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Tag Archive for: università

Tesi di laurea (Anche questo lo Scaccabarozzi non lo avrebbe mai fatto)

18 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/12/2007

La discussione delle tesi di laurea è un momento arcano ed oscuro della vita accademica.
Resiste nel rituale un tenue ricordo di quando le università erano composte di poche centinaia di studenti e le tesi venivano davvero discusse: l’allievo doveva dimostrare di essere all’altezza del maestro ed il maestro grazie ai suoi allievi affermava la sua sapienza.
C’è anche una vaga aria da festa di paese: l’aula magna si riempie di signore assai poco abituate ad infagottarsi nei vestiti della domenica e molte delle mani che si stringono quando si ha l’ipocrisia di congratularsi con lo studente non hanno l’aria di avere impugnato molte penne.
Di qua dal tavolo, le tesi di laurea sono un momento di straordinaria noia.
Ci sono varie tecniche per sopravvivere ad una sessione: contare i "cioè" della esposizione del candidato, scommettere sui voti finali prima della discussione, giocare a brik breaker o a sneak sul portatile, etc.
Uno degli strumenti migliori di sopravvivenza è il blackberry: consente di ripassare la posta dell’ultima settimana e di rispondere a quelle mail che sembrano scritte apposta per essere dimenticate.
Per fortuna, ci sono dei colleghi che fanno di tutto per movimentare le sedute.
Così, è successo che un simpatico collega piuttosto anziano, non particolarmente famoso per le sue doti scientifiche, ma molto più noto per i denti che si rincorrono l’un l’altro disegnando un labirinto cariato, abbia introdotto il suo candidato con uno splendido concione sulle conferenze di servizi: E’ una tesi davvero interessante, si occupa di un punto centrale del diritto amministrativo, le conferenze di servizi sono uno degli strumenti più moderni di raccordo interistituzionale, etc.
Fin qui, una relazione noiosa, ma nulla di eccezionale.
Lo strano era guardare il candidato, sempre più a disagio, sempre più preoccupato, si agitava sulla sedia, sembrava sull’orlo di sentirsi male.
L’anziano relatore si accorge che qualcosa non sta funzionando.
Si ferma.
Guarda il candidato.
Il candidato è completamente rosso.
Interviene il Presidente.
Chiede cosa stia succedendo.
Il candidato, con imbarazzata flemma, risponde che la sua tesi non riguarda le conferenze di servizi, ma la conferenza Stato – regioni, che sono una cosa completamente diversa.
A questo punto, è il relatore che arrossisce.
Nemmeno troppo.
Gli è successo di peggio: una volta è stato trovato in un gabinetto mentre si dilettava more ferarum con un giovane allievo e sono cose che nessuno dimentica.

Scene accademiche (Questo lo Scaccabarozzi non lo avrebbe mai fatto)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/12/2007

Si è detto molte volte che l’università sa essere stupefacente.
Sa donare delle scene che non si sarebbero mai immaginate.
E’ un mondo divertente e terribile da osservare con animo distaccato.
Può succedere, ed è successo, che il telefono squilli improvvisamente alle sette del mattino.
Dall’altra parte, un professore al quale non si deve particolare gratitudine.
–   Buongiorno
–   Buongiorno
–   Mi scusi se l’ho svegliata
–   Non si preoccupi, non stavo sognando
–   Le dispiace fare lezione alle otto e trenta?
–   Affatto, lo considero un onore e La ringrazio. Di cosa devo parlare?
–   Mah, non lo so. Decida lei. Parli di quello che vuole. Farà sicuramente meglio di me
–   Parlerei di sistemi elettorali, se può essere d’accordo
La risposta resta nel filo del telefono. Ha agganciato.
Ecco una cosa che lo Scaccabarozzi non avrebbe mai fatto e che io spero di non fare mai.

