce.

E’ vero solo se non si tiene conto che si tratta di personale di altissimo livello che potrebbe essere incentivato a migrare in altre amministrazioni che potrebbero ricevere un vantaggio davvero straordinario dalla loro professionalità.

Sulla base di queste considerazioni si può dire che l’obiettivo del contenimento dei costi è piuttosto centrato. Vengono meno 167MlnEuro di poste comprese fra gli stipendi dei Senatori e quelli del personale delle loro segreterie, più le spese di funzionamento in senso stretto. A questi si deve aggiungere che il costo previdenziale del Senato è di circa 217MlnEuro, su cui non si può fare nulla, se non implorare la previdenza di fare il suo corso, e che sottratti dal costo complessivo del Senato le spese risparmiate e le spese previdenziali restano solo le spese per il personale attualmente in servizio (circa 128MlnEuro) su cui valgono le considerazioni che si sono espresse.

Tradotto in percentuale, il superamento del bicameralismo paritario determina un risparmio del 33% e al netto delle spese previdenziali del 57%, che comunque non è poco.

Fra Costituzione materiale e Costituzione formale: lo scarto pensionistico?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/11/2016

corte-costituzionale-675

Tre ex presidenti della corte costituzionale sono attivamente in campo dalla parte del No.
Insieme a loro diversi giudici emeriti dell’unica corte sovrana conosciuta dal nostro ordinamento.
Non stupisce. Dispiace. Dispiace con una sensazione di tenerezza.
La Corte confessa il ruolo che è stata costretta a rivestire nella nostra forma di Stato. Un ruolo di supplenza del legislatore e perfino del legislatore costituzionale. Il ruolo di chi dovrebbe applicare la costituzione e si trova invece a doverne spesso correggere, con intelligente prudenza, il contenuto e orientarne le lacune.
La Corte ha conquistato un forte ruolo di supplenza e, forse, non lo vuole abbandonare.
Però, quando la costituzione scritta si allontana dalla costituzione materiale questo accade perché il giudice delle leggi ha smesso di interpretare ed ha iniziato a creare.
Ha smesso di essere la levatrice che aiuta la Costituzione nel difficile parto delle norme costituzionali e si è fatta la madre della costituzione materiale.
E’ un ruolo che la Corte ha dovuto svolgere, ma non sono le attribuzioni regolate dall’art. 134, Cost. e dall’art. 1, legge cost. 1/1953.
Si può capire che la Corte non voglia lasciare questo compito a un legislatore che rappresenti il popolo, è persino ragionevole.
Tuttavia uno dei significati della riforma della Costituzione è anche ridurre lo scarto fra Costituzione formale e Costituzione materiale.
Difendere lo scarto è difendere la rendita di posizione di chi opera in questo scarto.
Una posizione che non può essere condivisa.
Ma che può essere capita: quando si sta per andare in pensione, si è colpiti da una grande angoscia ed è umano cercare con tutte le forze di evitarlo.

Il referendum costituzionale e il Buontalenti di Badiani

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
16/11/2016

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Badiani è una gelateria e non ha niente a che fare con il referendum costituzionale.

Il suo Buontalenti è uno dei gelati più buoni di Firenze, anche se i suoi commessi non sono simpatici quanto questa crema, anzi, e non sono poche le persone che lo evitano per questa ragione.

Una delle tappe del mio roadshow sul contenuto del referendum costituzionale è passata vicina a Badiani: l’alto magistrato in pensione che sosteneva le ragioni del No dal punto di vista di Magistratura Democratica ha spiegato che la riforma non si poteva votare.

Di più, non si doveva nemmeno perdere tempo a leggerla.

Difatti, la riforma costituzionale deve essere rigettata perché proviene dal Governo e il Governo non potrebbe presentare un progetto di riforma della Costituzione.

E’ la solita citazione di Calamandrei, slegata dal contesto, che era l’inizio della discussione in aula sul progetto di costituzione varato dalla Commissione dei 75, quando l’assenza del governo si giustificava perché l’assemblea costituente non discuteva su di una proposta del governo ma su di un testo elaborato da una commissione appositamente costituita.

Ci si scorda però che quel governo aveva un ministero per la costituente e la commissione dei 75 aveva iniziato i suoi lavori su una serie di proposte elaborate dalle commissioni Forti, che erano commissioni governative.

In secondo luogo, la riforma costituzionale deve essere rigettata perché è stata votata da un Parlamento eletto in base a un sistema elettorale successivamente dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale.

