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Tag Archive for: università

E’ finita

0 Comments/ in jusbox / by Gian Luca Conti
21/11/2012

E’ finita, alle 1800 del 20 novembre.
Portatori sani o sopravvissuti?
O più semplicemente membri di tribù afghane perse nel grande gioco?

Il tempo è galantuomo

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2011

giudiceI giornali non sono galantuomini.
I professori di diritto costituzionale, meno.
Dal giornale di oggi, si apprende che un professore di diritto costituzionale in servizio presso una certa facoltà, appena andato in pensione è stato soggetto ad una perquisizione e che è indagato per aver interferito con il regolare svolgimento delle prove concorsuali.
Tanto valeva scriverne nome e cognome: c'è un solo professore di diritto costituzionale in servizio presso quella facoltà che è appena andato in pensione.
Un tipo strano.
Che non scriveva molto.
Che faceva parte di una commissione di concorso a cui anche chi scrive partecipava.
Come d'uso chi scrive, si presentò al Commissario per consegnargli le proprie pubblicazioni.
Che il Commissario appoggiò su un angolo della scrivania insieme a molti altri fogli.
Diciamo il genere di angolo che somiglia da vicino ad un'anticamera del cestino.
Chi scrive sorrise.
Sorrise ancor di più quando venne salutato con cortesia accompagnata dalla frase:
–> Non si preoccupi, lei è giovane ed il tempo è galantuomo …
Ma non quanto ha sorriso oggi leggendo il giornale.

Oggi, tesi (Il professore di costituzionale e l’economia aziendale)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/11/2010

laureaLe tesi sono una rottura di scatole.
Lo sono nella tua materia.
Ancora di più nelle materie degli altri.
Difficile sopravvivere al torpore.
Difficile essere sottratti al calore della sciarpa in un dì di termosifoni guasti.
Ci riesce un tipo che si laurea in una qualche materia aziendalistica.
Titolo della dissertazione: L'applicazione del modello Toyota alla Centrale del Latte …
Il modello Toyota si chiama just in time e significa che le autovetture vengono prodotte solo su ordinazione e che il fabbricante evita i costi di magazzino.
Lo stesso modello sarebbe applicato in termini mirabolanti da questa Centrale del Latte che produce latte fresco.
Ma, domanda idiota di un professore di diritto costituzionale, cosa c'è di strano?
Un magazzino di latte fresco è una contraddizione in termini.
Nella riforma Gelmini dovrebbe essere aggiunto un capitolo del genere: Le tesi non possono essere idiote.
E anche questo meriterebbe una protesta spettacolare.
Magari senza Bersani.
Sul tetto della Sapienza sarebbe più di scena GiuliAnone.

Baroni e Vicere (La Gelmini contro gli studenti e Bersani sul tetto)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/11/2010