Pari opportunità: come la legge può trasformare le donne in negri

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/12/2007

Sono quei provvedimenti che tendono a rimuovere situazioni di disparità fra uomo e donna: le quote rosa, la riserva di posti agli individui di sesso femminile nell’accesso alla pubblica amministrazione, e così via.
Hanno un fondamento costituzionale per quanto riguarda la materia elettorale.
Il nuovo art. 51, Cost. stabilisce che la Repubblica deve promuovere con appositi provvedimenti le pari opportunità fra uomini e donne (art. 1, legge cost. n. 1 del 2003).
Vi è una ragionevolezza intrinseca in questa previsione: la rappresentanza politica si deve scandire tenendo conto delle diverse sensibilità che caratterizzano l’universo maschile e quello femminile.
Vi è anche un rischio molto serio: le misure dirette a favorire un soggetto indipendentemente dai suoi meriti e dalle sue capacità ma solo per la sua appartenenza ad un genere rischiano di sfavorire i più meritevoli e capaci dell’altro genere.
E’ quello che succede negli Stati Uniti dove un individuo di colore non particolarmente dotato può accedere a campus di eccellenza dai quali vengono esclusi bianchi molto più capaci di lui ma che non dispongono di quote riservate.
Le quote rosa, poi, fanno sempre un pò sorridere: finiscono per rendere le donne molto simili a dei negri o a dei diversamente abili.
Dietro alle quote rosa, c’è molto più maschilismo di quello che può sembrare.
In alcuni casi, poi, diventano assolutamente grottesche.
E’ di oggi il nuovo regolamento che disciplina lo svolgimento dei concorsi per ricercatore universitario.
Il ministro Mussi ha ritenuto che le commissioni giudicatrici debbano essere formate in modo da rispettare una pari rappresentanza di entrambi i generi.
E’ davvero una norma solo retorica e priva di senso.
Non ha senso pensare che una commissione possa giudicare validamente e seriamente i titoli ed i risultati delle prove dei candidati solo se uomini e donne la compongono in eguale misura.
Quando faccio parte di una commissione non mi sento né un uomo né una donna.
Mi sento un commissario e mi piace immaginare di non essere influenzato dal sesso dei candidati o dal loro aspetto fisico.
In fondo, tutte le volte che si parla di pari opportunità, si pensa che ci sia qualcuno che dice: Si fa maschi contro femmine?, ma, passati i dieci anni, nessun individuo in possesso delle proprie facoltà mentali fa discorsi di questo genere.

Il preservativo dello Scaccabarozzi

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/11/2007

Lo Scaccabarozzi è un tipo molto cattolico e timorato di dio.
Ha una moglie, non particolarmente bella ma sempre ben tenuta, e due figli che sono fra i più grandi rompipalle della storia dell’uomo.
Lo Scaccabarozzi riceve i suoi allievi in uno studio stracolmo di libri.
Sa di polvere e di nottate passate a leggere i commentari.
Lo Scaccabarozzi arriva sempre in ritardo.
Butta la borsa sul tavolo e comincia a tirare fuori una alluvione di fogli.
Gli allievi sono seduti di fronte a lui, il blocco sulle ginocchia, prendono appunti sulle cose che lo Scaccabarozzi dice.
In una situazione come questa, mentre lo Scaccabarozzi tirava fuori le sue carte e le buttava sul tavolo, dalla sua borsa, che assomiglia al gonnellino di Eta Beta o all’intimità di una porno diva, è uscito un pacchetto di preservativi.
Il pacchetto di preservativi ha deciso di volare per aria.
Ha fatto un breve volteggio ed è atterrato ai piedi di uno degli allievi.
Il mondo si è fermato per un istante.
Immobile lo Scaccabarozzi.
Immobili gli allievi.
Lo Scaccabarozzi si è subito ripreso buttando la borsa fra i piedi dell’allievo, sopra i preservativi.
Naturalmente, nessuno ha riso.
Ma a lungo gli allievi si sono chiesti se lo Scaccabarozzi quei preservativi li usasse o li portasse con sé per prudenza, in modo da poter validamente fare fronte ad un bisogno urgente o ad un energumeno attratto dalle sue grasse terga.

Fi Pi Li

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/11/2007

Sono talmente fermo che posso scrivere un post dal mio  blackberry. Una coda sconfinata.

