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La giustizia nella rete

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/01/2013

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Giornata di divano.

In un corridoio di giustizia.
Urla e strepiti.

Provengono da stivali metallici, che si innalzano su calze a rete, sciatte di smagliature larghe come scannafossi, e terminano su uno spacco che potrebbe essere vertiginoso se non odorasse di macelleria. Non troppo fresca. Il resto è coperto dalla voce di gallaccio travestito.

È accaduto che un anziano avvocato avesse bussato ad una porta senza averne titolo ed avesse osato chiedere ad una giudice vestita come chi rientra dal lavoro al mattino presto quello che avrebbe dovuto chiedere a chi riempie la cancelleria dell’aria di non aver lavorato mai.

Tremenda l’offesa.
Tremende le urla.

Divertito il capannello che si forma senza avvicinarsi di un passo.

Triste l’anziano che ascolta tutto quello che gli viene detto.
China la testa nel più cerimonioso degli inchini che anni di salamelecchi gli hanno insegnato.

Non un inchino alla giustizia che è dovuto.
Ma alle sue calze smagliate.

I pensieri sdruccioli di Bimba Piccola (La mia vita è troppo breve)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/01/2013

Bimba Piccola non ama addormentarsi.
Sfugge il sonno e le carezze di Morfeo.
Ma sono carezze che sanno essere irresistibili.
Sono carezze di giunchi e boschi, oceani e cascate.
Bimba Piccola odia lasciarle alle lenzuola.
Non sopporta quel lungo istante in cui le lenzuola diventano fredde ed i sogni svaniscono nell’impronta che il corpo lascia sul materasso.
La disturba che questo sia causato dalla necessità di assolvere un dovere come andare a scuola.
Usa parole di logica sdrucciola per convincere dei suoi buoni diritti.
—> La mia vita è troppo breve per andare anche a scuola
Dice con un soffio di pianto alle carezze che diventano i suoi vestiti.

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La gioventù di Esopo (Il Nichi del giusto visto da un professore)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/01/2013

Esopo era parecchio giovane quando favoleggiava di lupi ed agnelli.
In un mondo normale, quando vedi un lupo probabilmente è un agnello e solo se ha il pelo a batuffoli potrebbe essere un lupo.
In un mondo normale, l’unico modo di apparire idioti è fare il sorriso imbecille del demente che simula un barlume di stupidità mentre cerca di sembrare furbo.
E se Esopo era giovane quando chiacchierava di travestiti, Omero non era più un ragazzo quando intravide la profonda e dolorosa verità del mito di Cassandra. L’unico modo per non essere creduti è dire la verità.
Monti conosce Omero probabilmente meglio di Esopo e dice la verità quando chiede a Bersani di allontanarsi da Fassina, Vendola e di ignorare la CGIL.
Lo dice con l’esatto proposito di non essere ascoltato perché allontanare il Pd dall’alleanza con i moderati è il vero modo per trasformarlo in una gioiosa macchina da guerra.
Il problema di Bersani è che solo chi legge le fiabe può trasformare un cinque per cento nel proprio principale alleato.
Ma questo lo si sa fin dall’esito delle primarie che hanno sconfitto le forze moderate dell’accrocchio moderato e non hanno voluto fare prigionieri.

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