lavagnaChi scrive ha una certa esperienza di vita accademica.
Ed anche una discreta frequentazione con il potere accademico.
Quel potere che la ministra Gelmini intende abbattere e che dice essere difeso da una protesta strumentalizzata dal ceto baronale.
Può darsi che abbia ragione.
Nel senso che la sua riforma sposta il potere del reclutamento dai Baroni dei settori scientifico – disciplinari ai Vicere delle università.
I due appartengono a due insiemi completamente diversi.
Il Barone di settore scientifico disciplinare è un professore che frequenta i colleghi del suo stesso raggruppamento e che è da loro stimato, vuoi per la preparazione scientifica, o – più probabilmente – per le capacità di magheggio accademico_concorsuale.
Il Vicere di Università è uno che sta tutto il giorno in facoltà, che frequenta i colleghi della sua università e che ha una buona stampa politica locale.
Insomma, il primo è un brigante di settore ma con rinomanza nazionale, il secondo è un manigoldo generalista di rilievo locale.
Difficilmente le due figure coincidono perché sono espressione di attitudini completamente diverse: il primo legge Sole 24 ore e Corsera, il secondo Gazzetta e Tirreno.
La storia del reclutamento dei professori di prima e seconda fascia è questa:
– meccanismo tradizionale: le singole università indicano i posti vacanti, il ministero bandisce un concorso unico nazionale per tutti i posti vacanti, i commissari di concorso sono eletti dall'intero settore scientifico disciplinare, le singole università chiamano gli idonei che sono esattamente lo stesso numero (non di più, questo è il punto) dei posti vacanti, sicché le università sono costrette a chiamare coloro che sono stati considerati idonei dal settore scientifico disciplinare di riferimento e quindi dai Baroni;
– meccanismo Berlinguer: le singole università organizzano concorsi locali, le commissioni sono composte di 5 membri, 4 eletti dal settore scientifico disciplinare, 1 nominato dall'università che bandisce il concorso. In questi concorsi, si organizzano le elezioni in maniera tale che le commissioni siano ritagliate sui candidati che devono vincere e vincono due candidati, uno interno che viene chiamato dall'università che ha bandito il posto ed uno esterno che deve essere chiamato entro due anni da un'altra università;
– meccanismo Gelmini: un unico concorso nazionale, cui può partecipare chiunque e che dichiara l'idoneità. Le università che hanno posti vacanti scelgono un idoneo qualsiasi fra quelli dichiarati tali dal concorso nazionale.
Tutto questo che cosa significa?
Che il sistema tradizionale funzionava a favore dei Baroni, che governavano il settore scientifico disciplinare ed imponevano alle università i loro candidati, mentre il sistema Berlinguer imponeva ai Baroni dei settori scientifici di confrontarsi con i Vicere delle università perché gli uni avevano bisogno degli altri per avere il concorso locale, mentre gli altri avevano bisogno dei primi per organizzare le elezioni della commissione.
Al contrario il meccanismo Gelmini svuota i Baroni di ogni potere (una idoneità che non è a numero chiuso non si negherà a nessuno e non sarà certo un certificato di eccellenza scientifica), e aumenta a dismisura il potere dei Vicere locali che decideranno con una sovranità assoluta chi deve essere chiamato.
Ma fra Baroni e Vicere chi è meglio?
La non scarsa esperienza accademica di chi scrive davvero non saprebbe chi scegliere: per un eterosessuale la scelta fra prenderlo nel culo o in bocca è davvero complicata.

Corvi a Pisa

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/10/2010

Pisa-Palazzo_alla_Giornata-facciataL'Università di Pisa è squassata dalla tornata elettorale per diventare rettore.
Ci sono due candidati in corsa.
Da una parte, il prof. Paolo Miccoli che rappresenta medicina e chi sa quello che si deve sapere sa che non si diventa rettori senza l'appoggio di medicina.
Dall'altra parte, il prof. Massimo Augello che rappresenta una cordata eterodossa che aveva già tentato la scalata quattro anni fa, quando era capitanata dal prof. Emilio Vitale, il quale, purtroppo, ha avuto un terribile incidente e da oltre due anni è in coma.
I toni della campagna elettorale sono accesi.
Uno dei candidati alla carica, la prof. Nicoletta De Francesco, già prorettore alla didattica e che rappresenta ingegneria, ha rinunciato a confermare la propria candidatura per la seconda tornata di votazioni appoggiando esplicitamente il prof. Augello.
I due hanno scritto assieme una lettera in cui affermano di credere in dei valori comuni e si impegnano a collaborare nel caso di vittoria: l'uno come rettore e l'altro come prorettore vicario.
La lettera ha scatenato un certo numero di dissensi: si è sostenuto che non è di buon gusto perché la De Francesco ed Augello avrebbero trattato gli elettori della De Francesco come pedine da spostare dopo avere organizzato una sostanziale campagna civetta.
Machiavellismi di politicanti.
Ettore Bergamini, che è un decano di medicina, li ha scoperti con ironia.
Dice che i due si sono uniti perché hanno scoperto di credere negli stessi valori ("il potenziamento  della ricerca, dell'interdisciplinarietà, del trasferimento tecnologico, della semplificazione amministrativa e della pubblicità degli atti; basato su valori di trasparenza, apertura al dialogo, progettualità,  valorizzazione della qualità e del merito, riconoscimento delle attività effettivamente svolte; e condotto con una comune ispirazione a un forte senso istituzionale e dedizione esclusiva al bene dell'Ateneo") e domanda, senza avere ricevuto nessuna risposta, se i due candidati ritengono che vi sia un solo professore universitario che possa chiamarsi tale senza fare propri questi valori.
Ha dannatamente ragione Bergamini.
Ma la domanda vera è un'altra: se il mio mestiere, il mestiere che amo, è essenzialmente composto di due parti: ricercare ed insegnare, perché mai dovrei fare il rettore?
La verità vera è che se uno vuole fare il professore universitario, se uno ama la ricerca e l'insegnamento, non ha nessuna voglia di chiudersi nelle stanze del Palazzo alla Giornata ad occuparsi della politica accademica.
Che con la ricerca e l'insegnamento non ha proprio niente a che fare.
La verità vera è che in questa tornata elettorale i programmi dei candidati, compreso quello del candidato Miccoli, hanno davvero poco a che fare con la ricerca e si occupano semmai di didattica.
Ma di quella didattica deteriore che ha al proprio centro gli studenti intesi come clienti di cui ricercare una assurda "customer satisfaction".
Sono vuoti i valori indicati da Augello e dalla De Francesco.
Ma soprattutto è vuota l'università.