Oggi, consiglio di facolta’. Commemorazione di un collega morto anzitempo. Nulla e’ più triste di un funerale laico. Soprattutto se:
–    il relatore sbaglia il nome del morto nella orazione ufficiale,
–    il giovane allievo piange lacrime come chicchi d’uva (ha perso il suo unico sponsor e la sua eredita’ e’ una condanna a ricercatore a vita).

Mentre rifletti su tutto questo e speri che nessuno ti faccia una commemorazione (in fondo, basta morire dopo essere andati in pensione e potrebbe essere il caso di riuscirci), vieni definitivamente distratto dalla scoperta, con un certo stupore per la tua ingenuità, del perche’ hai trovato un posto a sedere ancora libero: è accanto al prof. Chang, il quale ha dimenticato anche questa volta il palto’ in cucina e puzza di involtini primavera in maniera davvero imbarazzante.

L’amico del convegnista

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/11/2007

Il convegnista si è fatto un amico.
Ha trovato un potente sponsor.
Si tratta del prof. Finocchietti.
La sua caratteristica essenziale è di essere il protagonista assoluto dei cessi maschili.
Dove campeggia – da anni, risorgendo dopo ogni mano di bianco – un "Finocchietti, nano malefico" delle dimensioni di Guernica.
E’ straordinariamente basso, nelle sue dita una merit diventa un avana. Indossa una copia del manifesto, come se fosse una armatura. Incedeva con uno stuolo di assistenti degno di Alberto Sordi.
Narrano che il padre abbia voluto festeggiare la sua nomina a professore di prima fascia con una cena pantagruelica, al termine della quale un sommellier si è avvicinato ai commensali con un carrello di distillati ed ha iniziato a magnificarli, pedante come tutti i sommellier, ed il padre a voce molto alta, senza tenere conto del luogo, ha chiesto una coca cola: "Che così almeno ci faccio un bel rutto"
Il prof. Finocchietti è meno famoso per le sue disavventure giudiziarie.
Pochi ricordano che è stato sospeso dall’insegnamento per avere violentato una studentessa e riammesso solo dopo che questa ha confessato di essere stata conseziente e che a lei in fondo quei segni sul viso piacevano.
Quasi che andare a letto con una studentessa possa essere considerato ammissibile, anche se la studentessa è conseziente (e non lo era, la conoscevo e non lo era per nulla).
Adesso il convegnista ha deciso di darsi al Finocchietti.
Ed è stupito delle attenzioni che riceve.
Non si rende conto, l’idiota, che nessuno tocca il Finocchietti, nemmeno se vi è costretto da una pistola con la canna mozzata.

Il tempo dei cessi

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/11/2007

Anche i cessi dell’università conoscono lo scorrere del tempo.
Mio padre ed io abbiamo frequentato la stessa facoltà.
Lui rammenta la penuria di carta e la poetica protesta di uno sconosciuto studente:
Chi col dito il cul si netta
Non al muro, ma in bocca se lo metta
Così resterà pulito
Carta, culo, muro e dito

Io rammento un interessante sondaggio:
La fica sa di  baccalà – Il baccalà sa di fica
               xxxxx          xxxxxxxxxxxx
Dispiace oramai rilevare che sono scomparsi sia i poeti che i sondaggisti.
Ora si hanno cose del genere "Etna, lavali con fuoco", l’onnipresente "Pisa merda" da cui si riconosce un livornese al polo nord (ha un pennarello e cerca di scrivere sul ghiaccio: deh, ‘un fa na sega ‘sto pennarello der cazzo), "[prof….] buco" etc.
Ma nulla di poetico o di statisticamente innovativo.

