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50 sfumature di grigio (Come il piccolo bretone)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
14/07/2014

Lucien_Mazan

Non sono cinquanta le sfumature di grigio che ha visto il piccolo bretone nella sua breve vita.

Sono molte di più.

Ha corso e percorso la Francia, il Belgio e l’Italia.

Piegato sulla sua bicicletta, pesante come un cancello.

Ha bevuto vino e ruttato pioggia.

Riprendendo sempre a pedalare, sinché le gambe non sono diventate di piombo.

Lì dove le Ardenne sono state l’inferno di una generazione.

Si pedala fissando l’asfalto, diceva.

Non si alza la testa.

Non si guarda la vetta.

Si evita lo sgomento del panorama.

Si pedala fissando l’asfalto e aspirandone le sfumature.

Come gli eschimesi la neve o i polinesiani il mare.

Si intuisce dalla terra la forza di ogni singola pedalata.

Non si contano quelle che mancano.

Non si perde coraggio nella consapevolezza dei giorni che devono ancora venire.

Si prende coraggio dal presente di ogni spinta verso il basso e dal futuro del calcagno che torna verso l’alto.

E’ qui il senso di tutta la giornata.

In questa gamba sinistra che scende e in questa coscia destra che sale, mentre gli occhi traguardano il suolo oltre il manubrio e le sue strette corna, senza mai guardare il cielo.

Ma è così anche la vita.

La vita dei poveri abituati alla fatica della terra, al sonno pesante della notte alla dolorosa stanchezza dell’alba.

Ogni giorno, una pedalata che fissa l’asfalto, mai gli occhi al cielo.

Perché anche oggi c’è qualcosa da fare, qualcosa di urgente, qualcosa che se si alzasse gli occhi al panorama non si farebbe, presi dallo sgomento del futuro, dal bisogno del cielo stellato e dei suoi universi.

Finché questi occhi piagati di asfalto, come la cataratta di un pescatore, non sono sordi al pianto di un bambino sotto pelle e lì, in quel momento, diventa inutile continuare a correre.

Perché si corre per quel bambino e se si perde l’istante in cui ha bisogno di noi, meglio lasciarsi cadere, che nulla è peggio del raggiungere il traguardo e rendersi conto che le miglia di asfalto che hanno consumato i nostri occhi hanno anche dimenticato la nostra vita.

Il giorno dopo il giorno della memoria

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
28/01/2014

Auschwitz-children_MEGA

Dolci le mani che accarezzavano quella testa di bambino in una antica foto

Mani di sconosciuta e memoria di madre

Tenacia di foglie all’ultimo inverno nella lana di un passamontagna

Niente di tutto questo chi mi è stato caro ha mai voluto ricordare

Arrossendo di cose oscene ogni volta che altri – non chi gli era familiare – lo induceva a quei mai lontani giorni.

Qui, proprio qui

1 Comment/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/12/2013

Pomeriggio di Sole.

Di Sole invernale.

Di quel Sole che non fa rimpiangere né l’estate né la primavera.

In lontananza, ma vicino, dall’altra parte di un fiume di macchine, una solitaria fortezza, dalle alte mura abbandonate.

Lì, molti anni fa, sono stato.

In un pomeriggio molto simile a questo.

L’aria che frizzava di tabacco e bruciava di freddo, del primo tabacco e del freddo che gli adolescenti non sentono mai.

Un pomeriggio perfetto.

Qui, proprio qui, aveva scritto qualcuno in memoria di un amore inconfessabile.

Qui, proprio qui, sono stato giovane.

Come mai più mi è capitato di sentire, quell’unico giorno in cui non si è né bambini né adulti e si vedono le stelle nel vocabolario di greco.

Virma (Il caldo che non arriva)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
03/07/2013

Multifilter100s-20fIT197

Virma ha tutta l’aria della battona.

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Chi li ha sciolti (Acc, ho scordato il coltello)?

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/09/2011

2011_03_10_19_13_220Disgrazia piuttosto imbarazzante.
Un tipo lega insieme due donne consenzienti in modo che il respiro dell'una dipenda dalla capacità dell'altra di restare in piedi.
Una delle due non riesce a restare in piedi e cade.
Strangola la prima e si fa molto male.
Il tipo viene portato in prigione: omicidio volontario.
Avrebbe volontariamente causato la morte della prima e le lesioni della seconda.
L'accusa viene poi derubricata a omicidio preterintenzionale.
Il tipo avrebbe considerato la morte come una possibile conseguenza delle lesioni che ha volontariamente inflitto.
Probabilmente la sostanza giuridica della questione è diversa: omicidio colposo.
Le due disgraziate hanno affidato la propria vita al tipo confidando nelle sue capacità di esperto in nodi e giochi erotici.
Il tipo ha mancato al proprio compito perché non ha tenuto conto delle precauzioni necessarie nel caso di specie.
Insomma, nulla di diverso da una morte sul lavoro: dove l'imprenditore tradisce la fiducia del proprio dipendente perché non pone in essere le cautele opportune ad evitare il prevedibile incidente.
Tutto questo in termini giuridici.
Sul piano umano, resta – dolorosa – la domanda del genitore: quale solitudine può avere spinto mia figlia a cercare la propria fine in questo modo?
Certe morti uccidono più di altre.

