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Tag Archive for: prostata

Stultus clarissimus

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
27/06/2023

Il bello dell’avvocato – e Daumier li ha saputi disegnare come Michelangelo gli angeli – è che sa sempre perfettamente quello che dice.

Non perché lo sa. Ma perché è perfetto nel mostrarsi come se comprendesse il problema del suo cliente assai meglio di quanto Virgilio conoscesse l’inferno.

E quando non lo sa, l’avvocato preclaro scatta con il latinorum, con abbondanza di casi e gerundi affatto casuali. In fondo, Cicerone non faceva il ragioniere.

Ma ci sono dei casi eccezionali.

Così lo stultus clarissimus, colpito al ventre in un’operazione straordinaria dall’esercizio del diritto di recesso da parte del socio di minoranza che ha pretermesso, dopo lunga interdizione di pensiero, si avvede che al termine di quell’operazione la Società, sua cliente, avrebbe deliberato la liquidazione e re melius perpensa arriva alla esatta conclusione che la liquidazione paralizza il recesso.

Non capire dove si è va bene.

Guidare gli altri senza saperlo, un pochino meno.

Dirlo a voce alta, per di più in latino, decisamente meno.

Tre modi di non pagare il biglietto

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/06/2023

Ci sono diversi modi di non fare il biglietto.

Il primo, classico, è di andare dal controllore, che adesso si chiama capotreno, senza che sia facile comprendere la ragione di questa metamorfosi funzionale, dirgli che non si è riusciti a fare il biglietto e pagare il supplemento (5Euro) previsto per chi fa il biglietto a bordo. Il secondo, assai più semplice, è fare il biglietto di un altro treno sulla stessa linea usando il proprio telefono e dire al capotreno che si è preso il treno all’ultimo momento e perciò si è fatto il biglietto del treno successivo. Il terzo è, semplicemente, non fare il biglietto sperando che il capotreno non svolga le funzioni di controllore cui è stato condannato dalla crudeltà dei tempi e subire con lieta mitezza la sanzione prevista per questa ipotesi: 50Euro.

Nessuno di questi sistemi vale più dell’altro.

Ma quello che veramente disturba è il ragazzotto che non fa il biglietto perché spera di non essere fermato – di solito così è – e si sperticola in scuse e richieste di perdono finché non riceve il trattamento da 5Euro invece di quello da 50.

Ho una grande comprensione per il controllore.

Meno per il ragazzotto e per chi lo ha educato. Trovo non irragionevole il calcolo delle probabilità sulla sanzione nell’affermazione della validità della norma. Cinico ma non irragionevole. Mentre il teatro della compassione è diverso: significa che la propria capacità di generare empatica pietà diventa la ragione per cui si è superiori al valore della norma perché ci consente di evitare la sanzione.

Ma colui che si erge al di sopra del diritto non era il superuomo di Nietzsche? E se è così, come in effetti è, si ha che l’essenza del superuomo è l’antitesi del superuomo, il che, considerando i risultati storici di quella filosofia, tutto sommato non dispiace neppure.

 

Meglio ballare in un capannone abbandonato o tirare i sassi in autostrada?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/01/2023

Ieri, che era l’8 gennaio 2022, due opposti gruppi di tifosi della Roma e del Napoli si sono scontrati lungo l’autostrada A1 bloccando il traffico fino a che la polizia non è riuscita a riportare la pace.

La notizia ha – giustamente – fatto scalpore. Desta una certa impressione sapere che ci sono dei tifosi di una squadra che si fermano in un’area di servizio, rompono le barriere che la separano dall’autostrada, vi fanno irruzione mentre passano i pulmini dell’altra squadra e li accolgono con una sassaiola. Egualmente stupisce non poco immaginare i pulmini assaltati che si fermano facendo scendere i propri viaggiatori che si scatenano in una rissa direttamente sul sedime stradale che unisce l’Italia, che è il simbolo del dopoguerra e del tentativo di unire il nord al sud.

Non è solo cronaca anche perché il tifo organizzato non sembra solo criminalità da misure di polizia come i DASPO: assomiglia sempre di più alla criminalità organizzata con cui sembra avere non poche contiguità.