Il prof. Panatta

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/10/2007

Ci sono giornate che iniziano bene ed altre meno bene.
Alcune cominciano tragicamente.
Può dipendere da molte cause: il tempo, la cena del giorno prima, il contenuto del frigorifero.
Può anche succedere che una giornata inizi benissimo e continui non altrettanto.
Una mattina nella quale il buongiorno, il primo buongiorno che sa di presagio per il resto della giornata, viene dal prof. Panatta non comincia benissimo.
Il prof. Panatta è un uomo sulla cinquantina, portati bene ma non troppo: si è sempre appoggiato sul fascino discreto della bellezza evidenziata con nonchalance.
Veniamo dalla stessa scuola ed abbiamo un cursus honorum molto simile. Di conseguenza, non ci siamo mai sopportati troppo.
Ha un talento per le relazioni personali stupefacente, e sa usarlo sia come garbata cortesia, mai troppo deferente, rara dote, sia come arrogante indifferenza.
Anche in questo siamo abbastanza simii.
Gioca a tennis veramente benissimo: un gioco perfetto, molto spumeggiante, d’attacco, divertente.
Sa usare benissimo il tennis per far divertire l’avversario, facendolo sentire un campione: le palle mai troppo lontane, né troppo difficili, ideali per segnare un punto ingenuamente stupefatto.
E’ il genere di giocatore con cui si può uscire dal campo dicendosi: caspita, non sapevo di giocare così bene.
Con questo talento, ha convinto i suoi – ma anche i miei – maestri, veri brocchi malati di sport, dei propri meriti scientifici.
E’ stato un vero piacere intellettuale vederlo giocare e perdere in maniera perfetta finché non ha conquistato la cattedra.
Ed ha avuto l’intelligenza di simulare dei terribili problemi fisici, in modo da poter smettere di perdere senza negarsi.
Ci incontriamo spesso di prima mattina.
Ci salutiamo con il sorriso di chi si conosce da sempre e sa che ci sono dei motivi per cui non si è mai diventati amici.
Ma stamani mi ha fermato.
Con viva e sospetta cordialità.
Lasciandomi con un sapore di portacenere succhiato durante una notte di bagordi: timeo danaos et dona ferentes.
So che presto saprò di cosa ha bisogno e che difficilmente sarò felice di saperlo.

Habent sua sidera lites

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/10/2007

Ogni controversia segue il suo fato.
Lo scrive Calamandrei nel suo Elogio del giudice scritto da un avvocato e racconta del cortile della pretura di Monsummano, dove gli avvocati si accalcavano con l’orecchio appoggiato al muro della camera di consiglio.
Stupito chiese perché e gli fu risposto che il giudice era solito decidere gettando il tocco contro il muro: se cadeva da una certa parte aveva ragione l’uno se cadeva dall’altra vinceva l’avversario.
Questi avvocati avevano allenato l’udito ed erano perfettamente in grado di capire attraverso il muro chi aveva vinto e chi aveva perso.
Calamandrei concludeva che in questo modo c’era un buon cinquanta per cento di possibilità che chi aveva ragione se la sentisse anche dare e che non è una percentuale da poco.
Non sono mai stato d’accordo.
Per me, chi ha ragione ha diritto di ottenere ragione.
E, da professore che non fa l’avvocato, continuo a provare vergogna quando vedo un torto, quando vedo un giudice che intende il suo mestiere come esercizio di carità e trova la sua soddisfazione nel dare sempre un pò o molto torto a chi ha ragione, che è più difficile, che a dare ragione a chi l’ha son buoni tutti.
Ma si sa, i professori insegnano, volano alti, si occupano di questioni stellari, nulla sanno della polvere dei tribunali.
Per questo, talvolta, ci vado.
Mi siedo da qualche parte, in un angolo, ed ascolto, sussulto, mi  indigno o sorrido.
I ragionamenti giuridici non sono difficili.
Il diritto è materia stupida: nasce dalla idiozia, ma ha bisogno di una straordinaria saggezza per poter diventare giusto.
A me, francamente, hanno sempre spaventato quelli che credono di poter giudicare.
Io non lo crederei mai.
E  non riuscirei a scrivere una sentenza di condanna finché non fossi assolutamente sicuro di non poter scrivere una sentenza di assoluzione.
Oltre ogni ragionevole dubbio.
Quel dubbio che mi distruggerebbe se avessi scelto di fare il giudice invece di insegnare una materia fatta di valori e di principi.

Il fondo del convegnista

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/10/2007

Oggi ha davvero toccato il fondo.
Prima di partire per il convegno, mi ha portato la marmellata fatta dalla mamma.
Ed è riuscito a lasciarmi senza parole.
Lo fa apposta.

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