In galera

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/07/2010

IaconoLa Corte costituzionale con la sentenza 265 del 2010 ha dichiarato incostituzionale il principio per il quale la custodia cautelare delle persone sottoposte a procedimento penale per avere commesso reati contro la libertà sessuale doveva necessariamente avvenire in carcere.
La Carfagna, che di libertà sessuale se ne intende, si scaglia contro il giudice delle leggi.
Che però ha maledettamente ragione.
Sul piano logico, le misure cautelari precedono il giudizio di colpevolezza e quindi riguardano una persona che è ancora costituzionalmente innocente. Sono ammissibili solo se: (i) vi è il pericolo di fuga; (ii) vi è il pericolo di reiterazione del reato; (iii) vi è il pericolo di inquinamento delle prove. Esse, inoltre, devono essere misurate in modo da essere il meno gravose per la libertà dell'indagato possibile.
Il punto è banale: le misure cautelari non si possono sostituire alla pena. La pena segue ad un processo. Le misure cautelari lo precedono e la loro applicazione ha un livello di garanzia giurisdizionale attenuato per la persona che vi è sottoposta.
Sul piano storico, la previsione per cui il giudice è obbligato a disporre come misura cautelare la custodia in carcere è nata per i reati di stampo mafioso e non è nata per la gravità di questi reati ma come una garanzia per il magistrato: se il magistrato dispone l'arresto e può disporre solo l'arresto, non anche gli arresti domiciliari, o il divieto di dimora o una qualsiasi altra misura cautelare meno onerosa, le associazioni mafiose non possono fare pressione su di lui perché disponga una misura alternativa alla detenzione.
Tutto questo non accade per i reati contro la libertà sessuale, dove la misura cautelare in carcere è una reazione della società avverso dei crimini che vengono avvertiti come particolarmente gravi, anche se non è né razionale né giusto che un determinato criminale sia giudicato più grave di un altro prima di essere condannato.
Sotto questo aspetto, la Corte costituzionale ha applicato correttamente la Costituzione perché "la totale vanificazione del principio di adeguatezza, in difetto di una ratio correlata alla struttura delle fattispecie criminose di riferimento, cumulandosi alla presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari, orienta chiaramente lo “statuto custodiale” – in conformità alle evidenziate risultanze dei lavori parlamentari – verso finalità “metacautelari”, che nel disegno costituzionale devono essere riservate esclusivamente alla sanzione penale inflitta all’esito di un giudizio definitivo di responsabilità".
Non ha applicato invece correttamente la Costituzione quando ha ritenuto che comunque il sospetto della commissione di un reato contro la libertà sessuale determini una presunzione relativa di pericolosità tale da orientare verso la custodia cautelare in carcere in tutti i casi in cui questa presunzione non possa essere superata.
E' un gioco tecnico perché serve ad evitare che la lacuna determinata dalla dichiarazione di incostituzionalità porti a rimettere in libertà quanti sono detenuti perché in attesa del processo in cui verranno giudicati per un delitto contro la libertà sessuale.
Ma l'affermazione della esistenza di una presunzione relativa di pericolosità è viziata dallo stesso pregiudizio "metacautelare" che rendeva incostituzionale la presunzione assoluta, perché esattamente nello stesso modo fa dipendere l'erogazione di una misura cautelare in carcere da un giudizio che riguarda esclusivamente la gravità del reato commesso e non le esigenze cautelari che si sono ricordate e che sono costituzionalizzate negli artt. 3, 13 e 17 della Costituzione.