Ma quello che davvero fa pensare è il silenzio del Governo, quello stesso Governo che ha reagito a tutela della proprietà privata contro le invasioni musicali dei rave con un decreto legge sulla cui conversione ha posto la fiducia, adesso, tace.

Non si dedica a una norma sul genere art. 434 ter, c.p., che punisca oltre a chi invade arbitrariamente terreni che non gli appartengono per organizzarvi raduni musicali anche chi lo fa altrettanto arbitrariamente per scatenarsi contro la tifoseria avversaria.

No. Tace.

Ed è triste pensare che fra gli elettori di destra ci sono più tifosi che appassionati di musica techno.

Ma chi fa più paura: uno che tira i sassi sulle macchine che passano in autostrada o uno che si sfonda le orecchie in un capannone abbandonato?

P.s.

In foto, muro di casse che è una foto (ma soprattutto un libro) di Vanni Santoni.

Nel mio tempo che non è più il tuo e non lo è mai stato (l’Orfeo del Joyce)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/12/2022

Euridice è morta, morta per sempre, morta per un giorno, morta come chi non è mai nato

Euridice vive del mito e il suo mito è il fumo sapido di birra scura irlandese di Joyce

Joyce ha creato Orfeo mostrandogli Euridice

Lo ha creato perché prima di Euridice Orfeo non esisteva, non aveva parole, non sapeva neppure leggere

Orfeo è nato innamorandosi di Euridice, scoprendo dentro i suoi occhi le parole che non sapeva di conoscere

E’ stato felice Orfeo delle parole che Joyce, una pinta dietro l’altra, distillava da Euridice

Ferite che aprivano l’anima di Orfeo

Ma Joyce è fallimento di spiriti, insaziabile più di un vampiro dei fumetti, fallimento che uccide

Euridice è morta per caso, uccisa da un serpente mentre fuggiva da un pastore avido di piacere?

Euridice è morta davvero mentre si lasciava trafiggere dal serpente di un pastore avido di piacere?

Orfeo non lo sa

Sa che Euridice è morta ogni volta che si è lasciata trafiggere da serpenti avidi di piacere, è morta per lui

Lui che aveva creduto a Joyce, a chi lo aveva plasmato con parole di pinta facendogli credere di avere trovato parole dell’anima

Non aveva trovato niente e ha guardato la morte di Euridice, disperato, senza più speranze

L’ha guardata morta, illudendosi che fosse morta, scendendo nell’Ade per chiedere la restituzione della sua vita, perduta senza nessuna colpa, come se esistesse chi è responsabile del proprio suicidio

Ma Euridice era viva, perfettamente viva, lo sapeva bene chi aveva imparato a trafiggerla: Euridice non esiste per te, esiste per sé, esiste solo nel suo tempo e tu esisti nel tempo che Euridice ti dona, non guardare Euridice nel tempo che non ti appartiene, non guardarla perché muore, bevi il tempo che Euridice ti dona, non altro, accontentati e lei sarà felice e tu sarai felice

Il segreto del pastore avido di piacere, il segreto del serpente sazio: non c’è bisogno di vecchiaia per la saggezza

Joyce, il fallito dio dell’Ade, ha accolto Orfeo in mezzo alle rovine di vite decomposte, in mezzo alla sozzeria che resta quando il corpo smette di cagare, lo ha guardato con malvagia ironia, con la crudele pietà della pigrizia e gli ha restituito Euridice avvertendolo di non guardarla, di suonare le parole che lei gli aveva donato ma di non guardarla perché sarebbe morta di nuovo

Orfeo non ha capito: Euridice può vivere solo se non la guardi nel suo tempo perché il suo tempo non è il tuo tempo perché nel suo tempo che non è il tuo tempo Euridice beve il serpente dei pastori avidi di piacere e nessun Orfeo può sostenere quella vista senza morire

Così Euridice è morta, per sempre, per un giorno, come non fosse nata

Ma non per la rabbia di vederla assetata di pastori, che sarebbe banale e Joyce non è banale, ma perché Orfeo sa che la sua lira non merita di diventare un pastore avido di piacere, non merita di vivere della sfrenata consapevolezza dell’orgia dei serpenti perché accontentarsi del proprio tempo non è solo seguire Euridice nel suo tempo è soprattutto accettare ciò che Euridice è ed Euridice è fame di pastori, pastori avidi di piacere, sazi del proprio tempo e chi è affamato di ciò che è sazio non ha fame della propria fame

Così l’unico che muore, alla fine, è Orfeo, si lascia morire cantando, affamato della propria fame, mentre Euridice danza il ballo della sazietà.

