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Tag Archive for: diritto di resistenza

Il 138 dal punto di vista dell’ombelico

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
22/09/2013

Baroni

In questi giorni, si fa un gran parlare di una profonda revisione costituzionale, negli spazi lasciati liberi dalle dichiarazioni di Rodotà sul terrorismo, le discussioni interne al PD sulle regole di ingaggio congressuali, la storia giudiziaria del miliardario ridens.

Tutto questo non impedisce il sorgere di una domanda: è davvero necessario cambiare la Costituzione?

Ci sono molte ragioni per dire di si e qualcuna per opporsi.

La principale, per chi scrive, non è una ragione, è una metafora.

Chi scrive ha la passione della bicicletta e un ombelico piuttosto importante.

Di conseguenza, succede che, in salita, ma anche in discesa e perfino in pianura, degli attempati ultrasettentenni lo superino come nulla fosse.

La prima reazione di chi scrive è: Ora cambio bicicletta, compro il cambio super record elettronico, le ruote di titanio elasticizzato, la curva di carbonio ultrega e non mi vede più nessuno…

E’ una reazione stupida: gli anziani che lo superano montano biciclette altrettanto attempate.

Il punto è che loro non hanno l’ombelico che pigia sul manubrio: ci tengono le mani e quando c’è da pedalare scattano un rapporto e si alzano ancora in piedi.

Come dire, la bicicletta nuova si compra quando si è dimagriti. Non per dimagrire.

Forse, il discorso sulla revisione costituzionale, con tutti gli abbellimenti necessari, potrebbe non essere molto diverso…

Il disoccupato manda in paradiso

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
29/04/2013

Un disgraziato non molto informato spara a due carabinieri davanti a Palazzo Chigi mentre il nuovo governo giura al Quirinale.

Reazioni inconvulse e non troppi interrogativi, non troppe domande ragionevoli e quiete, non quelle di Sherlock Holmes che combatte il terribile Moriarty, piuttosto il genere che fa Nonna Papera quando non trova la torta di mele che ha lasciato a raffreddare sul davanzale.

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Uno per uno non fa sessantasette

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/03/2013

Grillo, fra una passeggiata al mare ed un caffè al bar sotto il mare, ha spiegato che chi intende cambiare casacca, nel suo schieramento, deve tornare a casa.

E’ un’affermazione forte.

Nella sostanza, il trasformismo dei franchi tiratori ha sempre fatto parte della storia repubblicana e prima ancora di quella di Palazzo Carignano.

Il trasformismo ha una solida base costituzionale nell’art. 67, per il quale ciascun parlamentare rappresenta l’intera nazione senza vincolo di mandato.

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La Repubblica alla prova della sua prima crisi preparlamentare

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
28/02/2013

Altrove (su jusbox.net) si è scritto sin troppo sulla prima crisi preparlamentare di governo della storia repubblicana.

Qui, si vuole sviluppare, sul piano politico e non istituzionale, uno degli aspetti del problema e più precisamente quello che riguarda l’elezione del Presidente del Senato.

Questo adempimento dovrà essere assolto il 15 marzo 2013.

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Arteriosclerotico (per vocazione e scelta)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/01/2013

 

Il brutto dell’arteriosclerosi è che ti colpisce quando non capisci più nulla.

Imbarazzante dire cose che si vogliono dire senza la soddisfazione di capire di averle dette.

Di conseguenza, si può scegliere di diventare arteriosclerotici ben prima che le nostre vene si siano indurite.

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Il miliardario ed il giornalista (Come un medico che dimentica la garza)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/01/2013

Chi scrive, ieri sera, ha messo a letto presto le figliuole, ha attrezzato il desco televisivo, armato di canottiera, mutande di ghinea, bretelle, birra e ms blu.

Come il ragioniere, prima dell’arrivo di Bongo e dello sfratto senza convalida dall’amata alcova.

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La sostanza delle regole (Il big bang di Bersani)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
30/11/2012

La sostanza delle regole è che assomigliano molto ai cocomeri.

E’ poca e si deve essere fortunati per trovarne una che ha sapore.

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Italia bene comune … Le primarie, meno (Altri modi per vincere?)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/11/2012

Triste, no?

Ma anche parecchio…

Se poi si aggiunge che l’Iphone non riesce a superare il firewall dell’informativa privacy.

E che è la prima volta che il consenso sulla privacy serve a penetrare un sito.

