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Chi li ha sciolti? (Ti ho nel cuore)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/05/2008

TiHoNelCuore
La mattina è un tempo onirico.
Un tempo di stravaganti rigidità.
Un tempo nel quale il professore Stanco che cerca di preparare la lezione può essere distratto.
Da un voyeurismo molto primaverile.
Ma anche imbarazzante.
In fondo, i pantaloni a vita bassa possono essere un mood.

Il nano malefico

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/04/2008

Non e’ possibile non ricordarlo.


I suoi esami erano oscuramente imprevedibili e si interrompevano all’ora dell’aperitivo che lo trascinava via con il suo codazzo – molto romano – di seguaci, postulanti ed idioti vari.


Il suo corso consisteva di sessanta ore di didattica frontale sul valore dei diritti immateriali, che spiegava in un oscuro dialetto calabrese con qualche sprazzo di tedesco che faceva piu’ migrante che begriffjurisprudenz.


Aveva quell’altezza in cui il cuore non si stacca dal culo piu’ di venti centimetri e le merit che fumava sembravano avana.


Si diceva che avesse violentato una studentessa. Non e’ certo. So solo che una tipa diceva di esserci stata e di aver preso un secco 18, non per la preparazione ma per la prestazione.


Non ci ho mai creduto.


Lo ricordo – pero’ – far lezione, in cima ad una pedana imponente. Nano, ciononostante. Ma ginocchioni sui braccioli pareva meno piccino. Ricordo anche che una volta la sedia girevole si volto’ improvvisamente donando a noi che eravamo a non capire nulla una enorme risata liberatoria.


Nemmeno dimentico il 23 con cui liquido’ la mia preparazione spinto da un aperitivo a non perdere troppo tempo dietro ai miei brufoli.


Un insolito concorso me lo ha trascinato innanzi oggi.


Ho salutato con cortesia l’anziano collega e sono rimasto a prendermi la battuta: Vedo che ha fatto carriera. Come dire, in altri settori e’ piu’ facile. Con me non avrebbe fatto nulla di buono.


E siccome ho una voce roca e potente, non ho saputo rinunciare a sovrappormi e narrare: Che piacere trovarla, che piacere ricordare le sue lezioni. Ricorda? [Ricordi, nano gongolante?] Ricorda il giorno in cui cadde dalla cattedra? [Arrossisci, nanetto buffo] Come seppe mantenere la disciplina. Davvero altri tempi, altre tempre….


E sono andato via.


Senza sentirmi orgoglioso.


E’ un vecchio. Spelato ed isterico. Solo un vecchio.

Anche oggi esami – Dialoghi surreali

24 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/01/2008

La prima
Io: Mi dispiace, ma forse è meglio se torna a febbraio
La prima: La prego. Mi faccia un’altra domanda. A febbraio, ho un esame più importante
Io: Mi dispiace, ma anche questo esame è importante.

La seconda
Io: come la prima
La seconda:  La prego, a febbraio, devo andare a sciare con tutta la famiglia
Io: Penso che possa tornare anche a maggio: le nevi dovrebbero essersi sciolte

La terza
Io: come la seconda
La terza: La prego, mi ha chiesto solo le cose che non ho studiato
Io: Ne sono felice: così può preparare anche un altro esame.

Nessun altro ha risposto all’appello.

Little thing Jesus

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/11/2007

E’ Thomasz Stanko. Nella sua musica, il nick che ho scelto.

Habent sua sidera lites

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/10/2007

Ogni controversia segue il suo fato.
Lo scrive Calamandrei nel suo Elogio del giudice scritto da un avvocato e racconta del cortile della pretura di Monsummano, dove gli avvocati si accalcavano con l’orecchio appoggiato al muro della camera di consiglio.
Stupito chiese perché e gli fu risposto che il giudice era solito decidere gettando il tocco contro il muro: se cadeva da una certa parte aveva ragione l’uno se cadeva dall’altra vinceva l’avversario.
Questi avvocati avevano allenato l’udito ed erano perfettamente in grado di capire attraverso il muro chi aveva vinto e chi aveva perso.
Calamandrei concludeva che in questo modo c’era un buon cinquanta per cento di possibilità che chi aveva ragione se la sentisse anche dare e che non è una percentuale da poco.
Non sono mai stato d’accordo.
Per me, chi ha ragione ha diritto di ottenere ragione.
E, da professore che non fa l’avvocato, continuo a provare vergogna quando vedo un torto, quando vedo un giudice che intende il suo mestiere come esercizio di carità e trova la sua soddisfazione nel dare sempre un pò o molto torto a chi ha ragione, che è più difficile, che a dare ragione a chi l’ha son buoni tutti.
Ma si sa, i professori insegnano, volano alti, si occupano di questioni stellari, nulla sanno della polvere dei tribunali.
Per questo, talvolta, ci vado.
Mi siedo da qualche parte, in un angolo, ed ascolto, sussulto, mi  indigno o sorrido.
I ragionamenti giuridici non sono difficili.
Il diritto è materia stupida: nasce dalla idiozia, ma ha bisogno di una straordinaria saggezza per poter diventare giusto.
A me, francamente, hanno sempre spaventato quelli che credono di poter giudicare.
Io non lo crederei mai.
E  non riuscirei a scrivere una sentenza di condanna finché non fossi assolutamente sicuro di non poter scrivere una sentenza di assoluzione.
Oltre ogni ragionevole dubbio.
Quel dubbio che mi distruggerebbe se avessi scelto di fare il giudice invece di insegnare una materia fatta di valori e di principi.

La pioggia del pissero

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/10/2007

Quando piove, mi illudo sempre che bastino un impermeabile aquascutum ed un cappello inglese per non bagnarmi.
Penso che le scarpe a coda di rondine mi tengano asciutto.
E che il ritorto faccia rimbalzare l’acqua.
Poi mi accorgo che i polsini della camicia escono dall’impermeabile che non è fatto per stare su una bicicletta; che le scarpe a coda di rondine non sono state ingrassate a  sufficienza; che il vestito di ritorto resta zuppo per ore.
E mi sento idiota.
Un idiota molto pissero e molto bagnato.

Serate al mattino

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/10/2007

“Sono andato a Pontedera – C’eravamo solo noi
Poi sono andato a Empoli – E’ bellino d’estate, dentro si sta male
Dopo siamo stati al Cuore Matto (chissà dov’è) – Ma anche lì non c’era un cane
Alle quattro del mattino, sono dovuto tornare a casa”
In questi esatti termini, il giovane studente seduto dietro di me, sul treno che ci porta a lezione, verso le 7,40 a.m.
Se fossi come erano i miei professori, non potrei davvero esimermi dallo stimolarlo durante la lezione, in modo da verificare il suo stato di attenzione, da fargli capire che in questo modo probabilmente non può farcela.
Difficile studiare in queste condizioni.
Ma non lo sono.
Non penso di dovermi occupare della sua vita e delle sue scelte.
Esattamente nella stessa misura in cui mi rifiuto di fare la morale agli studenti che non superano il mio esame.
Semplicemente non mi stupirò dei suoi occhi ben lessati mentre parlo.
E farò in modo di sorridergli mentre scendiamo dal treno.

Prof. Stanco

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/09/2007

Mi permetto di chiarire le ragioni per cui ho scelto questo nick.
Non perché sono stanco.
Nè fisicamente, né spiritualmente.
Ma solo perché Thomasz Stànko è uno dei miei jazzisti preferiti.
E lo stavo ascoltando quando ho deciso di mettere mano a questo blog.
Puramente e semplicemente.

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