 

La violenza delle carampane

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/11/2022

Triste convegno sulla violenza di genere al tempo della pandemia.

Un tema davvero tremendo: persone costrette alla vita in comune che si trovano a dover subire l’aggressione da parte di chi dovrebbe essere loro di mutuo sostegno.

Ma più terribili ancora le partecipanti.

Parecchie di un’età nella quale i tampax sono ricordi quasi cancellati dal progressivo indurimento delle arterie.

Un’età nella quale i discorsi sulla violenza di genere hanno il sapore delle madeleine.

Cronache dal Feccia Nera (Saggezza di ghostbuster)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/10/2022


Trenitalia ci ha abituati a questo signori che abitano i treni dei pendolari rendendoli più vivibili.

Ci ha insegnato l’importanza del loro lavoro e la dignità con cui viene svolto.  Non ci ha però abituati ai loro insegnamenti e alla loro saggezza.

Ragazza, un po’ sguaiata, stretta nelle sue aderenze più adatte a un palombaro che a un sub:

-> Mi vorrei trasferire da Scienze della comunicazione a Lingue e letterature straniere… Mi sono appena iscritta e penso che non faccia per me… Ho bisogno di dare un perché al mio bisogno di esperienze…

Il Ghostbuster, come se fosse nel più gelido dei manieri scozzesi:

-> Deh, una intellettuale…

La saggezza si apprende più dai cessi che dalla pigrizia. Mi sovviene da pensare. Ma sono un vecchio.

Tristi addii (L’Università e i gabinetti intersessuali)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
20/07/2022

L’ultima novità gay friendly della comunità universitaria pisana sono i gabinetti intersessuali.

E’ finita l’epoca dei gabinetti separati per maschi e femmine: adesso i gabinetti sono unici per entrambi. Ci si incontra per lavarsi le mani, ci si saluta per fare i bisogni.

Può essere giusto: perché costringere chi non si sente né uomo né donna a dichiarare le proprie preferenze sessuali per fare quanto non ha – solitamente – niente a che fare con la sessualità: pipì e popò non hanno sesso sembrano dire questi interessanti cartelli.

E’ però la fine di un’epoca.

La fine delle toilette femminili, luoghi di cortesi e perfide conversazioni in cui il ritocco del trucco era un momento di socialità intensa ed esclusivamente unisessuale.

La fine dei vespasiani, luoghi di terrificanti paragoni, in cui il “vero” maschio salutava il vicino altrettanto maschio ma meno “vero” di lui, solo per ostentare, dalla giusta distanza, la propria esuberanza.

Dispiace, ma si deve sopravvivere perché se Vespasiano disse, alzandosi dal letto, prima di abbandonare questo mondo, che un imperatore deve  morire in piedi, per quali ragioni si deve far pipì seduti?

Dispiace anche perché i gabinetti intersessuali lasciano immaginare il sorgere di una delle liti più frequenti in una qualsiasi casa abitata da maschi e da femmine: tu non alzi la tavoletta quando fai la pipì.

E, questo, non lo fanno solo i maschi alpha, lo fanno tutti i maschi, anche quelli a cui non piacciono le femmine e che, magari, si travestono da donna.

Grillo e Conte il giorno prima dell’esame (Incollato alla colite)

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19/07/2022

La crisi di Governo impegna lo sguardo verso il Movimento 5 Stelle.

Uno sguardo di irrequieti aruspici, non di quieti osservatori della vita politica.

