Compianto
Non si regalano le ultime parole di un morto
Non si regalano quattro fogli strappati da un quaderno e scritti senza bella copia
Perché è un dono senza gioia e i doni dovrebbero essere sempre sorrisi
Eppure quella ragazza che non ho mai conosciuto,
Quel suicidio che ho sempre sentito raccontare perché ha continuato a morire nelle vite di chi ha dovuto cremare un corpo
e seppellire un rimpianto senza speranza, una condanna passata in giudicato per la distrazione di un avvocato disordinato,
adesso piange anche dentro di me
Vorrei che tutto questo non fosse stato invano
Solo questo scrive, in fondo, oltre alla volontà di donare gli organi e l’assurda richiesta di non provare dolore:
Morire è insopportabile se si è vissuti invano e quando si vive invano si muore ogni giorno
Ogni giorno è il testamento delle parole non dette, dei baci non dati, delle carezze restate sulla tela di quadri che sarebbero stati bellissimi se fossero stati vissuti invece che dipinti
Non si regalano le ultime parole di una ragazza stanca di vivere a diciotto anni o poco più
Ma quando le si donano, chi le riceve può solo scriverle nella propria mente:
la stanchezza desidera l’oblio, stancare chi si ama lo porta a desiderare la morte e l’invano rende la morte ancora più terribile.
Vorrei che tutto questo non fosse stato invano
anche queste parole sono state inutili, povera amica mia: perché quando una vita è inutile, la morte è altrettanto priva di senso e se ci deve essere un Paradiso vorrei che fosse prima di tutto per chi, come te, si è stancato di vivere prima di poter vivere davvero.