Anche oggi, esami (A proposito del potere costituente)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/07/2010

lavagnaLuglio è una sessione rovente.
Di luglio, tornano tutti quelli che non ce l'hanno fatta prima.
O quelli che cercano di sfruttare lo scampolo dopo gli esami di giugno per dare il tuo.
Nessuno dei due generi è particolarmente appetibili.
Anzi, sono entrambi delle straordinarie scocciature.
Tipo, dopo che i precedenti non hanno avuto una bella sorte, pantaloni corti, gambe depilate e tatuaggi tribali a polpaccio giro giro.
Si siede da par suo, accavallando le gambe in modo da mostrare i polpacci all'uditorio femminile ed aspetta la domanda ruminando la gomma da masticare:
=> I caratteri del potere costituente
Domanda dogmatica, apparentemente dettata dalla logica del contrappasso.
Il tipo:
=> E' quel potere che si esercita quando il popolo diventa consapevole di essere sovrano e che non si esercita quando il popolo accetta di essere il cittadino delle istituzioni.
Risposta dogmaticamente perfetta.
Persino, elegante nella sua semplicità.
Il professore abbassa gli occhiali, piacevolmente sorpreso, e va oltre, molto più tranquillo:
=> Mi parli dei decreti legislativi
=> Il Parlamento delibera il Governo a disciplinare una determinata materia legislativa….
Le apparenze non ingannano.
Quasi mai.

Anche oggi, esami: incinta (parecchio incinta)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/05/2010

donna-incinta-thumb7128098
Si ripresenta dopo un anno.
L'anno scorso, non aveva superato l'esame malgrado la vistosa gravidanza.
Quest'anno, come l'anno scorso, ma sommando ad una seconda gravidanza il primo figlio al collo.
Assistente che non ha imparato l'importanza del silenzio (e soprattutto dei fatti propri):
–> Congratulazioni! Adesso, non resta che aspettare il terzo
–> Solo se me ne muore uno
risponde gelida.
La prossima volta, la passo.
Il campionato di cinismo è più importante di quello di diritto costituzionale.

Same sex marriage (Simpatica come un carciofo nel culo)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/03/2010