Non vi è molta logica nel loro comportamento, non ha molto senso a pochi mesi dalla fine del Legislatura, ma nell’immediato ridosso della sessione di bilancio, minacciare una crisi di Governo.

Non ha molto senso riunirsi per un percorso partecipato in cui scegliere una linea politica collettiva e restarci per oltre quattro giorni, quando il problema è dimostrare di essere patiscenti affidabili di un accordo di maggioranza.

Eppure il Movimento 5 Stelle è essenziale a questo accordo di maggioranza perché Draghi si rende perfettamente conto che una coalizione PD – Insieme per il Futuro – Calienda – Renzi, Lega e Forza Italia rischierebbe di essere sbilanciata sui capricci di Salvini e non intende cadere nella trappola del Conte I.

In questa situazione, l’osservatore che cerca di comprendere l’evoluzione della crisi è costretto a rivolgersi a segni quasi intangibili, memoria del raffreddore di Breznev.

L’elevato ha cambiato l’immagine del profilo di whatsapp: ha messo un vasetto di coccoina.

L’avvocato del popolo ha passato una notte all’ospedale, fra sabato e domenica, per una intossicazione alimentare.

A chi si rivolge Grillo con l’immagine della colla?

La versione politicamente corretta è ai parlamentari del Movimento, che sarebbero troppo attaccati alla poltrona, una versione molto comoda per giustificare la furia demolitrice di Conte, che ha poco a che vedere con il termovalorizzatore di Roma e parecchio con la scissione di Insieme per il Futuro.

Forse è più facile immaginare che l’incollato sia Conte e che sia lui a dover cominciare a pensare che la sua presenza non sia più indispensabile e neppure troppo gradita.

L’intossicazione alimentare del poveretto ricorda troppo il mal di pancia che prende durante gli esami quando si subisce la domanda che mai avremmo desiderato perché non lo abbia capito lui per primo.

E immaginare una pochette incollata alla propria colite non è una bellissima immagine.

Il caldo fa male

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/07/2022

Mattina, intorno delle otto, piazza della Repubblica, assoluto centro di Firenze.

Professore di mezz’età in bicicletta con giacca e cappello incrocia signora di mezz’età con gonna in bici con cestino.

Lei viene da sinistra, lui viene da destra.

Lui non dà la precedenza: non veniva da sinistra.

La signora inveisce. A lungo. In termini che immagina spiritosi e da signora. Pensa, evidentemente, che il codice della strada dovesse essere scritto da Giovanni Dalla Casa.

Lui, che finge di non essersi accorto di niente – è bravissimo in questo – pensa di avere torto: se non avesse torto, una signora non lo potrebbe sgridare. Perfino una signora come quella.

Ma non ha torto. Veniva da destra. E il galateo non ha niente a che vedere con le regole sulla circolazione.

Generalizza, allora, il suo pensiero: il suo problema è pensare di avere sempre torto con le donne. Le donne lo fanno sentire in colpa, solo alzando la voce.

Anche questa è parità di genere. Ma non basta una legge o una revisione costituzionale a risolverla.

Avventurose arringhe (Il rolex)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/07/2022

La storia è molto semplice: un tipo dorme in un albergo di lusso, doppia uso singola o qualcosa del genere, si sveglia, va a fare colazione: l’ingombrante orologio da polso lo ingombra e lo appoggia sul tavolo per leggere il giornale con maggior agio, viene colto da un bisogno che non tollera dilazioni, si precipita in bagno, ritorna al tavolo e non trova più l’orologio da polso, presenta la denuncia, vengono perquisiti tutti i dipendenti ma l’orologio non viene rintracciato.

Banale cronaca nera di piccolo e tristo cabotaggio.

Ma la storia potrebbe essere ancora più semplice: un tipo dorme in un albergo di lusso, doppia uso singola ma non troppo singola perché si accompagna a un qualche genere di partner, dopo aver soddisfatto quanto sperato per la serata, si addormenta lasciando l’orologio sul comodino, quando si sveglia non trova né l’orologio né il partner.

Quale più verosimile?

E quale può avere pensato la moglie del tipo quando ha letto la prima versione della storia sul giornale?

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