Qualcosa di vecchio e di inquietante
Vi è qualcosa di vecchio e di inquietante nei picchetti organizzati dal Comitato 9 dicembre e in qualche misura appoggiati dal Movimento 5 stelle.
Ma anche qualcosa di nuovo e di indisponente.
Vi è qualcosa di vecchio e di inquietante nei picchetti organizzati dal Comitato 9 dicembre e in qualche misura appoggiati dal Movimento 5 stelle.
Ma anche qualcosa di nuovo e di indisponente.
La mia generazione, che è la stessa di Letta e Alfano, circostanza non gratificante, è cresciuta dapprima nel ritornello del Moriremo democristiani e, successivamente, nella orrenda consapevolezza che morire democristiani sarebbe stato molto meglio di quello che abbiamo avuto modo di vivere.
Nella metà degli anni ottanta, avere diciotto anni ed essere democristiani era davvero triste: si poteva essere comunisti e indossare le ultime pecore verdi o fascisti e mettere i camperos, ma non democristiani, che era un po’ come i cani delle vecchie signore che girano con il cappotto e si nascondono quando incontrano un altro cane ai giardinetti.
Letta e Alfano, però, in quegli anni erano democristiani. Come Pistelli o, prima di loro ma con lo stessa aria di cane col cappotto, Casini. Read more →
Sta lì.
Seduto, buono buono.
Il vestitino pissero e spiegazzato nello stesso tempo, la faccia di chi quando parla dice cose importanti e per questo sta zitto.
La questione è politica era il modo di dire di un sindaco della piana, quando essere sindaci della piana significava esprimere lo spirito del popolo non molto diversamente da Stalin o San Sebastiano.
Lo usava spesso questo modo di dire, per spiegare ad esempio come mai la realizzazione di una Coop era da considerarsi come un’opera di urbanizzazione primaria, mentre l’edificazione di un’Esselunga doveva essere classificata come intervento direzionale, ovvero perché era stato assunto un sordomuto come centralinista.
E lo usava – sempre – per chiudere definitivamente il discorso: Compagni, la questione è politica e il discorso è chiuso.
La notizia appare consolidata.
Renzi ha ottenuto il 46.7% delle preferenze mentre l’ultimo segretario della FGCI il 38.4%.
Votavano gli iscritti.
Filano lisce due osservazioni. Read more →
Il ministro Cancellieri è sicuramente una persona per bene.
Lo ha dimostrato servendo lealmente il paese in situazioni piuttosto complicate. Non solo nel governo Monti, ma anche da commissario del Governo a Parma e a Bologna.
Ha una bella calligrafia, chiara, tonda, una calligrafia da maestra. Read more →
Il movimento 5 stelle apre a un governo tecnico.
In questi termini, la capogruppo nella dichiarazione di voto al Senato.
Propone: Zagrebelsky, Rodotà, Settis ma si dichiara disposta a valutare anche nomi.
Lo fa con voce rotta, emozionata, come di chi non è abituato a parlare in pubblico.
Di fatto, però, lo fa.
Ed è una novità nello scenario politico: la crisi del governo Letta potrebbe avviare l’ipotesi di un governo tecnicamente politico.
O, più precisamente, politicamente controdemocratico.
Dopo, Scavone, con involontaria autoironia, osserva che nel 1978 le grandi coalizioni si chiamavano – non senza angoscia – solidarietà nazionale.
La parola più pronunciata è vulnus. Sapranno cosa vuol dire?
Bondi ricorda il compromesso storico: per Letta, partecipazione significa estromettere il leader dei moderati italiani dalla vita politica ed è il mondo della cultura che pone il problema della sopravvivenza del governo come una questione di equilibrio fra i poteri dello Stato e di politicizzazione della magistratura.
Se come poeta è discutibile, come comico sta migrando nel vernacolare.
GAL (MPA e Grande Sud) voltano gabbana alle 1245 citando Tommaso Moro, un santo per attenuare il proprio tormento e la grande tristezza che li attaglierebbe…
Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi, pare essere l’unico commento.
Invece la domanda è se questi novelli scilipoti potranno sanare la spaccatura del PdL.