Sono due argomenti che sul piano costituzionale non dicono nulla: nessuna disposizione della Costituzione vieta l’iniziativa legislativa al Governo in materia costituzionale e la sentenza della Corte 1/2014 che ha dichiarato incostituzionale il sistema elettorale ha precisato che non vi sono effetti di alcun tipo per il Parlamento eletto in base a quelle norme.

Sono argomenti che assomigliano molto al non assaggiare il Buontalenti di Badiani perché i commessi sono antipatici.

Ovviamente non è così: vale la pena assaggiare il Buontalenti di Badiani, perché è buono, e vale la pena interrogarsi sul merito della riforma costituzionale perché potrebbe essere molto meglio delle sue critiche.

Veri partigiani

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
23/05/2016

NZO

La polemica di oggi è chi sia un vero partigiano e se la presa di posizione della Associazione Nazionale Partigiani di Italia contro il Si al referendum possa essere oggetto di (garbata) polemica da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento.

La polemica di ieri ha riguardato il saggio di Sergio Luzzatto di introduzione alla ristampa di Uomini e città della resistenza di Piero Calamandrei. Luzzatto si era permesso di svolgere un ragionamento storiografico in cui la resistenza non era considerata un fatto storico ma era indagata come il necessario mito fondato della Repubblica.

Oggi si dice che nessuno può prendere posizione contro i padri della Repubblica.

Ieri si diceva che i padri della Repubblica non possono essere smentiti nemmeno da chi educatamente prova a smentire la tesi che il loro patrimonio genetico si sia correttamente trasferito nel processo costituente.

In entrambi i casi si parla di una associazione la cui forza propulsiva oramai si avvicina a quella dei reduci garibaldini.

Chi li ha sciolti? (il recinto dei bambini)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/05/2016

Casa-Carson-Ellis-Zona-industriale

Il bello di un piccolo incidente è il tempo che si trascorre con i propri figli, un tempo che non si comprende mai quanto è prezioso fino a che non si ha l’occasione di gustarlo.

Un tempo che è fatto anche di giardini pubblici. Read more →

La camicia di Berlinguer (note a margine delle elezioni di Livorno)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
13/06/2014

la-grande-bellezza-the-great-beauty-oscar

A Livorno, il M5S di Filippo Nogarin, ingegnere aerospaziale e cittadino di Castiglioncello, ha vinto le elezioni comunali.

La città, la città che conta, la città degli affari e dei traffici, è sgomenta.

L’altra città, la città che ha votato al ballottaggio, la città che ha vissuto questi anni di lenta trasformazione del PCI, che si è disaffezionata alle proprie bandiere, molto meno.

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Lo sciopero della Rai dal punto di vista della maculopatia

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/06/2014

TestAmsler

Vi è una singolare assonanza fra la protesta dei dipendenti Rai e lo scandalo della maculopatia.

La protesta dei dipendenti Rai e, in particolare, dei suoi giornalisti, ma anche delle sue firme più prestigiose, riguarda la decisione del Governo di collocare sul mercato alcuni asset aziendali per ripianare almeno in parte la posizione debitoria dell’azienda.

In questa protesta, suona forte l’indignazione per un Governo incapace di strategie di lungo respiro circa il futuro di questa azienda pubblica e, nello stesso tempo, estremamente arrogante nella propria tattica comunicativa.

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La funzione del sindacato: fra Camusso e test invalsi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
07/05/2014

2011_0119_Camusso e Bersani

C’è un sapore molto vecchio nella voce rauca della segretaria della CGIL al congresso di Rimini, un sapore di Muratti e nazionali esportazione, piuttosto lontano dal profumo delle sigarette elettroniche che si vedono a giro.

La segretaria del maggiore sindacato italiano ha parlato per quasi due ore, leggendo un intervento che odorava di anni settanta, sia per il tempo dedicato alla sua lettura sia per lo stile dell’argomentazione.

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Genni la carogna si chiama Gennaro (E Renzi non si chiama Pelloux)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
05/05/2014

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Genni la carogna si chiama Gennaro e Gennaro fa molta meno figura e meno rumore di Genni la carogna sicché può essere giusto chiamarlo Gennaro, sia per rispetto ai suoi genitori che hanno scelto questo nome, sia perché le leggende fanno parte del ciclo dei Nibelunghi o del Far West, non del tifo, che pure sarebbe una malattia diffusa dai pidocchi e non un atteggiamento di amore e passione per una squadra di calcio, anche se a ben vedere un po’ di affinità ci sono.

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