Tre maiali non fanno un prosciutto
Il motto bersanese è diverso, si sa.
Suona più o meno come da un maiale non si fanno tre prosciutti.
Ma, forse, questa traslitterazione disegna meglio quello che sta accadendo.
Il motto bersanese è diverso, si sa.
Suona più o meno come da un maiale non si fanno tre prosciutti.
Ma, forse, questa traslitterazione disegna meglio quello che sta accadendo.
Bersani ha invitato Renzi a partecipare allo squadrone che va organizzando per partecipare alle elezioni.
Ricorda Ostrogorsky e la sua storia dell’impero bizantino.
Quando i barbari premevano sulle mura di Costantinopoli, gli ieratici e stanchi imperatori li invitavano ad entrare e li caricavano di doni.Maometto II non ci cascò. Matteo?
I racconti di questi germani sono pieni di meraviglia per le ricchezze che venivano loro offerte, una stupida meraviglia che spesso li induceva ad abbandonare l’intento predatorio e, talvolta, a restare in quelle comodità sospese sulla fine del mondo.
Maometto II non ci cascò.
Matteo?
Bersani ha [trionfato] alle primarie.
In questo senso, gran parte dei commenti di ieri sera ed oggi, che lo incoronano come un imperatore eletto dal popolo.
Ma non è così, e lo dicono i numeri.
La sostanza delle regole è che assomigliano molto ai cocomeri.
E’ poca e si deve essere fortunati per trovarne una che ha sapore.
Ma io non sono simpatico come Rino Gaetano.
Se ti appare davanti per confidare le sue pene d’amore di adolescente maturo, e gli dici di alzare la voce perché hai un’otite, ti invita ad usare il collirio.
È di molti quest’ascoltare ignorando e pretendere la stessa disperata e ostinata attenzione di un pianoforte sotto le dita di Monk.
Quello che colpisce di primo acchito nel dibattito di ieri non sono stati gli attacchi di Renzi o le risposte di Bersani, in una guerra Ermanno Scervino / Lebole, dominata dai nodi delle cravatte – l’uno da prima comunione, l’altro da agente di commercio -, bensì i silenzi del segretario e i suoi sottovoce.
Restano pochi giorni per decidere il futuro del paese.
Non un futuro qualsiasi. Il futuro, in questo momento, significa scegliere diversi modi di intendere la politica nel suo essere materiale attuazione del disegno costituzionale. Da una parte, il futuro numerico della Costituzione evidente nel democracy crunch di Mario Monti. Dall’altra parte, la dialettica della coalizione di centrosinistra, stretta fra un Bersani che non potrebbe non finire nell’apologo montiano della Repubblica ed un Renzi che forse potrebbe anche essere una cosa diversa.
La commedia delle primarie della coalizione di centro sinistra si è arricchita di un passaggio ulteriore.
Prima si sapeva che non si poteva votare al ballottaggio se non si era votato al primo turno.
Adesso, viene detto che è possibile votare al secondo turno anche se non si è votato al primo, ma solo se si hanno delle giustificazioni considerate valide da un’apposita commissione.
Le primarie hanno esaurito i loro risultati. C’è circa l’otto per cento fra Bersani e Renzi, mentre Tabacci, Vendola e la Puppato si spartiscono, in misura molto diversa fra di loro, il venti per cento dei voti residui.
Eppure quello che fa pensare non è questo.
Ma anche parecchio…
Se poi si aggiunge che l’Iphone non riesce a superare il firewall dell’informativa privacy.
E che è la prima volta che il consenso sulla privacy serve a penetrare un sito.
Come se aver voglia di votare all’ultimo momento fosse più sconcio che schiantarsi di milf…