Bitongi (Lega Nord), sul matrimonio omosessuale: la famiglia dell’art. 29, Cost., quella vera è quella di Barilla (dove c’è famiglia, c’è la pasta asciutta), non quella fra persone dello stesso genere.
Forse Barilla dovrebbe cambiare pubblicità e potrebbe essere di successo: gli spaghetti piacciono anche alla lobby omosessuale.
Mattino, non molto presto le otto e trenta.
Per la prima volta, entro nel bar delle mamme che hanno appena lasciato i bimbi a scuola.
Stravaccate fra tavolini e divanetti sembrano la pubblicità del reduce napoleonico. Dopo Waterloo, non Jena.
Tutte, indistintamente, si lamentano di una stanchezza che non possono non ostentare: la fatica del letto e della noia di vivere.
Tutte, indistintamente, si sono appena alzate e stanno per tornare a letto, senza troppo da fare fino all’ora di recuperare i figli da scuola, attività che intendono più o meno come se la scuola fosse in Vietnam e i figli fossero berretti verdi appena paracadutati nella giungla.
Su di un treno affollato, sul solito treno affollato che porta altrove e i cui vagoni puzzano di seconda classe e umanità immiserita, un disgraziato dalle scarpe antinfortunistiche sformate e lavate di polvere, la camicia disegnata di sudore e i pantaloni che non hanno mai avuto un tempo migliore, si lamenta di un anno in cui l’unico contratto che gli è stato concesso era per due giorni da manovale.
Chi non produce ruba agli altri e soprattutto a chi non ha un lavoro.
Potrebbe essere un programma politico, il programma politico del MACP (Movimento per l’Abolizione delle Casalinghe e dei Pensionati).
Mica si può sempre essere politicamente corretti nella vita…
In questi giorni, si fa un gran parlare di una profonda revisione costituzionale, negli spazi lasciati liberi dalle dichiarazioni di Rodotà sul terrorismo, le discussioni interne al PD sulle regole di ingaggio congressuali, la storia giudiziaria del miliardario ridens.
Tutto questo non impedisce il sorgere di una domanda: è davvero necessario cambiare la Costituzione?
Ci sono molte ragioni per dire di si e qualcuna per opporsi.
La principale, per chi scrive, non è una ragione, è una metafora.
Chi scrive ha la passione della bicicletta e un ombelico piuttosto importante.
Di conseguenza, succede che, in salita, ma anche in discesa e perfino in pianura, degli attempati ultrasettentenni lo superino come nulla fosse.
La prima reazione di chi scrive è: Ora cambio bicicletta, compro il cambio super record elettronico, le ruote di titanio elasticizzato, la curva di carbonio ultrega e non mi vede più nessuno…
E’ una reazione stupida: gli anziani che lo superano montano biciclette altrettanto attempate.
Il punto è che loro non hanno l’ombelico che pigia sul manubrio: ci tengono le mani e quando c’è da pedalare scattano un rapporto e si alzano ancora in piedi.
Come dire, la bicicletta nuova si compra quando si è dimagriti. Non per dimagrire.
Forse, il discorso sulla revisione costituzionale, con tutti gli abbellimenti necessari, potrebbe non essere molto diverso…
Oggi, il Senato voterà la fiducia al governo Letta.
L’unica opposizione è il movimento 5 stelle e Sinistra Ecologia e Libertà.
La questione sul tavolo, però, è diversa.
La diciassettesima legislatura non è riuscita a produrre un governo prima di eleggere un nuovo Capo dello Stato.
Non ci è riuscita perché lo stallo non aveva rimedio nel potere di scioglimento anticipato delle Camere.
Ci riesce adesso che il “nuovo” Capo dello Stato è stato eletto, con il sapore di un monarca eletto a vita.
Ci riesce perché il “nuovo” Capo dello Stato ha avvertito che se non ci riuscisse, le Camere saranno sciolte senza indugio.
Ma un Governo può nascere sulla base del potere di scioglimento anticipato? Senza altro programma politico che l’evitare nuove elezioni?
Non è un Governo, ma un fantasma.