Come se aver voglia di votare all’ultimo momento fosse più sconcio che schiantarsi di milf…

21 Sallusti (quasi 22)

3 Comments/ in jusbox / by Gian Luca Conti
14/11/2012

Il Senato della Repubblica ha approvato un emendamento per il quale nel caso in cui la libertà di stampa diffami una persona, il giornalista responsabile del fatto ne risponde penalmente, con una pena dal massimo edittale di un anno, ovvero una pena che è quasi impossibile scontare con la detenzione.

L’emendamento è targato dall’Api di Francesco Rutelli.

La stampa insorge. Ma è davvero costituzionalmente intollerabile una sanzione penale per la diffamazione a mezzo stampa?

La libertà di stampa è nata, nei termini in cui la conosciamo, con la rivoluzione francese. Penna e tribuna erano le armi dei rivoluzionari e le gazzette (possiamo ricordare La bouche de fer, il Sentinel, il Tribuno del popolo di Babef), giornali in cui la cittadinanza si faceva attivo contropotere, raccogliendo il monito di Robespierre: Legislatori patrioti, non calunniate la sfiducia. La sfiducia, checché possiate dirne, è custode dei diritti del popolo. Essa sta al sentimento profondo della libertà come la gelosia sta all’amore.

Legislatori patrioti, non calunniate la sfiducia. La sfiducia, checché possiate dirne, è custode dei diritti del popolo. Essa sta al sentimento profondo della libertà come la gelosia sta all’amore.

Ma erano anche strumenti di proscrizione: le liste dei nemici della patria pubblicate quotidianamente sull’Ami du peuple conducevano non di rado alla ghigliottina.

La penna è strutturalmente nemica del potere, in questo la sua nobilità, ma può anche trasformarsi in uno strumento di oppressione, ricatto, falsità, inganno. L’ortografia della verità non fa sempre parte del patrimonio calligrafico di un giornalista e la silhouette di uno scandalo può uccidere una persona.

Nel linguaggio numerico della Costituzione, il 21 (libertà di manifestazione del pensiero) trova un limite nel 22 (diritto al nome, inteso come reputazione, come diritto ad essere conosciuti per quello che si è e non per quello che una maliziosa capziosità può avere interesse a far apparire).

Per questi motivi, il diritto di cronaca trova tre limiti arcinoti (l’interesse pubblico alla notizia che viene disvelata, la verità intesa come verosimiglianza e quindi come narrazione seriamente verificata, e la continenza, cioè un tono narrativo coerente con la sostanza degli accadimenti resi noti).

Sono limiti di buon senso. Limiti che presidiano la libertà di stampa dagli eccessi rivoluzionari e dire che sanzionarli con la reclusione fino ad un anno sia eccessivo appare più la rivendicazione di un privilegio di casta che l’esercizio di un diritto costituzionale.

Per una volta, fa piacere il metodo bicamerale: l’emendamento approvato al Senato costringe la Camera a riesaminare la questione, magari per inasprire una pena che potrebbe anche essere considerata troppo mite.

Gli occhi a mandorla di Ambrosoli e Albertini

0 Comments/ in jusbox / by Gian Luca Conti
09/11/2012

Ambrosoli ed Albertini hanno annunziato la loro candidatura a governatore della Lombardia.
E’ una notizia con gli occhi a mandorla: dal punto di vista di uno straniero, non è sempre facile ricordare i tratti individualizzanti di un orientale.
Ad un’occhiata distratta sembrano davvero tutti molto simili.
Lo stesso si può dire dei due candidati a governatore.
Vantano una storia politica non troppo diversa e, soprattutto, hanno una identità sociale e culturale che si assomiglia tremendamente.
Il terrore elettorale in una democrazia della deselezione spinge a scegliere candidati quasi identici.
Le elezioni lombarde spaventano entrambi gli schieramenti. L’uno colpito gravemente dalla sindrome di Sesto San Giovanni e l’altro ammalato di formigonite.
Entrambi gli schieramenti possono solo perdere e la loro unica speranza di vincere è che i loro elettori siano più spaventati dal candidato avversario che dal proprio.
In questo contesto, i movimenti politici hanno deciso di condividere il candidato: due persone diversamente eguali.
Cosicché la vittoria del candidato avversario non possa comunque essere la sconfitta del proprio.
Ma una politica con gli occhi a mandorla può essere ancora considerata politica?
Forse no.
Tuttavia se la politica è Formigoni o Penati, forse questo non merita di essere considerato come un problema.

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