I pensieri scomposti di Bimba Piccola (Quando muorirai …)

14 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/09/2011

IMG_1046Angelico quesito di Bimba Piccola:
Babbo, quando muorirai la tua casa diventa mia, vero?
Risposta del padre:
Si, figliuola, ma l'art. 463 del codice civile prevede che sia escluso dalla successione come indegno chi ha volontariamente ucciso [575 ss. c.p.] o tentato di uccidere [56 c.p.] la persona della cui successione si tratta …
Fine della conversazione.

Riprende (Tempo e tempi)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/08/2011

IMG_1078
Ricomincia a scorrere.
Lento di ticchettante monotonia.
Dopo essere stato, per trenta lunghi giorni, il sentiero del sole nella scia di una vela.

Parole

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/07/2011

IMG_0553Quello che vorrei essere.
E' un pianto mite e soffocato.
Un pianto appena percepito in una pausa del nulla che una volta si poteva chiamare l'altro capo del filo.
Una voglia di piangere che è senso di verità.
Non compassione, verità.
Per un bambino annegato in una spiaggia che amo.
Per gli occhi che lo hanno cercato.
Per le bracciate inutili.
Per quel babbo che conosco e quella mamma che conosco anche meglio.
Per quella vacanza che era la prima in cui non erano più insieme.
Questo pianto soffocato vorrei essere, ma non sono io.
Che il mio pianto quando è esistito non è mai riuscito a non pensare di essere inutile.
Come la parola che indica un genitore i cui figli sono morti.
Non esiste.
Nemmeno il vocabolario riesce a contenere questo dolore.
A non sentirlo come il più innaturale.
Il più impossibile.
Il più inutile da piangere negli altri.
Ma soprattutto l'unico che non deve essere detto.
Perché le lacune nel vocabolario servono a questo.
A suggerire le cose che non si devono dire.
Mai.

Chi li ha sciolti (Lady Pd)?

24 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/07/2011

Screen shot 2011-07-06 at 7.04.38 PM25 anni.
Segretaria del Partito democratico di San Miniato.
Gira un porno amatoriale con mascherina per tirare su qualche soldo.
Viene riconosciuta grazie a Facebook.
Si dimette.
Commenti disparati.
Il Partito democratico, ufficialmente, ne commisera laicamente l'operato, con cattolicissima ipocrisia.
E' libera di fare quel che vuole con il suo corpo, ma non vorremmo che avesse a pentirsi delle proprie scelte.
Come dire Tolerantia lupanarum non abstergit meretricibus turpitudinem.
Ma il vero problema è un altro: può fare causa a Facebook per aver consentito ai suoi programmi di oltrepassare l'anonimato della mascherina?
Sarebbe giusto.
E soprattutto, dove si trova il film?

Killing Night Vision

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/05/2011

Audi_logo_107325_20080717Un colpo di sonno l'ha rapita all'affetto dei propri cari.
Dopo otto anni di vita e 250.000 km di onorato servizio.
Il lamento è quasi inconsolabile.
Bimba Piccola non riconoscerà più le impronte delle proprie scarpe sul sedile del guidatore e a Bimba Impertinente mancherà sempre la chiazza di Gomito sul tettuccio.
La cosa più terribile è la ricerca di un'adeguata sostituzione.
Non sono le macchine che imbarazzano.
Sono i gadget tecnologici.
Su quelli, è quasi impossibile scegliere e, soprattutto, non si può transigere.
Interconnessione avanzata per blackberry: posta, calendario e contatti sullo schermo del navigatore.
Active cruise control: la macchina è dotata di un radar che segue esattamente la vettura che la precede, frenando ed accellerando, ma anche curvando.
Cinture con "pretensionatori pirotecnici" (letteralmente): le cinture di sicurezza hanno un piccolo fuoco di artificio che, in caso di incidente, scoppia, allentando la pressione e festeggiando il capodanno cinese.
Survival Night Vision: riconosce gli esseri viventi dal calore corporeo e, di notte, ne proietta la sagoma sul parabrezza.
Questo, soprattutto, è fantastico.
Ma mica per scansare i pedoni.
Per essere sicuri di centrarli.

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