Screen shot 2010-03-01 at 10.41.08 AMFerrara, convegno di costituzionalisti.
Di dubbio buon gusto, ma tradizionale: un seminario preventivo di costituzionalità.
Come dire: di solito, si aspettano le decisioni del giudice costituzionale per criticarle. In questo caso, si anticipano in modo da prospettare alla Corte i modelli argomentativi che si ritiene debba seguire.
Tema molto divertente dal punto di vista costituzionale: il divieto di matrimonio omosessuale.
Tema anche molto complicato.
Si può dubitare che esista un divieto di matrimonio omosessuale a legislazione vigente e comunque i parametri costituzionali in materia di eguaglianza, diritti dei diversi, famiglia sono quanto mai scivolosi, soprattutto se interpretati come tessere di un disegno unitario.
L’assise non è di costituzionalisti.
Non si sente il solito odore di commentari alla costituente e di polvere giurisprudenziale.
L’assemblea è coperta di una notevole coltre di omosessuali militanti, transessuali, transgender e quant’altro una liquida costruzione della propria sessualità consente di inventare.
Prende la parola il nonno del prof. Scaccabarozzi, che non è suo nonno, naturalmente, anzi è di una decina di anni più giovane, ma si comporta, si veste e parla come se fosse sull’orlo di quel rogo che è il pensionamento dell’ordinario.
Prende la parola con il solito vestito blu di sartoria e l’aria fra l’Opus Dei e la Rezione Cattolica.
Sostiene una tesi piuttosto discutibile: la formula per cui la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio presente nell’art. 29, Cost. significherebbe che il lemma "famiglia" deve essere interpretato con riferimento al suo contenuto naturale e questo contenuto sarebbero le radici millenarie e cristiane della nostra civiltà.
Bordata di sommesse critiche con il consueto aplomb accademico, sino all’assalto all’arma bianca della lesbica militante.
Brutta come solo una donna che non vuole esserlo sa essere, sale al pulpito spostandosi il cavallo dei pantaloni alla maniera di un terzino maleducato che si sposta il membro in barriera:
–> Io, non sono un’accademica ma vorrei chiedere al prof. Nonno_di_Scaccabarozzi se ha una figlia …
[Risponde di si]
–> Perché se ha una figlia, io gli auguro che questa si innamori di un clochard e vorrei sapere se è meglio il matrimonio con un clochard o con un’altra donna, magari pulita e di buona famiglia
[Ovazioni dal settore omosessuale, dignitoso silenzio del settore accademico]
Certi omosessuali sono il vero argomento contro una maggiore tutela dei loro diritti.
Il prof. Nonno_di_Scaccabarozzi era molto discutibile, ma non meritava la gogna.
Soprattutto la gogna di chi chiede di non essere messo alla gogna.

Chi li ha sciolti (Non ci vado!)?

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/02/2010

lavagnaOggi, non sono andato in Consiglio di Facoltà.
Il tema più importante all’ordine del giorno riguardava la mancanza di fondi per rinnovare l’abbonamento alla banca dati del Sole 24 Ore: Euro6,6Migliaia, per il libero accesso da tutti gli indirizzi ip della Facoltà.
Mancano i soldi.
Il presidente del consiglio di biblioteca ha proposto un’asta così strutturata: tutti coloro che intendono contribuire all’abbonamento devono a pena di decadenza formulare una offerta in busta chiusa indicando l’ammontare massimo del contributo che sono disposti a corrispondere.
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle offerte, il presidente del consiglio di biblioteca e la direttrice della biblioteca aprono le buste e compilano un elenco in cui le offerte sono inserite in ordine decrescente: dalla più bassa alla più alta.
Ciascuno contribuirà in misura pari alla metà del contributo indicato da chi segue nell’elenco.
In altre parole, se profstanco offre 1Euro e profgrisù offre 0,5Euro, profstanco contribuirà per 0,5Euro.
In questo modo, ciascuno paga un prezzo inferiore alla utilità marginale del servizio cui intende accedere.
Questo in un mondo perfetto.
In un mondo pratico, tutti offriranno cinquanta centesimi o un penny.
Negli ultimi giorni, tutti parlano di questa proposta che sarà seriamente dibattuta.
Da un collegio di circa 100 professori strutturati.
Il cui tempo sommato conta molto di più del costo dell’abbonamento alla banca dati.
Per questo mi sono permesso di inviare al pontefice del consiglio di facoltà una lettera di giustificazione in cui scrivo semplicemente che la mia giustificazione è nello stesso ordine del giorno.
Credo che anche oggi il mio mestiere sia preparare le mie lezioni.
Questi, in fondo, sono problemi per chi non sa come arrivare all’ora dell’aperitivo.
Io, per fortuna e per ora, ci riesco benissimo.

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